Ci ritroviamo dove ci siamo lasciati la volta scorsa, nella Parigi di fine anni Sessanta. La giovane Sherry Turkle si è innamorata di una Boston bag modello Speedy di Dior. Una borsa bella e al tempo stesso pratica. Un oggetto che ai suoi occhi rappresenta i traguardi raggiunti con tanta fatica e premia un momento di crescita importante della sua esistenza. Nel sognare la sua Speedy si immagina mentre gira il mondo ispirata dai suoi idoli, donne di sostanza come Susan Sontag, Joan Didion, Lillian Hellman. Sogna, insomma, una borsa per la vita nella quale portare i libri che un giorno scriverà e i suoi successi accademici.
Qualche settimana dopo viene in visita zia Mildred. Si dice preoccupata per il suo stato di salute, ha messo su qualche chilo, la vede triste. Sherry la rassicura, si dice soddisfatta del percorso intrapreso e della sua scelta di studiare a Parigi. Ha idee più chiare sul futuro, un giorno scriverà dei libri, ha già un’idea per il tema della sua tesi e pensa ad una carriera in ambito accademico sebbene non conosca altre donne con lo stesso percorso alle quali ispirarsi. Mildred fa un’alzata di spalle e le dice di puntare più in alto possibile e di non arrendersi mai. Lo dice con amore e, soprattutto, con cognizione di causa, lei che per vent’anni ha lavorato nel dipartimento legale della Twentieth Century Fox Television ma in famiglia è sempre stata considerata la meno attraente e la meno brillante. E se per questo non ha mai avuto fiducia in se stessa ne ha invece molta in Sherry il cui compleanno si avvicina. Vuole farle un regalo per i suoi ventun’anni. Sherry le parla della Boston Bag e poco dopo si ritrovano in rue de Rennes con i nasi schiacchiati sulla vetrina del negozio e gli occhi pieni di ammirazione.
Mildred ha un piano. Nei prossimi giorni mangeranno soltanto pâté sandwiches e croque monsieurs. Lascerà la sua stanza d’albergo e dormiranno insieme a casa di Sherry. Dice di non preoccuparsi del costo da capogiro, una borsa così è senza tempo. In effetti, venticinque anni dopo, in aeroporto in Arizona per una vacanza insieme l’avrà con se. Mildred però non c’è, la notte prima è morta nel suo appartamento.
Nel frattempo, in quegli anni, la giovane Sherry Turkle ne ha fatta di strada. Un dottorato in sociologia e psicologia della personalità all’Università di Harvard. Soprannominata l’antropologa dello cyberspazio, considerata una delle massime teoriche di Internet, è psicologa clinica, membro della società psicoanalitica e docente di sociologia della scienza al Massachussets Institute of Technology (MIT). Gli ambiti nei quali si muove inizialmente sono la psicoanalisi e la teoria delle relazioni oggettuali. In particolare studia i teorici Ronald Fairbairn, David Balint e Donald Winnicott per i quali la nostra relazione con gli oggetti e quella con le persone si equivalgono. Le accomuna ad esempio l’esperienza della perdita: quando li perdiamo li introiettiamo. Nell’esperienza del lutto ciò che perdiamo ci entra dentro e prende una nuova vita.
Così Sherry nella credenza del cuore, simbolo di quella vera nella cucina della nonna, porta con sé tutti gli oggetti della sua memoria. E da quel momento in avanti nella tradizione psicoanalitica sente di aver trovato un suo fondamento esistenziale. Trova nella psicanalisi gli strumenti per indagare il tema dell’identità e la cura per i problemi della sua vita giovanile. Decide di diventare lei stessa una psicoanalista coniugando prospettive psicologiche e sociologiche in quello che concepisce come un percorso olistico.
Tanti sono i mentori che incontra lungo il suo percorso, Victor Turner, l’antropologo sociale inglese, è uno di questi. La sprona ad essere ambiziosa, a diventare l’etnografa psicologicamente astuta che sogna di essere indagando quel suo speciale campo d’interesse: in che modo le persone pensano al pensiero. Con i grandi classici – dalla letteratura alla filosofia all’antropologia – getta le fondamenta. Legge Proust, Joyce, Shakespeare; Kant, Wittgenstein Freud; Lévi-Strauss e Mary Douglas. Turner però le dice che non conta quanto lunga e autorevole sia la lista delle sue letture. Conta come e quanto Sherry riesca a farle sue sviluppando una maggiore consapevolezza dei tratti che la rendono unica.
La straordinaria storia di Sherry Turkle naturalmente non finisce qui, vi aspetto tra due settimane per l’ultima puntata. Intanto spero che vi sia di ispirazione…