Cara Silvia,
purtroppo non ho figli miei ma la vita mi ha dato la possibilità di vivere la maternità prendendomi cura di due gemellini, Emilio e Riccardo, figli di una vicina di casa impegnata tutto il giorno come chirurgo ospedaliero. Li ho cresciuti con dedizione e amore e adesso che hanno 16 anni hanno superato tutti i problemi di salute. Ma, purtroppo, non quelli psichici. Sono sempre stati vivaci e intelligenti finché non è subentrato un problema: divengono sempre più taciturni, chiusi e annoiati e il rendimento scolastico si è molto abbassato.
A scuola si comportano da estranei e, appena a casa, si chiudono in camera restando ore a letto o dinnanzi al computer. Sembra che la vita fuori non li interessi, tanto che non si rallegrano per niente: un dono, una festa, uno spettacolo, una gita o un viaggetto li lasciano indifferenti.
Vorrei tanto vederli felici ma non so come fare, mi consigli lei. La ringrazio sin d’ora della sua risposta. / Eugenia
Cara Eugenia,
difficile comprendere da lontano se i due fratelli stanno attraversando una crisi momentanea, magari causata dalla stanchezza per la fine della scuola, come mi auguro, oppure sia l’inizio di un ritiro sociale che li porterà progressivamente ad allontanarsi dal mondo reale per immergersi in quello virtuale. Tenga conto che al di là dello schermo tutto è possibile: si possono compiere azioni, magari estreme, e poi annullarle premendo il tasto Reset senza affrontarne le conseguenze.
Una forma di vita che gratifica il senso di onnipotenza, «voglio tutto subito», che contraddistingue l’adolescenza. Ma in profondità si coglie anche un penoso senso d’inadeguatezza, il timore di non essere all’altezza delle richieste estetiche e prestazionali di una società sempre più competitiva.
Non dimentichiamo che, durante il Covid, questa generazione non è uscita dal suo ambiente per mesi e l’isolamento si trasformato per molti in una scelta di solitudine che disorienta e preoccupa i familiari. Apparentemente i ragazzi non avvertono il problema e non chiedono niente. Chi lo fa sono i genitori. Ed è difficile aiutare chi non vuole essere aiutato.
Secondo una recente ricerca svolta in Italia, il tempo degli «isolati» trascorre così: per 64,2% ascoltando musica, per il 49,8% comunicando sui Social Network, per il 45,5 % dormendo, per il 38% partecipando ai Gaming online, vedendo la Tv per il 36,2%. Nella popolazione scolastica sono 54’000 (2,7% dai 15 ai 17 anni) i giovani che attualmente non escono di casa.
Siamo soliti pensare che il cosiddetto fenomeno degli Hikikomori – termine coniato in Giappone dove il problema si è posto per la prima volta – riguardi soprattutto i maschi, ma gli ultimi dati riferiscono una popolazione femminile altrettanto coinvolta. L’importante è non sottostimare la situazione e intervenire tempestivamente perché col tempo diventa sempre più difficile accettare la sfida della realtà. I sedici anni dei gemelli sono pertanto il momento opportuno per aiutarli ad affrontare le difficoltà della vita, senza le quali non si cresce.
L’importante è intraprendere un approccio sistematico che non isoli il ragazzo ma prenda in esame tutto il sistema sociale, a cominciare dalla famiglia. Senza trascurare di coinvolgere gli insegnanti che, nel 27% non se ne preoccupano, nel 23% pensano sia una malattia, mentre solo il 21% si sente coinvolto nel malessere degli alunni.
Lei mi chiede «Che fare»? Una risposta semplice e immediata non c’è. Ma non si senta impegnata a rendere felici i suoi gemelli. La felicità si può attendere, magari propiziare, ma non pretendere. Se la consideriamo un diritto non facciamo che indurre scontento e delusione. Sarà la vita a decidere in base alle scelte e alle circostanze di ciascuno. In questi casi è invece fondamentale fare rete anche se i tempi per stabilire relazioni sono molto lunghi. Una ragione in più per essere tempestivi e, come dicevo, approfittare delle vacanze estive per scoprire le preferenze dei gemelli in modo da renderle attrattive per ciascuno di loro.
Solo quando la vita vera sarà meglio di quella finta, il computer rimarrà spento e le porte delle camerette si apriranno.