I lavoratori residenti in Svizzera lavorano troppo o troppo poco? A livello europeo il nostro Paese è quello che conosce la settimana lavorativa più lunga: 40 ore. In Europa la durata del lavoro settimanale è invece di 39 ore; 38 ore nei Paesi nordici, 35 ore in Francia. Gli svizzeri, quindi, nel confronto internazionale lavorano di più. Ora fa discutere, non una proposta di riduzione della durata della settimana lavorativa, ma il fatto che la quota di lavoratori residenti nel nostro Paese che lavorano a tempo parziale continua ad aumentare. Molti, in particolare i datori di lavoro, hanno l’impressione che se la riduzione della durata del lavoro settimanale non entra dalla porta (vedi contratti di lavoro collettivi) entri poi dalla finestra (con il crescere per l’appunto della quota di lavoratori part-time). Quindi si lamentano e pensano che gli svizzeri tendano a lavorare troppo poco… Prima di proseguire nell’analisi, diamo un’occhiata ai dati. Stando alla statistica federale, che si estende solo ai lavoratori residenti in Svizzera (non frontalieri quindi), tra il 2010 e il 2021 i lavoratori a tempo parziale sono aumentati di quasi il 20%.
Il tasso di crescita annuale è stato dell’1,6%, un tasso quasi doppio di quello al quale è cresciuta l’occupazione totale a livello nazionale. In Ticino l’aumento dell’effettivo dei lavoratori part-time è cresciuto solo del 13,3%, a un tasso annuale dell’1,11%, mentre l’occupazione totale dei residenti è diminuita. La tendenza all’aumento della quota dei lavoratori a tempo parziale si è quindi manifestata sia livello nazionale sia a livello cantonale. Tuttavia, l’aumento è stato molto più marcato nel primo caso. Le due quote di lavoratori a tempo parziale sono di conseguenza diverse. Nel 2021 quella ticinese rappresentava il 34% dell’effettivo totale dei lavoratori, mentre la quota dei lavoratori a tempo parziale in Svizzera era già pari al 37%. Le preoccupazioni dei datori di lavoro possono però essere comprese soprattutto quando i tassi di crescita degli ultimi anni vengono usati per fare delle proiezioni. Un’estrapolazione della quota di lavoratori part-time, fatta usando questi tassi, ci permette di costatare che, nel 2040, in Svizzera il 50% e in Ticino il 42% dell’effettivo degli occupati lavorerebbe a tempo parziale. Non c’è quindi nessun dubbio: se la crescita della quota dei lavoratori a tempo parziale dovesse continuare, ancora prima della metà di questo secolo ci sarebbero più lavoratori di questo tipo che lavoratori a tempo pieno.
Quali sono le ragioni che stanno alla base di questo cambiamento? Non abbiamo remore nell’accettare la spiegazione stando alla quale per una parte dei lavoratori e delle lavoratrici residenti in Svizzera il lavoro, oggi, non occupa più la posizione predominante che occupava ancora un paio di decenni fa sulla scala dei valori. Tuttavia non crediamo che lavorare meno, guadagnando meno, sia una variante scelta da molti. Pensiamo invece che possa contare di più la spiegazione di chi fa risalire l’aumento della quota di lavoratori part-time ai cambiamenti che si sono registrati negli ultimi decenni nel rapporto di coppia: i padri hanno assunto una parte più importante sia nell’educazione dei figli, sia nello svolgimento dei lavori domestici. Noi però pensiamo che il fattore che più ha influenzato l’aumento della quota dei lavoratori part-time sia stata la necessità di mobilitare le restanti riserve di popolazione attiva, in particolare le donne, in una situazione nella quale la richiesta di lavoratori diventava sempre più importante. Non solo, molti specialisti credevano che il lavoro a tempo parziale, incrementando la conciliabilità lavoro-famiglia, avrebbe consentito di elevare il grado di attività (ossia la frazione di popolazione attiva che lavora) della popolazione femminile. In effetti è successo.
Dal 1990 al 2021 il tasso di attività femminile è aumentato in modo significativo, sia a livello nazionale sia in Ticino. La crescita del tasso di attività femminile è stata consentita dallo sviluppo del lavoro part-time. Basterà ricordare che la quota delle donne lavoratrici a tempo parziale nell’effettivo dei lavoratori part-time è finora sempre stata superiore al 70%. Da ultimo ricordiamo che, se in Ticino il lavoro a tempo parziale è meno praticato, lo si deve al fatto che da noi, invece di mobilizzare le riserve di popolazione attiva femminile, molti datori di lavoro hanno preferito ricorrere ai frontalieri.