Quando i salari aumentano più rapidamente della produttività

/ 06.06.2022
di Angelo Rossi

Le difficoltà economiche create dalla pandemia di Covid hanno rilanciato il discorso sulla distribuzione del reddito che si era già avviato verso la metà del passato decennio, non da ultimo per merito di alcune pubblicazioni che dimostravano, cifre alla mano, che il grado di disuguaglianza in questa distribuzione stava salendo in molti paesi. Si teme che la pandemia abbia aggravato questa tendenza. Che fa discorrere è in particolare l’evoluzione della quota del reddito nazionale distribuita come profitti e di quella che invece va ai lavoratori sottoforma di salari. Come vanno le cose in Ticino? In assenza di una regolare statistica regionalizzata della distribuzione del reddito, l’evoluzione della distribuzione può essere illustrata dall’andamento dell’indice della produttività e di quello del salario reale. Se la produttività aumenta, una parte del Pil supplementare sarà distribuita come profitto e il resto come salario. Di conseguenza sia i salari, sia i profitti, dovrebbero tendenzialmente svilupparsi più lentamente della produttività. È quanto succede nella maggior parte delle economie sviluppate. Ma ci sono eccezioni.

Una di queste pare sia rappresentata dall’economia ticinese nella quale, nel corso degli ultimi anni (dal 2008 al 2020), i salari si sono sviluppati più rapidamente della produttività (misurata dal rapporto prodotto interno lordo per addetto). Ovviamente questa anomalia potrebbe essere fatta risalire a problemi collegati con la statistica dei salari che concerne solo i salari del settore privato. Siccome i salari versati nel settore pubblico di regola evolvono più lentamente di quelli del settore privato, potrebbe darsi che la curva di un indice che misurasse l’evoluzione dei salari dell’insieme dell’economia si avvicinasse maggiormente alla curva della produttività di quello che non fa l’indice dei salari del settore privato. Potrebbe darsi, ma la differenza tra la curva dell’indice dei salari e quella dell’indice della produttività comunque non sparirebbe. Nel quadro delle economie sviluppate, solo quella della Francia ha presentato, in tempi recenti, un andamento simile, ossia un’evoluzione nella quale i salari aumentano più rapidamente della produttività. Se i salari aumentano più rapidamente della produttività, la reazione degli imprenditori, per compensare l’aumento dei costi, è di solito quella di far crescere i prezzi, ma ci accorgiamo che, durante il periodo analizzato i prezzi, a livello dell’insieme dell’economia, non sono per niente aumentati. L’indice dei prezzi al consumo non ha segnato infatti nessuna tendenza all’aumento. Dobbiamo quindi dedurre che, durante gli ultimi dieci anni, l’aumento dei costi di produzione, dovuto allo sviluppo dei salari, sia stato ammortizzato con una riduzione dei margini di guadagno delle imprese?

Se questo fosse avvenuto è anche probabile che l’evoluzione degli ultimi anni non abbia indotto nessun peggioramento della situazione dei salariati in materia di distribuzione del reddito. Anzi è possibile che, in Ticino, la loro quota nel reddito distribuito sia leggermente aumentata rispetto a quelle che toccano a capitalisti e rentiers. Attenzione però: l’evoluzione che ci descrivono gli indici dei salari, dei prezzi e della produttività cozza contro il sentimento prevalente nell’opinione pubblica a proposito della distribuzione del reddito e, soprattutto, contro quanto ci dicono le statistiche sulla povertà. Stando ai dati dell’annuario di statistica, in Ticino, nel 2020, quasi un quarto delle famiglie (24,4%), viveva in un’economia domestica con un reddito disponibile inferiore alla soglia di rischio di povertà. Nel 2008 questa percentuale era ancora inferiore al 20%. La quota degli esposti a rischio di povertà del 2020 impressiona soprattutto se si confronta con quella media svizzera che in quell’anno era pari al 15,4%. A giudicare da questa quota, quindi, la distribuzione del reddito sembra più ineguale in Ticino che nel resto della Svizzera. E i salari, che apparentemente, sarebbero aumentati più rapidamente della produttività, non hanno per niente contribuito a migliorare la situazione. Ecco quindi un altro rompicapo della nostra economia non facile da risolvere. A meno che, come si è già ricordato, le statistiche siano poco attendibili e, per non fare che un esempio, quella del prodotto interno lordo stia sottovalutando la vera prestazione della nostra economia cantonale.