Le partenze per un viaggio iniziano molto prima dei preparativi, iniziano nella testa. In questa fase di fantasie e proiezioni sulla Timeline di Facebook, tra le mie amicizie, vedo il post di una traduttrice di Lipsia che annuncia di mettere in affitto alcuni appartamenti appena ristrutturati a pochi km dal centro di Lipsia. Guardo le foto e mi sembrano tutti perfetti, c’è anche la possibilità di prendere la bici e pedalare fino in città. Le scrivo su Messenger e, in men che non si dica, la questione pernottamento è risolta. Sei giorni in un appartamento in campagna con Wi-fi e, cosa più importante scoperta una volta sul posto, simpaticissimi gatti che ti vengono a trovare tutte le mattine. Della serie, bene le comodità tecnologiche ma nulla possono di fronte alla presenza fortuita di un peloso quattro zampe.
Arriva il momento della pianificazione del viaggio e scopro che non ci sono voli diretti per Lipsia. Decido di volare su Berlino con Easyjet e da lì valuto se prendere il treno per Lipsia ma il biglietto, sui 40 euro per un’ora di viaggio, non è proprio economico. Cerco un’alternativa quando su Fb mi compare la pubblicità di Flixbus. Guardo tratte e orari e vedo che c’è un Flixbus Berlino-Lipsia, durata del viaggio due ore e mezzo al costo di 7 euro. Lo prendo! Arriva il giorno della partenza e sorrido nel vedere che l’applicazione Easyjet mi invia le notifiche con gli aggiornamenti del volo in tempo reale. Sono seduta al bar dell’aeroporto e mentre sorseggio un fumante cappuccio propiziatorio una notifica dice di avviarmi al gate, l’imbarco è aperto. Niente più corsa ai tabelloni, dunque, con collo tirato e occhi strabuzzati, per scovare il volo.
Arrivata a Berlino prendo il treno per Alexanderplatz, dove ho circa un’ora di tempo prima del bus, e mi infilo da Starbucks per controllare la posta ed eventuali messaggi con il Wi-fi gratuito. Seconda bevanda propiziatrice, questa volta un gigantesco latte macchiato rinforzato da muffin al cioccolato. Felice, con qualche minuto di anticipo e qualche etto in più, mi dirigo verso la fermata dei Flixbus, li avrete visti anche voi in autostrada, verdi con la scritta gialla. Il bus è pronto sul posto, l’omino dei biglietti ne controlla già qualcuno o, meglio, controlla gli schermi dei cellulari perché tutti hanno il biglietto online con codice QR. Ce l’ho anch’io e sorrido perché in queste situazioni ti senti messo alla prova, senti di dover superare una sorta di test che misura il tuo grado di tecnologizzazione e, nel momento in cui ti scopri smart, abbozzi un sorriso e ti senti parte della comunità digitale. Anche se ho qualche perplessità perché mentre salgo al secondo piano del bus incrocio lo sguardo di due adolescenti sghignazzanti che sembrano prendersi gioco di tutti i passeggeri che superano il controllo. Sono quei momenti in cui metti in forte dubbio la tua smartness perché per quanto tu possa essere tecnologica pensi che i giovani lo siano di più.
Prendo posto vicino al finestrino, controllo, e... sì, il mio smartphone in un istante si collega alla Rete Wi-fi gratuita. Non solo, scarico l’applicazione di Flixbus e scopro di poter scegliere due audiolibri dal catalogo degli audiobook di Audible e ascoltarli gratuitamente. Scelgo La storia delle api di Maja Lunde, il viaggio è assicurato.
Non è solo in casi come questi che la connessione migliora la nostra qualità di vita e di intenti. A giugno Roberto Antonini, responsabile dell’approfondimento culturale di Rete Due, di ritorno dal suo viaggio in Siria per dei reportage giornalistici, sulla sua bacheca Fb ha postato un appello per aiutare la famiglia En Jabbour a Homs a ricostruire la loro casa semidistrutta. Il post è stato subito condiviso, commentato e apprezzato da più parti, ed è stato bello apprendere qualche settimana fa, sempre da Fb, che è stata raggiunta la somma necessaria per ridare speranza e un tetto sopra la testa a questa famiglia siriana.