Ci sono due scuole di pensiero in merito al rapporto fra tifoserie e club sportivi. Da un lato troviamo i Fideisti. Coloro per i quali la squadra è un’entità sacra, da prendere così come è, che vinca o che perda. Criticarla è sacrilegio. La divinità non fallisce mai. E neppure i suoi sacerdoti sono passibili di osservazioni o rimostranze.
Dall’altro ci sono i Pragmatici. Coloro per i quali il team è un’azienda di cui si sentono partner-azionisti. Ne analizzano i risultati e si permettono di portare critiche e correttivi, affinché a fine stagione i dividendi sia-no più robusti. In denaro per la società, emozioni e soddisfazioni per i sostenitori.
Per i primi, ovviamente, i secondi ledono la maestà della squadra. Fino a una decina di anni fa il gioco delle parti avveniva nelle bettole e nei bistrot, le cosiddette università popolari dello sport. Da tempo, il campo di battaglia sono diventati i vari forum, siti e agorà, che dilagano sui social media. È mutato evidentemente anche il linguaggio. Sono saliti i toni. Il dibattito sovente sfocia nell’insulto, nella violenza verbale con eventuale promessa di passare a quella fisica, se il flusso di critiche non si dovesse arrestare.
Prendiamo, ad esempio, il caso dell’Ambrì-Piotta e del rapporto che lo lega alla sua tifoseria. Stagione nuova, speranze riaccese. I biancoblù partono in quinta. Risultati e gioco fanno sognare. I nuovi stranieri, Kozun e Regin, bucano subito le reti avversarie. In più è tornato il figliol prodigo, Inti Pestoni. «Quest’anno i play off sono cosa fatta». «Finalmente una squadra che ci porterà lontano». «Grandissimi Luca e Duca».
Sono tutti d’accordo, Fideisti e Pragmatici. Tuttavia, il meccanismo si inceppa abbastanza presto. Ci sono le attenuanti: infortuni e quarantene. Ci sono i capri espiatori: arbitri e linesman. «Tutto ok, ci riprenderemo». «Avanti, ragazzi».
Ma il fronte, piano piano, comincia a sgretolarsi. Affiorano preoccupazioni e malumori. «È la solita storia». «Siamo nati per soffrire». «Ma questi stranieri, ci sono, o ci fanno?».
Si susseguono le partite. I punti non arrivano. Il Power Play non funziona. Errori e ingenuità si moltiplicano. Gli stranieri continuano a stupire per la loro latitanza. Il fronte è definitivamente spezzato. I Fideisti continuano a sostenere. A pregare. A predicare positività e ottimismo.
I Pragmatici si scatenano. «Finché ci sarà quello di Sementina, non andremo lontano». «Basta, cambiate qualcosa». «Abbiamo i peggiori stranieri della storia». «Datevi una mossa».
Insomma, è guerra a tutto campo. Non potendo competere sul terreno della sostanza e delle argomentazioni, i primi si appellano al dogma. Società, allenatore, staff e giocatori non si toccano. «Quante partite hai giocato, tu, somaro, per poter criticare?». «Pensa a sostenere i ragazzi, altro che metterli in croce». «Non siete veri tifosi». «Siete la zizzania».
Fortunatamente il conflitto rimane confinato sulle pagine virtuali dei forum, altrimenti rischierebbe di diventare una storia di cazzotti e randellate, da far invidia a Peppone e Don Camillo.
Ma forse il fascino del fenomeno sport traspare anche da queste battaglie di retroguardia. Creano tensioni effimere, che ci tengono per un attimo lontani da quelle più angoscianti della nostra quotidianità. Nella chiacchiera sportiva, di scientifico, c’è ben poco. Attorno al fenomeno sport si può raccontare di tutto. A 360 gradi. Senza timore di sbagliare. Vale per l’Ambrì-Piotta che insegue la chimera play off. Vale per il Lugano che anela l’ottavo sigillo. Vale per tutte le altre realtà agonistiche del pianeta.
Pensate, ad esempio, al capitolo stranieri. I migliori tre del Langnau (Olofsson, Grenier, Pesonen) hanno messo a referto 122 punti. Quelli dell’Ambrì-Piotta (Regin, McMillan, Hietanen) solo 41. Eppure i Tigrotti dell’Emmental, in classifica, si trovano alle spalle dei Leventinesi. Forse l’unico dato scientifico sostenbile è quello relativo ai budget delle squadre.
Agli ultimi tre posti della graduatoria, quelli che non danno accesso neppure ai pre-playoff, troviamo le tre società con la minore disponibilità finanziaria: Ambrì-Piotta, Langnau, Ajoie. Anche quest’anno, per la tranquillità di chi annaspa, non sono previste retrocessioni. Ma dalla prossima stagione si tornerà a lottare sul filo che separa Paradiso e Inferno. E credo sia questo il dato importante sul quale sarà necessario riflettere.