Nei pressi della stazione della cittadina della Bassa zurighese dove abito c’è un edificio, costruito una decina di anni fa, quando l’economia del Canton Zurigo stava scrollandosi di dosso le conseguenze negative della crisi finanziaria. Il promotore di quella costruzione, che allora non navigava nell’oro, ha fatto scrivere sulla facciata dell’edificio di 5 piani, dal basso verso l’alto «tiramisù». Il tiramisù, come sappiamo, è un dolce apprezzato della cucina italiana. Ma può anche essere interpretato, in questo caso, come un’esortazione per il futuro. L’investitore sperava che quella costruzione lo avrebbe tirato su e fuori dalle grane in cui si trovava.
Il riferimento a questo tiramisù mi è venuto spontaneo sfogliando le pagine del volume 101 storie di successo in Ticino pubblicato di recente da tre case editrici ticinesi. Sono praticamente 101 interviste a titolari di ditte, istituzioni e eventi ticinesi di successo. Potrebbero essere i «tiramisù» di cui ha bisogno al momento la nostra imprenditoria. Nel libro il lettore interessato alle vicende di queste organizzazioni troverà purtroppo poche indicazioni sulla loro attività. Non vi sono né risultati economici delle aziende, né indicazioni di dettaglio sui loro prodotti e servizi, né dati sulla dimensione e la portata dei loro mercati. Insomma, chi è interessato a conoscere il tessuto produttivo del Cantone non è che apprenda molto, leggendo queste interviste. Questo anche perché il campione di aziende passate in rassegna non è rappresentativo che di pochi rami dell’economia cantonale. A prevalere sono le aziende dell’edilizia e del genio civile, dell’artigianato delle costruzioni (dai pittori, ai falegnami, agli installatori, ecc.) e dell’arredamento che erano la nostra base economica 50 anni fa e che oggi costituiscono, al massimo, il 20 per cento, del totale delle aziende. I rami del terziario, che pure garantiscono all’economia del Cantone più del 70 per cento del suo prodotto interno lordo, sono largamente sottorappresentati. Quasi assenti sono le grandi aziende del settore pubblico e para-pubblico che sono quelle che, in Ticino, assicurano l’occupazione. Si tratta di una scelta voluta, perché nel libro figurano soprattutto le aziende di una certa età.
A leggere le interviste, sembrerebbe che i criteri del successo siano infatti due: il primo è che l’azienda deve essere di famiglia e il secondo che la stessa sia riuscita a sopravvivere per almeno due generazioni alle difficoltà che si incontrano quotidianamente sul mercato. Come spiega il prof. Colombo dell’Usi, nella sua introduzione, il successo di un’azienda si può misurare solo in chiave multigenerazionale. In altre parole, un’azienda che ha successo è un’azienda con una durata di vita che va al di là di quella del fondatore. Sempre a detta del prof. Colombo, le aziende famigliari hanno maggior successo di quelle non famigliari. Una tesi molto interessante che qui viene dimostrata con l’esempio degli imprenditori intervistati. La pubblicazione è quindi da considerare come un contributo all’analisi dell’imprenditorialità famigliare nell’economia ticinese. Nella stessa, oggi come ieri e l’altro ieri, prevalgono per l’appunto le aziende di piccola e media dimensione a gestione famigliare. Intendiamoci: il Ticino non è ancora all’altezza dei Cantoni confinanti nei quali non è raro incontrare aziende famigliari pluricentenarie. Come ci informano le interviste raccolte in questo volume, anche in Ticino esistono però aziende famigliari multigenerazionali.
Il loro successo si misura non soltanto con la capacità, che hanno avuto, di resistere alla concorrenza e restare sul mercato, ma anche con l’avanzamento realizzato dalla famiglia sulla scala sociale. Al nonno che, un certo giorno della sua vita, per mille e una ragione, ha deciso di creare l’azienda, sono succeduti i figli che, normalmente con conoscenze professionali maggiori, hanno assicurato la prima tornata di espansione. La terza generazione, quella dei nipoti, quando c’è, sembra sia in grado di avviare l’azienda verso la specializzazione. Oppure, invece, come affermano molti economisti aziendali sarà quella che metterà fine alle iniziative imprenditoriali dei nonni. Con i tempi che corrono questo è purtroppo il destino di molte aziende, famigliari e non, anche nel nostro Cantone. Tiramisù del tipo di queste 101 storie di successo sono però lì per restituire un certo ottimismo. Anche nei confronti del problema della successione dalla seconda alla terza generazione.
Un tiramisù per l’imprenditoria ticinese
/ 20.12.2021
di Angelo Rossi
di Angelo Rossi