Non capita spesso di trovare la coda davanti a una piccola libreria di viaggio: sono nel centro di Verona, in via Stella, a poca distanza da piazza delle Erbe e dalla casa dei più famosi amanti infelici («O Romeo, Romeo! Perché sei tu Romeo?»). Scopro subito che oggi la libreria Gulliver accoglie due viaggiatori fuori dal comune, Lucia e Simone.
La loro storia inizia molti anni fa. Lui milanese, informatico; lei fiorentina, impiegata nelle risorse umane di una grande multinazionale. Quando si conoscono li accomuna una passione assoluta per la motocicletta e i lunghi viaggi, ai quali riservano per intero ferie e risparmi.
Una prima svolta nella loro vita avviene per caso durante un viaggio in Marocco, quando vedono un camion parcheggiato nel bel mezzo del lago Iriki, prosciugato con la costruzione della diga di Ouarzazate, mentre il suo proprietario si gode il paesaggio comodamente seduto su una sedia pieghevole. È una folgorazione, o meglio una conversione: di colpo i due motociclisti percepiscono tutti i limiti del loro mezzo di trasporto.
All’inizio del 2015 Lucia e Simone bruciano tutti i ponti alle loro spalle. Nel giorno di san Valentino per trentamila euro acquistano in Baviera un gigantesco camion MAN già utilizzato dall’esercito danese. Valentino (inevitabile chiamarlo così) viene ricoverato in un capannone alle porte di Milano, dove anche i suoi nuovi padroni si trasferiscono, per risparmiare. In due anni di lavoro febbrile, con un cospicuo investimento iniziale e un’abilità manuale fuori dal comune, Lucia e Simone trasformano il vecchio camion militare in un mezzo solido, efficiente e affidabile, adatto per viverci tutto l’anno senza dipendere da piazzole di sosta o altri servizi, insomma una vera e propria casa su quattro ruote. Nell’aprile 2017 Valentino è pronto per il viaggio inaugurale.
Dopo aver venduto (o regalato) tutto quello che possiedono, e lasciati i rispettivi lavori, Lucia e Simone cominciano una nuova vita nomade col progetto Stepsover.
In attesa di decidere quale direzione prendere, i due scelgono nuovamente il Marocco, ben conosciuto, per mettere alla prova il nuovo veicolo. L’idea iniziale è tornare poi in Europa e puntare verso le distese dell’Asia centrale. Invece dal Sahara occidentale si spingono fino a Dakar, in Senegal, e lì s’imbarcano su una nave cargo diretta in Sudamerica. Dopo un mese di traversata sbarcano in Uruguay. Viaggiano attraverso Argentina, Brasile, Bolivia e Cile, per poi puntare verso la Patagonia. Da lì risalgono poi tutto il continente americano sino all’altro estremo, in Alaska.
Il senso del viaggio si rivela poco per volta, alternando improvvise accelerazioni a lunghe pause, per godere della bellezza dei luoghi o per dedicarsi alla manutenzione di Valentino. La vita quotidiana si rivela sorprendentemente economica senza le spese per l’alloggio: un migliaio di franchi al mese bastano e i risparmi vengono utilizzati solo per le emergenze, anche perché Lucia e Simone cominciano a guadagnare con lavori online e attraverso la condivisione di video su YouTube.
I due coraggiosi viaggiatori hanno conquistato strada facendo una vasta popolarità, incrociando diversi temi prediletti dal pubblico. Oltre naturalmente alla passione per il viaggio, c’è il desiderio diffuso di spezzare le catene della routine, mollare tutto per cambiare vita e seguire liberamente le proprie passioni (downshifting). Anche la parte più tecnica, la descrizione degli interventi meccanici per trasformare un vecchio veicolo adattandolo perfettamente ai propri gusti e bisogni, intercetta l’interesse diffuso per la vanlife, la vita on the road.
Proprio la promozione del loro ultimo libro (Cambio di rotta. Stepsover. Dall’Italia all’America: il giro del mondo che ha cambiato la nostra vita, Sperling & Kupfer) li ha portati oggi in libreria a Verona, ma nel tempo dei social il libro è un canale di comunicazione come tanti altri, e quest’oggi in particolare sembra servire soprattutto ai fan per chiedere un autografo. Nonostante il successo Lucia e Simone sono umili, gentili con tutti, ma si capisce che questa è per loro solo una breve pausa; cinque anni dopo il gran salto nel vuoto, guardano già lontano, alla ripresa del loro viaggio.