Pochi giorni prima di Natale in tutta la Svizzera i 29’000 ex-dipendenti aventi diritto a rendite di vecchiaia, invalidità o vedovanza dalla Cassa Pensioni Migros (CPM) hanno ricevuto una bella notizia: gli amministratori – dopo aver preso atto che il grado di copertura lo scorso anno ha raggiunto il 128%, grazie a un rendimento degli investimenti complessivi del 7,4% scaturito da un patrimonio di 29,4 miliardi di franchi in valori, immobili e azioni – hanno deciso il versamento di una tredicesima «una tantum». Non so se qualcuno, da noi o nella Svizzera interna, ha già riferito di questi versamenti. Ho però l’impressione che ancora una volta abbia finito per prevalere la disattenzione mediatica, sicuramente aiutata da discrezione e riserbo che Migros evidentemente ha voluto anche per questo suo gesto. Non spetta a me, che oltretutto figuro fra i beneficiari, fornire ulteriori dettagli o stupire con cifre complessive. Ritengo però giusto rivolgere un sentito grazie agli amministratori della CPM e a Migros per il felice Natale regalato ai loro pensionati, evidenziando l’importanza di questa strenna. Ovviamente importante per i beneficiari in un contesto socio-economico particolare come quello attuale; e qualcuno di loro avrà forse rivolto un pensiero «politico» anche a un’altra tredicesima, quella dell’AVS che a Berna aspetta sempre di diventare realtà.
La notizia ha però un peso rilevante anche per l’azienda, la Migros, spesso canzonata quando altri distributori la superano in questo o in quell’altro settore di attività e allo stesso tempo poco considerata per quanto continua a promuovere da decenni e senza soste in ambito socio-culturale (cito il formidabile motore del Percento culturale, a cui unisco il valore che nella Svizzera italiana continua ad avere il settimanale che state leggendo). Mi permetto anche di accennare a due ultimi concetti. Primo: il versamento unico della Cpm ha una valenza politica che riattualizza il core value del cooperativismo. Secondo: merita particolare attenzione in campo economico anche quel capitale sociale che il fondatore di Migros Gottlieb Duttweiler ha sempre predicato ed attuato, sia alla luce dell’incertezza che stiamo vivendo, sia pensando alla necessità di recuperare quei valori umani e sociali che i politici continuano a misconoscere.
Molto diverso, perché ironico, il grazie da rivolgere a Euronews che per Natale su Twitter ha voluto diffondere uno strano servizio sulla pandemia, apparentemente collegato con la variante Omicron che si sta rapidamente diffondendo in tutto l’Occidente. Dico apparentemente perché alla fine ho scoperto che si tratta di una proposta giornalistica perlomeno subdola se non ingannevole. In primo luogo perché il servizio è stato pubblicato e illustrato con foto e video dimenticando che la gente è impegnata ormai da due anni a ripararsi da valanghe di informazioni negative, riguardanti emergenze sanitarie e aspettative per la salute. Poi perché, cercando un più consistente collegamento con l’attualità, ho scoperto che il servizio è doppiamente datato e quindi anche doppiamente «falsato» perché elude i sospetti e le naturali difese che dovrebbero mettere in guardia chi legge. Riassumendo: a Euronews hanno riproposto su Twitter un servizio dal titolo Nipah virus could cause another deadly pandemic già pubblicato a metà ottobre per documentare la presenza (fortunatamente solo in Asia, stranamente non in Cina) di un virus che «gira» fra pipistrelli della famiglia dei Pteropotidi, ma trasmissibile anche agli uomini e con un tasso di mortalità del 50%.
Nel testo la giornalista Pascale Davies, oltre a citare uno dei ricercatori che hanno creato il vaccino AstraZeneca, menziona anche un documento dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Peccato che questo «nuovo» virus è noto sin dagli anni Novanta, che la segnalazione emanata dall’Oms è di tre anni fa, vale a dire a prima della pandemia da Covid 19, e che il Nipah virus, nonostante la declamata pericolosità, finora ha fatto pochissime vittime. Mi chiedo: qualcuno riuscirà a inventare un filtro (anche solo un’app) capace di scoprire simili servizi giornalistici, ottenuti «riscaldando» artatamente articoli, filmati e documenti vecchi, pur di renderle appiccicose per i social e di impressionare i lettori?
Un grazie sentito e uno ironico
/ 10.01.2022
di Ovidio Biffi
di Ovidio Biffi