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Un marito disordinato

/ 16.12.2019
di Silvia Vegetti Finzi

Cara Silvia,
vorrei parlare di ordine e disordine in una coppia. Mio marito è un disordinato incallito e non accetta che io sistemi le sue cose. Risultato: dopo 34 anni di matrimonio la nostra casa è invasa da tutto quello che lui accumula e non butta. Se butto qualcosa se ne accorge subito. Il colmo è che controlla anche la pattumiera e ripesca quello che io ho buttato. Non so più come dirgli che mi piace l’ordine. Questo non è un problema serio, lo so, ma mi disturba molto.
Grazie per l’attenzione. / Graziella

Ma sì, cara Graziella, che è un problema serio perché la guerriglia quotidiana tra ordine e disordine, conservare ed eliminare, rivela tra lei e suo marito un conflitto profondo, una differenza esistenziale che le scaramucce non fanno che esasperare. Credo che, di fronte all’enigma dei sintomi, la prima cosa sia considerarli un linguaggio e cercare di capire che cosa vogliono dirci. Indagine particolarmente difficile in quanto, come insegna la psicoanalisi, hanno radici lunghe che rimandano a esperienze dell’infanzia ormai lontane nello spazio e nel tempo eppure capaci di condizionare i nostri comportamenti. I primi anni di vita sono particolarmente determinanti perché il pensiero non è ancora in grado di riconoscere, esprimere e condividere le proprie emozioni. Solo recentemente abbiamo ampliato lo spettro educativo sino a includere la rappresentazione degli stati d’animo ricorrendo, non solo alle parole, ma alle immagini che riportano, passando da un’emozione all’altra come in un gioco dell’oca, alla scoperta di sé. È quanto insegna Anna Llenas, una designer catalana esperta in arteterapia che, nel suo ultimo libro Labirinto dell’anima, edito da Gribaudo, ha costruito un dizionario di immagini che «risuona dentro», offrendo una esperienza che tutti, bambini e adulti, possono condividere per superare il blocco del non detto, del non dicibile. 

I bambini piccoli sono fisiologicamente disordinati in quanto giocando danno corpo alla fantasia che è mobile, volubile, contraddittoria. Per cui scelgono un giocattolo, l’abbandonano per un altro, poi magari ricercano il primo, col risultato di lasciare dietro di sé un campo di battaglia. Inutile sgridarli e punirli perché non comprendono né la colpa né la pena. Meglio riordinare insieme la cameretta una volta la settimana e per il resto lasciar perdere. Forse la mamma di suo marito è stata un po’ ossessiva suscitando nel figlio, seppur con le migliori intenzioni, lo stato d’ansia che ancora l’opprime. Nell’adolescenza poi il disordine della stanza può assumere un valore libertario, esprimere una volontà di autonomia e d’indipendenza di fronte a controlli familiari considerati ingiustificati e intrusivi. Ricordo che il professore di un Liceo milanese era solito asserire che il disordine della stanza dei ragazzi era pari alla libertà del loro pensiero. Il problema nasce, come lei rivela, dalla vita in comune, dalla necessità di ogni coppia di sincronizzare i tempi e i modi dell’esistenza quotidiana, che sembra irrilevante ma che a lungo andare può corrodere anche le relazioni più forti. Se è vero, come suppongo, che l’accumulo e il disordine costituiscono per suo marito degli impulsi che la ragione non riesce a controllare, è inutile, anzi controproducente ostacolarli e colpevolizzarli. Ogni inibizione non fa altro che rinfocolare i comportamenti compulsivi. Poiché i conflitti esigono almeno due oppositori, è sicura da parte sua di non essere un po’ troppo ordinata, di non assomigliare a sua suocera? Ha provato ad allentare le pretese e a sospendere, per quanto possibile, le richieste che tanto dispiacciono a suo marito? La sua lettera non ne mette a fuoco la personalità ma potrebbe avere un temperamento artistico frustrato dalla necessità di svolgere un lavoro esecutivo, monotono e ripetitivo, poco adatto ad esprimere le sue potenzialità creative. Tuttavia non è mai troppo tardi per dedicarsi per diletto a un’attività artistica iniziando con l’apprendere a suonare uno strumento musicale, dipingere, seguire un corso di autobiografia o di scrittura.

Un suggerimento pratico, al quale avrà già pensato, sarebbe di dedicare alla raccolta degli oggetti che lei ritiene inutili e che per suo marito risultano irrinunciabili, uno spazio particolare come la cantina, il solaio, il garage, un prefabbricato in giardino. Se questo fosse impossibile, non le resta che accettare uno stato di cose che si protrae da 34 anni e che, a quanto pare, vi ha permesso di condividere un matrimonio sufficientemente sereno. Il che, di questi tempi, non è poco. Tanto più che spesso i disordinati sono persone simpatiche, disponibili, affettive, veri e propri ammortizzatori sociali in un mondo che funziona in modo regolato, sistematico ed efficiente, però talvolta a scapito della spontaneità, della comprensione e della solidarietà.