Salute mentale, social network e amici animali

/ 16.08.2021
di Natascha Fioretti

Salute mentale questa sconosciuta tanto sospirata in tempi di pandemia. Se ne è parlato molto nelle ultime settimane in ambito sportivo grazie a Simone Biles, pluricampionessa di ginnastica artistica, ritiratasi dalla gara a squadre dei Giochi olimpici per concentrarsi sul suo benessere mentale. Peccato che la stessa libertà di scelta non spetti anche agli animali. Mi riferisco in particolare ai cavalli visto che alcuni in questa edizione olimpica se la sono vista brutta. Jet Set, il cavallo della squadra elvetica, è stato abbattuto a causa di un grave infortunio nella gara di cross country. Alejandro, il cavallo dell’irlandese Sweetnam, nella gara di qualifica a squadre si è trascinato a fatica su più di un ostacolo finché è caduto in pieno su un oxer sbalzando di sella il suo cavaliere. Chissà se altrimenti Sweetnam si sarebbe fermato. Saint Boy nella gara di salto di Pentathlon moderno ha dato forfait. Prima, saltando di rimessa l’ostacolo numero cinque, ha preso in pieno una barriera sulle gambe poi, sull’ostacolo successivo, si è piantato e non ha più voluto saperne di saltare. Come si dice in gergo è andato in difesa. E se la tedesca Annika Schleu ha visto sfumare l’occasione di una vita, la sua allenatrice Kim Raisner è stata squalificata dai Giochi per aver colpito il cavallo con un pugno gridando ripetutamente «Colpiscilo!». Nel bene e nel male, il destino degli animali da competizione è nelle nostre mani e se noi, pensando a Simone Biles, possiamo salvarci, per loro la questione è diversa.

Di certo non possono andare su Instagram o TikTok e trovare i consigli del giorno come fanno i Millennials, definiti dal «New York Times» e dal «Wall Street Journal» la Therapy Generation. Stando ad uno studio del Center for Collegiate Mental Health della Penn State University, dal 2011 al 2016 il numero di studenti di college e università che si sono rivolti a degli specialisti ha subito un’impennata vertiginosa. Il report della Blue Cross Blue Shield Association ci dice che tra il 2013 e il 2016 le diagnosi di depressione nei giovani tra i 18 e i 34 anni è aumentata del 47%. Sempre più giovani cercano aiuto e in primis sui social cambiando di fatto la relazione tra terapista e paziente. Provate a digitare in Google «instagram therapists» e uscirà una lunga lista degli account più seguiti a partire da quello della Dr. Nicole LePera con oltre quattro milioni di follower che promette di guarire e aiutarci a creare una nuova versione più consapevole di noi stessi. La prima psicoterapeuta a sbarcare su Instagram nel 2017 è stata Lisa A. Olivera che sottolinea il merito dei social network: raggiungere chi non può permettersi le cure per la propria salute mentale. Parlarne apertamente in Rete come hanno fatto Lady Gaga e Demi Lovato ha contribuito a dissolvere l’idea per cui le persone in cerca di un sostegno psicologico siano deboli. D’altro canto con la notorietà in Rete aumentano i contatti e il passaggio da follower a paziente è un attimo. Certo è presto per dire addio alla poltrona dello psicanalista ma è chiaro che la pandemia e il lockdown hanno contribuito da un lato ad aumentare ansie e paure, dall’altro a scoprire il potenziale dei social e delle app in questo campo. Senza voler nulla togliere al «fantastico» mondo dei social, ritengo che una delle terapie più efficaci per ansie e problemi comuni sia l’interazione con gli animali. Stare con loro rigenera la mente, ti mette alla prova e ti relaziona in modo profondo con l’universo. Aiuta anche stabilire nuove connessioni, pardon!, a fare nuove amicizie.

In questi giorni di grande caldo al mare tutti i pomeriggi con Coffee andiamo a sederci all’ombra dei pini marittimi di un piccolo parco. Per qualche arcano mistero lì tira sempre una lieve e fresca brezza marina. A volte ci addormentiamo, altre incontriamo i nostri amici. Il giovane Golia, l’Alano dagli occhi azzurri, e Crash, meticcio di sedici anni con seri problemi al cuore. Evelina, la sua padrona, sta attraversando un brutto momento. Non più giovane, lasciata dal marito è in cerca di un appartamento e in più teme per Crash, sedici anni non sono pochi. Noi della combriccola del parco facciamo il possibile per aiutarla, chi le dà dei contatti utili, chi dei consigli, chi semplicemente cerca di rincuorarla. Ogni tanto arriva un cane tutto trafelato a chiedere un biscotto o una carezza e tutto il mondo sembra tornare in ordine. Neanche si sentono i 40 gradi all’ombra…