Qualche settimana fa è stato pubblicato, con notevole ritardo rispetto agli anni precedenti, l’annuario statistico ticinese 2020. Come per tutte le altre pubblicazioni in forma di libro, uscite dalle nostre tipografie quest’anno, il ritardo è dovuto alla pandemia di Coronavirus. Finalmente però l’annuario è arrivato e ci consente di seguire l’evoluzione di fenomeni importanti, anche nel lungo termine. Per esempio l’evoluzione demografica.
Tutti i nostri lettori sanno che il Cantone Ticino sta conoscendo l’inizio di una crisi demografica, nel senso che, da tre anni, la popolazione residente nel Cantone è in diminuzione. Questo andamento appare in netto contrasto con quanto si era manifestato fino a pochi anni fa. Dal 1990 al 2018, infatti, la popolazione residente nel Cantone era aumentata del 25%, ovverossia a un tasso annuale dello 0.74% . All’interno del Cantone, come dimostrano le variazioni per distretto riprodotti nel grafico in calce, si sono manifestate grandi differenze nell’andamento demografico. Mentre i distretti urbani delle tre maggiori città, ossia Bellinzona, Lugano e Locarno, hanno conosciuto un aumento della popolazione superiore al 20% (con il distretto della Turrita largamente in testa), nei distretti della Regione Tre Valli la variazione della popolazione è stata molto più contenuta. In coda alla classifica viene il distretto di Leventina la cui popolazione diminuisce lentamente, oramai da 50 anni. Osserviamo infine che il distretto di Mendrisio e quello di Vallemaggia occupano posizioni intermedie, con tassi di variazione della popolazione tra il 15 e il 20% perché profittano, grazie alle qualità residenziali di alcuni loro comuni, a ridosso delle città, del fenomeno della suburbanizzazione. Di questo fenomeno pare non traggano profitto invece i comuni della Riviera che pur confinano con il distretto di Bellinzona. Verso gli agglomerati urbani delle città la popolazione è attratta sia dall’offerta di posti di lavoro, sia da quella di servizi centrali, in particolare dalle infrastrutture pubbliche e para-pubbliche per il tempo libero (attrezzature sportive e culturali). Ovviamente anche la campagna e le valli possiedono la loro attrattiva.
Così nelle inchieste su dove la popolazione residente in Svizzera vorrebbe andare ad abitare sono sempre localizzazioni fuori dagli agglomerati urbani che ricevono la maggior parte delle preferenze. Di fatto però la popolazione del Ticino, nel corso degli ultimi decenni, ha sempre di più preferito abitare in città, o nelle immediate vicinanze, anche se i costi dell’alloggio in ambiente urbano continuano ad aumentare. Avenir Suisse si è occupata di recente di questo problema e ha suggerito di leggere la realtà territoriale del nostro paese in modo un po’ diverso da quanto abbiamo fatto sin qui.
Invece di parlare di regioni alpine, per indicare le regioni in cui la popolazione cresce lentamente o, addirittura, diminuisce, Avenir Suisse considera le grandi vallate che solcano il fianco delle Alpi e trova che sono territori che ospitano potenziali di popolazione molto interessanti. Così la vallata del Rodano, dal lago alla valle di Goms conta 422’000 abitanti e 213’000 posti di lavoro, la vallata del Reno fino al lago di Costanza, 334’000 persone e 187’000 posti di lavoro e l’asse del San Gottardo, da Flüelen al Piano di Magadino, 189’000 abitanti e 98’000 posti di lavoro. Il potenziale demografico e economico di queste regioni è quindi interessante e equiparabile a quello di agglomerati urbani della stessa dimensione. Tuttavia esse si sviluppano su decine di chilometri e non producono perciò né economie di scala, né economie di agglomerazione che sono i tipici vantaggi economici di cui godono le località urbane. In più la loro dotazione di servizi centrali è carente. Di conseguenza sono meno attrattive degli agglomerati urbani. Avenir Suisse raccomanda di studiare il problema al livello dell’intera regione, tra l’altro rafforzandone i centri con nuove funzioni. Viste le tendenze in corso, in Ticino, il banco di prova di questo orientamento potrebbe essere un programma di rilancio delle Tre Valli oppure, seguendo piste che già sono state aperte, addirittura un programma di rilancio della Regione del San Gottardo.