Mi spiace: sia pure a distanza di anni devo riproporre lo stesso argomento. La scorsa settimana ho ricevuto l’invito di una rivista svizzero-tedesca a sottoscrivere l’abbonamento, ovviamente accompagnato da una copia omaggio dell’ultima edizione della stessa rivista. A motivare la mia trasgressione di sicuro contribuiscono anche i ricordi legati alla professione e alle tipografie: alimentano una sempre viva nostalgia per le produzioni editoriali più curate e l’ammirazione per le belle riviste tedesche (come dimenticare la modernità dei «Du» di 30 o 40 anni fa?).
«Schweizer LandLiebe» il nome, con l’aggettivo graficamente posizionato in modo discreto, in modo da dare risalto e forza a «Landliebe», cioè all’Amore per la terra, intesa come paese con le sue tradizioni e le sue radici culturali. Ho subito ricordato di aver avuto in mano e recensito uno dei primi numeri della rivista svizzero-tedesca una decina di anni fa; ma quanto ripropone ora mi suggerisce di parlarne di nuovo in questo spazio. Come avevo scritto allora, per spiegare titolo e contenuti, «Schweizer LandLiebe» persegue nell’informazione linee e principi che ricordano un po’ quelli che hanno suggerito a Migros di creare la linea di prodotti «In Ticino per il Ticino». Anche la rivista ha scelto di proporre ai lettori uno stretto e coinvolgente contatto con il territorio, e lo fa con storie, interviste e approfondite analisi su tematiche direttamente o indirettamente legate alle tradizioni o mirate alla salvaguardia della natura.
A distanza di un decennio il prodotto editoriale è praticamente immutato: «Schweizer LandLiebe», prima precorrendo e ora seguendo una tendenza in atto da tempo e diffusa un po’ ovunque, quindi anche in Svizzera, sostiene un ritorno alla natura esteso e applicato a tutto quanto alimenta in generale le spinte contro il degrado e i mutamenti ambientali, ma anche uno stile di vita che consenta una riscoperta della vita semplice e di tanti valori che la società ha sacrificato a modernità e tecnologie.
A distanza di anni, la rivista edita da Ringier conferma che il giornalismo moderno premia ancora chi nei contenuti e nella presentazione grafica è attento del passato e al tempo stesso vigile a non subire certi modelli digitali che finiscono per affossare quotidiani e riviste. C’è una frase di Albert Einstein che si addice all’impegno presente nelle pagine della «Schweizer LandLiebe»: «La modernità ha fallito. Bisogna costruire un nuovo umanesimo altrimenti il pianeta non si salva». È quanto con modestia e perseveranza continuano a fare André Frensch (caporedattore sin dall’avvio delle pubblicazioni) e una redazione preparata, sempre ispirata e dinamicissima. Alcune ricerche sul web mi recano conferme: «Schweizer LandLiebe» oggi ha oltre 100 mila abbonati e una tiratura che con le vendite in edicole e librerie va oltre le 177’000 copie. Ciò significa che la formula funziona come esempio di giornalismo «trendy», impegnato in questo caso per andare incontro a chi è rimasto o si sente legato a certi valori del passato, come pure a coloro che vogliono condurre uno stile di vita moderno, sostenibile e rispettoso della natura. Come già accennato, la particolare attrazione di questa rivista è il continuo e attento «richiamo della natura» che redattori e responsabili della parte grafica della rivista riescono a interpretare in modo intrigante e innovativo. Niente a che vedere però con una rivista «di nicchia», legata solo alla natura (giardinaggio, enogastronomia, escursionismo, turismo ecc.) oppure votata a uno dei tanti filoni suggeriti dalle millanta sfumature di verde.
Molti lettori apprezzano e lodano soprattutto la «swissness» della rivista, una «svizzeritudine» non patriottarda ma impegnata a far rivivere e conoscere meglio (talvolta aggiornandoli) certi valori e certe passioni del passato. Come tutte le riviste anche «Schweizer LandLiebe» in ogni sua edizione ha un tema dominante che varia con le stagioni. Per la primavera che stiamo vivendo, ad esempio, la scelta è caduta sulle varie vie del picnic, descritto e illustrato con tanti esempi e suggerimenti. Ma gli argomenti trattati e i personaggi ospitati dal team redazionale sono numerosissimi (meritano citazione visita e presentazioni delle colline moreniche della vallata della Sihl illustrate da straordinarie fotografie).
Per capire i segreti del successo editoriale di «Schweizer LandLiebe» basta un’operazione molto semplice: sfogliare la rivista e curiosare tra i numerosi e variatissimi contenuti redazionali. Certo, occorre conoscere il tedesco (impensabile una traduzione in italiano, oppure un prodotto che proponga temi analoghi riferiti solo alla Svizzera italiana, presente comunque di tanto in tanto nei servizi dedicati ai richiami turistici di casa nostra). Questo per dire che è sufficiente anche solo ciò che gli occhi captano per capire che sono soprattutto le emozioni della «svizzeritudine», disseminate con superba maestria grafica, a catturare e convincere i lettori dello «Schweizer LandLiebe».
«Svizzeritudine» che emoziona
/ 03.05.2021
di Ovidio Biffi
di Ovidio Biffi