Se io saprei

/ 02.10.2017
di Paolo Di Stefano

«Se io saprei citare Borges». È il titolo visibilmente scorretto di un articolo, apparso in un recente numero dell’«Espresso», in cui vengono elencati gli strafalcioni dei politici. Non solo quelli grammaticali, anche quelli concettuali. Berlusconi dichiarò diversi anni fa che avrebbe voluto incontrare Alcide, il padre dei sette fratelli Cervi fucilati dai fascisti nel dicembre 1943. Purtroppo il famoso Alcide Cervi era morto a sua volta una trentina d’anni prima. 

«Se io saprei chi è Remolo». In un vertice Nato a Pratica di Mare, l’allora (e oggi non più) Cavaliere fece una lezioncina ai massimi leader del mondo sulla fondazione di Roma, citando non solo Enea e Anchise, Latino e Lavinia, ma anche Romolo e Remolo. Sì, Remolo. Un giorno disse, usando un anacoluto già in sé da penna blu: «Obama ha tutto per andare d’accordo con lui», e poi aggiunse: «perché è giovane, bello e anche abbronzato…». Tutta roba che… (scusando l’anacoluto) una persona dotata del senso della vergogna sarebbe scomparsa per qualche anno dalla tv, dalla politica e dai vertici internazionali. Invece, rieccolo. Sarà ri-candidato premier con questo bel curriculum di gaffe alle spalle, oltre a quello giudiziario, forse ancora più ricco. 

«Se io saprei che cos’è il Darfur…». Un deputato compagno di partito del Berlusca si è lasciato sfuggire: «Eh il Darfur… a noi italiani piace mangiar bene». Aveva confuso la provincia del Sudan con il «fast food». C’è chi ritiene che Pinochet fosse il dittatore del Venezuela. Una ministra dell’Istruzione e della Ricerca, Mariastella Gelmini,  scrisse una dichiarazione in cui rivelava al popolo degli incolti che il tunnel Cern-Gran Sasso era una galleria che collegava Ginevra con l’Abruzzo. Un deputato cinquestelle dei più noti, Alessandro Di Battista, alla Camera denunciò: «Macron piace a tutti quanti voi come se fosse Napoleone ma almeno quello combatteva sui campi ad Auschwitz e non nei consigli d’amministrazione delle banche d’affari». 

«Se io saprei di non sapere che Auschwitz non è Austerlitz». Un altro iniziò il suo intervento dichiarando di voler essere «breve e circonciso». Le strade che portano al successo televisivo sono lastricate di gaffe e di ignoranza: Obama Bin Laden è un esempio clamoroso, così come la Rivoluzione francese collocata nel 1870, la caduta del Muro di Berlino fissata al 1992, la Rivoluzione russa datata 1814. Così come è clamoroso che un giovane premier italiano pronunci «tannel», all’inglese, per dire semplicemente tunnel. «Il tannel del Gottardo…».

«Se io saprei che cos’è la Lamenia». Domanda di un cronista in vena di scherzi: si parla in questi giorni di Brexit, oltre alla Norvegia e alla Svizzera, anche la Lamenia vuole avviare un referendum per uscire dall’Unione europea. Che ne pensa, onorevole? Risposta: «È conseguenza del fatto che i paesi membri non gestiscono bene il fenomeno migratorio». Ma non sarà più semplicemente conseguenza del fatto che Norvegia e Svizzera non appartengono alla Ue e che la Lamenia non esiste su nessuna carta geografica? Dunque, onorevole, ripassi a settembre anzi non ripassi del tutto: imperativo categorico! Già, dimenticavamo le interpretazioni creative delle coniugazioni verbali: «Il migrante è gerundio, – ha azzardato tempo fa Matteo Salvini – quando migri sei un migrante…». È azzardato e improprio chiedere a un onorevole che potrebbe votare una riforma scolastica qual è il congiuntivo imperfetto del verbo azzardare? No, perché se ha fatto una fortunata carriera pubblica pur confondendo l’indicativo con il participio e il gerundio con il futuro, quel parlamentare ignorerà quanto sia importante studiare l’italiano per stare al mondo.

«Se io saprei almeno la radice quadrata». Quella di 81? «Mi lasci, oggi sono stanco…» è la risposta di un famoso politico. E la radice quadrata di 9? Risposta: «Faccia lei come crede». 7x8? «In matematica sono zero…» esclama a braccia larghe il prestigioso leader sindacale. D’accordo, allora proviamo con la letteratura. Chi ha scritto lo Zibaldone? Risposta seccata: «No, guardi, io non mi faccio interrogare da lei!». Chi ha scritto «M’illumino d’immenso»? Risposta: «Aspetti, questa la so: Pascoli!». È troppo affermare che questa è ignoranza? E che se i nostri governanti (participio presente) sono ignoranti (idem), abbiamo tutto il diritto (e forse anche il dovere) di essere molto preoccupati? E non solo in Italia, se è vero che il ministro degli Esteri polacco qualche mese fa ha spiegato di aver avuto un incontro con i rappresentanti di San Escobar, uno Stato inesistente come la Lamenia. «Se io saprei con chi parlo, parlerei con chi so o saprei o saprò… Sì, saprò, congiuntivo piuccheperfetto…». Voti d’aria? Tutti bocciati (participio passato ma purtroppo anche presente).