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Un tempo per conoscerci meglio

/ 06.04.2020
di Silvia Vegetti Finzi

Cara Silvia,
come si fa a vivere chiusi in casa a tempo indeterminato senza «sclerare»? Rispondere male, dire quello che sarebbe meglio tacere, sbattere le porte e tenere il muso? E pensare che la clausura è appena cominciata! Non vorrei che finisse in una lite collettiva di tutti contro tutti.Siamo una famiglia di quattro persone abituate a trovarsi solo la sera. Ora dobbiamo convivere in tre stanze e alternarci ai computer (due più un tablet e quattro telefonini). Per fortuna il tetto a terrazzo permette ai ragazzi (di 12 e 15 anni) di sgranchirsi le gambe e di fare un po’ di stretching. Io me la cavo abbastanza bene tra faccende di casa (mai finite) e telefonate alle amiche, i ragazzini hanno le lezioni al mattino e i compiti il pomeriggio. Il vero problema è mio marito che, stravaccato sul divano, segue minuto per minuto, come in una telecronaca del Campionato di Calcio, le trasmissioni sul dilagare della pandemia, e ogni volta ne rimane più allarmato. Cosa posso fare?
/ Milena

Cara Milena,
dobbiamo ammettere che, colti di sorpresa, siamo impreparati a un’emergenza che mette a dura prova le nostre risorse fisiche e morali. In questi frangenti ognuno dà il meglio e il peggio di sé.

Da tempo avevamo perso il senso della casa e della famiglia, impegnati tutto il giorno a rincorrere scadenze che in gran parte ci eravamo date da soli. La giornata di tutti, grandi e piccoli, era scandita da un orologio inesorabile. Per i bambini, scuola, doposcuola, palestra, piscina, attività espressive, compiti, dentista e così via. Per le mamme, lavoro, faccende domestiche, attività extradomestiche, palestra, riunioni scolastiche, parrucchiere, supermercato, shopping del sabato e vari imprevisti. Per i papà, lavoro, lavoro, lavoro più attività sportive, acquisti straordinari, revisione della macchina e poco altro. Si capisce come il rovesciamento dell’habitat dall’esterno all’interno abbia provocato uno shock collettivo. Ci sentiamo sequestrati senza sapere da chi, senza un malavitoso che ponga condizioni e chieda il riscatto. E le minacce, tanto più sono vaghe tanto più risultano conturbanti. Molti, anche se di giorno si mantengono calmi, la notte vengono turbati da brutti sogni o da veri e propri incubi. Tra questi prevale un sentimento d’inadeguatezza, la sensazione di non essere all’altezza della sfida che il nostro tempo ci pone, di non possedere, nonostante innumerevoli polizze di assicurazione, l’immunità che ci eravamo illusi di avere ottenuto. Non solo lei, cara Milena, ma tutti quanti ci chiediamo ogni giorno: cosa possiamo fare?

Per prima cosa non restate a letto troppo a lungo, alzatevi a un’ora conveniente e preparatevi come se doveste uscire per andare a scuola, in ufficio o a trovare un’amica. Per evitare inutili discussioni, dovrebbe stabilire lei stessa un programma preciso: riservare a ciascuno uno spazio personale per leggere, studiare, inviare messaggi, ascoltare musica; suddividere equamente gli impegni domestici – come vuotare le spazzature, fare la spesa, apparecchiare la tavola –, favorire il prolungamento dei contatti con parenti ed amici. Per gli adolescenti i compagni di scuola sono tutto.

Come genitori, evitate di orecchiare e tanto meno commentare le conversazioni dei figli, pranzate e cenate insieme intorno alla tavola apparecchiata, favorite ogni occasione di dialogo, promuovete hobby e giochi da tavola insieme o in gruppo. Se incoraggiati, gli uomini si divertono a cucinare trovando in Internet ricette esotiche e sfiziose e non importa se mettono a repentaglio il peso forma: vanno apprezzate.Il tempo blindato ci permette di conoscerci meglio, di raccontare quegli episodi della nostra vita che, vissuti troppo in fretta, non sono mai stati condivisi.

I bambini piccoli, felici finalmente di avere accanto papà e mamma, possono essere intrattenuti organizzando un picnic sotto il tavolo, allestendo una tenda da campeggio con lo stendibiancheria, o una competizione olimpionica, con relativa premiazione e inno nazionale, saltando dai gradini della scala. Ai piccolissimi non importa se non ci sono compagni, essendo egocentrici non se ne accorgeranno, almeno per un po’. Esiste poi la risorsa «vicini» di casa con cui si possono scambiare giornali, libri, ricette di cucina, creme di bellezza, tè e aperitivi sul pianerottolo, attraverso le staccionate dei giardini e tra i balconi.

L’importante è, senza farsi ossessionare da ininterrotti bollettini di guerra, volare alto, magari affidandosi alla musica di Mozart, Vivaldi e Rossini, arie capaci di rassicurare gli animi che il Coronavirus non distruggerà la nostra fragile, tenace felicità.