Un bilancio a 345 gradi sulla pandemia

/ 16.05.2022
di Angelo Rossi

«In movimento nonostante il lockdown» è un agile volume nel quale un gruppo di autori ticinesi e confederati ha cercato di fare un bilancio dell’impatto che ha avuto la pandemia, delle sue conseguenze e dei possibili cambiamenti a medio e lungo termine. In generale l’impatto di un fenomeno nuovo può essere quello di rafforzare o di indebolire tendenze già in atto, oppure di sopprimere o creare determinati sviluppi. Per complicare le cose bisogna poi aggiungere che l’impatto su un certo fenomeno può ritrasmettersi su altri. Per fare un esempio basterà ricordare che la pandemia, specie nel primo anno, ha ridotto in modo drastico il numero dei passeggeri in aereo e ha fatto aumentare in modo sensibile i pernottamenti in albergo in tutte le regioni turistiche del nostro paese. Non è quindi facile fare un bilancio esaustivo degli effetti della pandemia. Tuttavia questo è proprio il proposito dei curatori e degli autori di questo libro.

Preciseremo dapprima che nessuno di loro fa il processo al virus nel senso di provare a trovare di chi sia stata la colpa della sua apparizione e della sua diffusione. Tuttavia nel suo contributo Roman Rudel suggerisce che una causa del recente aumento della frequenza di trasmissioni di virus da animali all’uomo è rappresentata dalla continua, drammatica distruzione dell’habitat naturale nel quale vivono gli animali. L’esame delle cause si ferma però qui. La maggior parte dei contributi delle tre parti del libro mette a fuoco invece, come si è già ricordato, le conseguenze della pandemia nei campi di ricerca degli autori. Per esempio il settore della salute al quale è dedicato il contributo di Maria Caiata Zufferey e Luca Crivelli. Dopo aver esaminato l’impatto del Covid sul sistema ospedaliero mettendo in rilievo gli aspetti positivi della risposta sanitaria che il Ticino ha saputo dare all’insorgere della pandemia, i due autori analizzano la reazione individuale alle misure di salute pubblica sottolineando come una delle difficoltà principali sia stata quella della comunicazione. La prima parte del volume contiene anche il contributo di Spartaco Greppi e Christian Marazzi sull’impatto della pandemia sullo stato sociale e quello di Danuscia Tschudi sugli effetti del Coronavirus sull’uguaglianza di genere. I tre contributi della seconda parte, quello già citato di Rudel, che si occupa anche del problema dell’energia, e quelli di Sergio Rossi sull’evoluzione dell’economia svizzera, rispettivamente quello di Pietro Nosetti sull’andamento della piazza finanziaria, vengono definiti «strutturali» probabilmente perché si occupano, non dell’immediato, ma di quanto potrebbe succedere nel medio e nel lungo termine.

Nella terza parte infine si trovano quattro contributi che hanno in comune la prospettiva territoriale con una doppia accezione. Dapprima quella della distanza con due contributi sui mutamenti nella mobilità. Il primo, di Rosita Fibbi, indaga l’impatto del Covid sulle correnti migratorie e sulla vita dei migranti in Svizzera. I problemi rimangono in sostanza quelli di prima della pandemia. Remigio Ratti mette invece a fuoco i cambiamenti manifestatisi nella mobilità, soprattutto durante il periodo delle restrizioni. Dopo aver presentato i risultati d’assieme, la sua attenzione si concentra su due vettori importanti: le ferrovie e l’aviazione. Interessanti sono anche i riscontri per l’aeroporto di Agno che, nel 2020, dopo una lunga serie di esercizi deficitari, avrebbe ritrovato le cifre nere. Non tutto il male viene quindi per nuocere. La seconda accezione della prospettiva territoriale è quella della frontiera. In questo caso si tratta però delle frontiere interne al paese stabilite dal federalismo. Le diversità di approccio tra i cantoni, rilevano Sean Müller, Rahel Freiburghaus e Adrian Vatter nel loro testo, hanno contribuito, per finire, a ottimizzare l’efficacia delle misure anti-virus.

Infine, come spiega Marco Marcacci, il confine che in materia di competenze separa il Ticino da Berna è stato, anche nel caso della pandemia di Covid, all’origine di incomprensioni che sembra però si siano risolte in un batter d’occhio. In conclusione si può affermare che il volume, curato da Oscar Mazzoleni e Sergio Rossi, contiene un panorama a 345 gradi della pandemia. Secondo noi, per quel che riguarda il Ticino, per completarlo manca solo un esame di quanto è avvenuto nel mercato fondiario-immobiliare e nel settore turistico.