The Great Resignation o The Big Quit negli Stati Uniti è uno dei grossi temi degli ultimi mesi. La CNN pochi giorni fa parlava di numeri record, quasi 48 milioni di americani nel 2021 hanno scelto di lasciare il proprio posto di lavoro per occuparsi della propria famiglia, andare in prepensionamento, optare per una professione più in sintonia con il proprio stile di vita. Melissa Williams, donna in carriera e mamma, nel 2021 causa pandemia ha dovuto rinunciare al suo lavoro. Ha potuto permetterselo perché il marito lavora a tempo pieno. Ma in un’intervista a The 60 Minutes, il programma della CBS, non nasconde che è stato un momento difficile: «Ho sempre lavorato da quando avevo 17 anni. All’improvviso ho sentito tutto il peso delle bollette da pagare e la responsabilità della famiglia». Due mesi dopo ha trovato Worxbee, azienda digital only fondata dalla brillante imprenditrice Kenzie Biggins per mettere in contatto le aziende con gli executive assistant di cui hanno bisogno, cioè quei profili professionali che si occupano della gestione quotidiana delle attività, svolgono mansioni di tipo organizzativo ed esecutivo. Il lavoro è da remoto, il segreto per Kenzie Biggins sta nel mettere insieme le persone giuste. Se nel periodo prepandemico nessuno ci credeva, ora Worxbee è sotto gli occhi di tutti un’idea vincente. Melissa Williams oggi lavora da casa per tre aziende diverse: «ho la stessa mole di lavoro di prima con la differenza che in questo momento sono io a scegliere».
Dice bene Christine Romans sulla CNN Business quando scrive «Dimenticate le grandi dimissioni d’America, si tratta delle grandi opportunità». Karin Kimbrough, chief economist e data scientist di Linkedin, analizzando i dati del social media ci dice che gli americani durante la pandemia hanno scoperto e sviluppato una passione per il lavoro da remoto. Se prima della pandemia tra le offerte di lavoro una su 67 era da remoto, ora è una su sette. Stando a Linkedin, a dare le dimissioni sono in particolare i Baby Boomer e le Generazioni Z, con il numero di donne che supera quello degli uomini. La BBC ci racconta la storia di Todd Smith, pilota di volo trentenne molto attento alla questione ambientale. La pandemia e il duro colpo inflitto all’aviazione commerciale gli hanno permesso di risolvere quello che era diventato un conflitto impossibile da sostenere: «Vedevo crescere la minaccia del cambiamento climatico e la sua correlazione con le emissioni di anidride carbonica». Oggi Todd Smith è un attivista per il clima e cofondatore di Safe Landing, un movimento che sensibilizza i lavoratori dell’aviazione sulla questione ambientale. Rinunciare al suo sogno e a un lavoro che gli dava una sicurezza economica è stato tutt’altro che facile: «è stata una scelta disperata, ma prendere consapevolezza e agire di conseguenza è stato catartico». Todd Smith è uno dei tanti giovani che optano per quella che in inglese si chiama low-carbon career (carriera a bassa emissione di carbonio).
«Bloomberg green» qualche settimana fa titolava «La generazione Thunberg chiede posti di lavoro in sintonia con i principi verdi». Secondo Cheryl D’Cruz-Young, responsabile assunzioni della società di consulenza statunitense Korn Ferry, «là fuori c’è un mondo nuovo in cui i giovani decidono di non lavorare con aziende che non rispettano certi standard etici e ambientali». Secondo uno studio dello scorso anno il 49% delle persone tra i 18 e i 25 anni e il 44% delle persone tra i 26 e i 38 anni hanno scelto il loro lavoro in base all’etica personale. Sempre più giovani si concentrano su professioni legate al clima e all’ambiente, fare soldi non è la priorità. Le condizioni di tempo estreme, l’accordo di Parigi sul clima e la campagna di Greta Thunberg hanno portato concetti come sostenibilità e rispetto per l’ambiente in cima alle priorità professionali di molti giovani.
In tutto questo, che ruolo ha il giornalismo? Wolfgang Blau, cofondatore del network di giornalismo di Oxford per il clima, non ha dubbi: «Sulla questione del cambiamento climatico è ora che il giornalismo faccia la sua parte». Come e perché lo scopriremo nella prossima puntata.