Una festa che sfida la realtà

/ 28.05.2018
di Luciana Caglio

Senza dubbio, il vertice più alto, sulla scala della spettacolarità e del simbolismo, è stato raggiunto, sabato 19 maggio, a Windsor, con le nozze di Harry e Meghan, celebrate in un’atmosfera che pareva inventata. A cominciare da quel cielo cobalto, che smentiva la tradizione del grigiore britannico. Come la smentiva, sul piano politico e sociale, proprio quell’unione fra il discendente di una dinastia secolare, a suo tempo imperiale, e la figlia di un’americana di colore, maestra di yoga e di un padre latitante.

In questo caso, la diversità, solitamente temuta, rappresentava, invece, un plusvalore, da sfruttare in una festa di dimensioni globali: una sorta di embrassons nous momentaneo, per contrastare le minacce della quotidianità. Del resto è, appunto, questa componente, illusoria e scaramantica, a spiegare la continuità, persino il successo della festa di nozze che sta riconquistando terreno. Tanto da fare, di Windsor, un punto di riferimento, cui ispirarsi, sia pure da lontano.

Ma, ecco il paradosso. Se il festeggiamento nuziale fiorisce, il matrimonio deperisce. Le nostre statistiche confermano la fragilità di un’unione, destinata a sciogliersi nel 40/45 per cento dei casi, dopo 10/14 anni di convivenza. Sono cifre che dovrebbero avere un effetto dissuasivo. Che, infatti, si fece sentire, a partire dagli anni 70/80, con i primi indizi del fenomeno «antisistema», cioè il rifiuto delle regole, sia religiose sia laiche, imposte dall’alto. Insomma, niente chiesa e niente ufficio di stato civile. Tuttavia, man mano che si attenuava l’urto rivoluzionario, si fa per dire, delle libere unioni, si delineava il ritorno alla festa di nozze, favorito da una vera e propria specializzazione commerciale ad ampio raggio. Nasceva la figura del wedding planner: il termine inglese, ormai d’obbligo, definisce una sfera di attività in grado di soddisfare le esigenze, spontanee e indotte, dei futuri sposi che stanno riscoprendo la tradizione, però aggiornata al costume contemporaneo.

Certo, rimane centrale il fattore vestiario, che ha creato negozi ad hoc, spesso in periferia, frequentati da chi è disposto ad acquistare abiti sontuosi e costosi, pagabili anche a rate mensili. Alla stessa stregua, nelle famiglie di origine meridionale, va sempre rispettata la consuetudine del pranzo per tanti commensali e con tante portate. Ma a di là di queste costanti, la cerimonia ha, ormai, allargato le dimensioni ai più svariati ambiti, dove non è soltanto questione di soldi, ma anche di buongusto e di status, insomma di competizione sociale. Da qui l’intervento dei wedding planner e relativi «saloni wedding», che aiutano a districarsi in un settore consumistico sempre più attrezzato.

Si tratta, innanzi tutto, di scegliere il luogo, in gergo location, che ospiterà il ricevimento, con pranzo o aperitivo, o entrambi. In proposito, vanno per la maggiore ville signorili e castelli, con parchi, da affittare per la giornata. E, sempre rimanendo in clima nostalgico, sono richieste a noleggio le vetture d’epoca, auto o addirittura carrozze trainate da cavalli. Quanto al luogo, c’è pure chi guarda lontano: 

è possibile organizzare un matrimonio in stile esotico, su una spiaggia del Kenya, allietato da danzatori Masai, o a Bali, con rito religioso tradizionale. Porterà lontano il viaggio di nozze: preferibilmente su un’isola, in un bungalow sotto le palme, o, la tendenza è recente, verso i paesi nordici, con vista sugli iceberg, dal finestrino di un igloo. Proprio il «buono viaggio» è diventato un regalo apprezzato dai novelli sposi, che, di solito, hanno già messo su casa.

Non mancano, infine, le eccezioni, le coppie che, voltando le spalle a una presunta originalità, riscoprono la bellezza accogliente dei sagrati, davanti alle nostre chiese, circondati da cipressi: una location ideale per quel giorno speciale che, in fondo, ci si augura che rimanga unico. E, in un Ticino che sfoggia la virtù del laicismo, c’è persino chi si rivolge ai buoni servizi ecclesiastici: con tanto di messa, benedizione e musica sacra, eseguita all’organo.