Una bibbia delle informazioni

/ 24.05.2021
di Angelo Rossi

Recentemente sono stato intervistato da un settimanale di lingua francese. Prima di rispondere alle questioni dell’intervistatore ho dovuto riempire un questionario nel quale mi si ponevano domande sulle mie abitudini, le mie preferenze e il mio carattere. Tra l’altro nel questionario mi si chiedeva quale fosse il mio «livre de chevet», ossia quale fosse la pubblicazione che mi portavo sempre appresso. Ho risposto che per me era l’Annuario statistico, in generale, e quello ticinese, in particolare. Quando il giornalista che mi intervistava ha letto la mia risposta è trasecolato. Mi ha chiesto se stavo scherzando. No, gli ho risposto, è proprio così. Ed ho aggiunto che l’annuario statistico non lo leggevo per conciliarmi il sonno ma perché lo reputavo una sorgente di informazioni indispensabili.

Thomas L. Friedmann nel suo Grazie per essere in ritardo (la traduzione del titolo è mia) sostiene che nel mondo del ventunesimo secolo il valore dei flussi di dati ha superato, per importanza, quello dei flussi di merci. Si tratta di un’affermazione sulla quale si può opinare. Nessuno però può negare che, nel mondo del digitale, dei robot e dell’intelligenza artificiale, i dati siano diventati un’entità economica di peso. Di qui l’insostituibilità dell’annuario statistico. Anche per l’uomo della strada, se vuole rimanere informato. Da un paio di settimane l’Ustat, il nostro ufficio di statistica cantonale, ha messo in circolazione l’edizione 2021 del suo annuario che definisce «opera di consultazione per eccellenza della statistica pubblica ticinese». Un libro insomma che fa comodo a chiunque, nell’epoca del digitale.

Perché ognuno di noi è curioso di sapere come stanno le cose in materia di sviluppo demografico e di sviluppo sostenibile, di occupazione e disoccupazione, di prezzi e salari, di edilizia, turismo, energia e banche e di molte altre voci, contemplate nel lungo indice alfabetico dell’annuario. Certo oggi questi dati si possono ottenere anche per internet, ma vi assicuro che la loro ricerca è molto più facile nell’annuario stampato che nella sua versione su internet. Aggiungo un’ultima osservazione per chi l’annuario ancora non lo conoscesse. Da quasi tre decenni, l’Ustat correda la sua raccolta di tabelle con testi esplicativi. Con l’andar del tempo questi testi sono diventati sempre più lunghi e sempre più interessanti. Mentre all’inizio si limitavano sovente a indicare le fonti dei dati e a illustrarne qualche caratteristica, oggi, per ogni tema trattato, si possono leggere nell’annuario testi che contengono, spesso, anche tentativi di spiegazione scientifica di questo o quel fenomeno che si sta manifestando nel nostro Cantone.

L’annuario statistico può quindi essere definito come una Datipedia su carta, una bibbia dei dati, insomma, nella quale è raccolto un volume straordinario di informazioni interessanti sul presente, il passato e il futuro del nostro Cantone. Sì, anche sul futuro, come, per esempio, gli scenari sull’evoluzione futura della popolazione residente permanente dal 2019 al 2050. L’annuario vi informa poi sul progredire dell’invecchiamento e sull’andamento dei movimenti migratori. Volete calcolare, per scaramanzia o per precauzione, come evolve la probabilità di divorzio secondo l’età delle persone sposate? Lo potete fare con i dati che vi mette a disposizione l’annuario. Oppure siete interessati a sapere come i ticinesi giudichino la qualità della vita, magari addirittura rispetto al giudizio che sulla qualità della vita emettono gli svizzeri? Troverete la risposta nell’annuario. Oppure ancora siete curiosi di sapere quali sono le scelte scolastiche e professionali degli allievi che, come i vostri nipoti, hanno terminato la quarta media? L’annuario vi dà questa informazione. Con migliaia di altre, utilissime per comprendere come è fatto il nostro Cantone e quali sono i tratti che lo distinguono dal resto dei Cantoni svizzeri. E se dubitate della statistica tenete d’occhio, quando leggete le tabelle, degli intervalli di confidenza!