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Quando il corpo cerca dove può

/ 20.02.2017
di Laura Botticelli

Gentile signora Laura,
Vorrei dimagrire 10kg ma non riesco! Non capisco perché, ho iniziato mangiando meno, ma poi non scendevo più e quindi ho iniziato a saltare la cena… ma al posto di dimagrire sto ingrassando! Non so proprio come fare. Mi consiglia qualche dieta speciale?
Cordiali saluti, Gianna

Gentile signora Gianna,
per poterla aiutare concretamente avrei bisogno di vederla di persona e porle tutta una serie di domande atte a capire la sua situazione personale.
La ringrazio comunque per l’interessante domanda e per avermi fornito uno spunto sicuramente utile, che va a riallacciarsi a un mio vecchio articolo… So che si tratta di una questione che spesso confonde, e quindi ben volentieri le dirò qualcosa a riguardo, anche perché essendo un problema sollevato da molti e spesso, potrebbe essere d’aiuto non solo a lei.

Per prima cosa le chiedo: «Perchè non cena più?»

Un «errore gravissimo», ma molto comune, che riscontro spesso nei pazienti che si rivolgono a me per perdere peso, è quello di saltare i pasti o mangiare pochissimo. Certo, sono la prima a capire quale sia il diabolico inghippo: all’inizio, l’equazione «meno mangio, più perdo peso» vale come dato di fatto, ma poi, a un certo punto, ecco che il corpo non «reagisce» più come sperato, e quindi si passa dal mangiare meno al saltare addirittura i pasti. Alcune persone invece, demoralizzate e frustrate da questo insuccesso inspiegabile, riprendono a mangiare, spesso più e peggio di prima, rimettendo il pallone a centrocampo in attesa di un nuovo fischio d’inizio.

Curioso, no? Senza entrare troppo in noiosi dettagli tecnici, quello che succede si riassume così.

Anche se stiamo tutto il giorno immobili a letto, il nostro corpo brucia energie per nutrire i nostri organi interni che comunque continuano a lavorare per noi – il nostro cuore, fegato, cervello eccetera infatti non si prendono mai una pausa… per fortuna! –. Ecco, la quantità di calorie necessaria per permettere che tutto ciò avvenga costituisce il fabbisogno del metabolismo basale.

Le spiego ora come mai se noi mangiamo meno di quello che richiede il nostro metabolismo basale, ci mettiamo i bastoni tra le ruote da soli. In sostanza si tratta di una questione ancestrale, direttamente riconducibile al tanto semplice quanto fondamentale concetto di sopravvivenza. Se mangiamo meno di quello che necessitiamo, il nostro corpo farà di tutto prima per salvare le sue risorse e poi, di conseguenza, non morire di fame; come prima strategia rallenterà il nostro metabolismo. Si considerino per esempio i muscoli: essi bruciano molte calorie, mentre il grasso non ne brucia affatto (facendone addirittura da scorta). Nell’ottica della «rincorsa al risparmio energetico», ecco quindi che il nostro organismo non andrà a recuperare energie dal grasso, ma dalla massa muscolare! Per riassumere, se apporteremo poche calorie al nostro organismo (o comunque meno di quanto richiesto dal metabolismo basale) ecco che il nostro saggio corpo andrà a bruciare massa muscolare, salvaguardando il grasso, che verrà anzi risparmiato e addirittura accumulato. Inoltre, quando non si mangia, diminuiscono anche i livelli degli ormoni tiroidei e delle catecolamine, che svolgono un ruolo chiave nel metabolismo. E, lo sapeva che bruciamo energie anche per digerire il cibo? Ma mangiando meno ciò diminuisce, sempre nell’ottica di un risparmio energetico salvavita.

Cosa fare quindi in questi casi? Mi rendo conto che sembrerà ridondante, da parte mia, ma io semplicemente invito a mangiare regolarmente, in maniera equilibrata e adeguata, e di fare movimento al fine di aiutare il povero metabolismo basale a «riprendersi».

Permettetemi di salutarvi con uno spunto di riflessione. Ognuno tragga tranquillamente le conclusioni che preferisce…
Come forse sapete (e come scritto poco sopra), anche durante il sonno il nostro cervello lavora. Sogna. Elabora ricordi. Fa ordine. Insomma, c’è un grande movimento! Tempo fa lessi un interessante studio in cui si misurava l’attività cerebrale sia durante il sonno sia durante lo stare seduti sul divano in compagnia dell’allora definita TV-spazzatura. Ebbene, l’attività maggiore fu proprio misurata durante il sonno.

Tutto chiaro, no?