Qualche lettore troverà strano che, parlando di televisione, la mia attenzione sia rivolta agli spot pubblicitari e non ai programmi che vengono offerti. A dirla da incorreggibile brontolone il motivo è molto semplice: gli stacchi pubblicitari risultano spesso più coinvolgenti e professionalmente migliori rispetto a quanto proposto sugli schermi, soprattutto quando ci si riferisce al sempre più presunto intrattenimento. Stavolta mi riferisco a una pubblicità a cui di sicuro anche voi non avrete potuto sfuggire: quella di Swisscom che parla dei propri colori aziendali (blu e rosso, senza dimenticare il bianco). Tramontati i tempi in cui sorprendeva mostrando come clienti un Roger Moore gigione o una Dominique Gisin piagnucolosa, Swisscom in questo avvio di 2022 ha optato per una leggenda, quella dei suoi colori aziendali. E come «testimonial» principale ha scelto un tracciatore di piste sciistiche che spiega come nelle gare di sci – e probabilmente anche nei tracciati aperti al pubblico – la demarcazione dei tracciati e dei passaggi obbligati (per schivare paletti e porte di discese e slalom o per evitare piste non battute e pericolose) alla fine la scelta sia caduta su un blu che viene indicato con tanto di codice Pantone. Sia in tv che sui social, la narrazione della leggenda, cioè la base della «torta pubblicitaria», rimane sempre quella: i colori del marchio Swisscom che praticamente riescono a sfruttare migliaia di chilometri quadrati di piste. Le conferme sono affidate a testimonianze (quindi a una miriade di micro-spot) di grandi atleti, mitici allenatori, commentatori sportivi e altri personaggi del circo bianco.
Il messaggio pubblicitario regge bene e lascia credere che qualcosa di vero possa essere intervenuto a forzare i tracciatori di piste nel sostituire i rametti di pino con i diffusori di colori. L’ironia spalmata sui filmati rende perfetto lo spot pubblicitario e fa dimenticare che l’idea di sfruttare quanto accaduto sulle piste di sci fosse scontata: Swisscom è uno dei partner principali dello sci agonistico elvetico, quindi i contenuti dello spot pubblicitario li ha reperiti quasi in casa, «a km zero» come oggi si usa dire. Strano invece che a colpire i telespettatori svizzero-tedeschi non siano tanto i personaggi famosi legati all’agonismo sportivo coinvolti nello spot, ma il tracciatore di piste: perché parla un indigesto dialetto dell’Alto Vallese (un argomento che scompare con le traduzioni dei testi).
Leggenda digitale, insomma. Ma nemmeno poi tanto, visto che la trovata pubblicitaria di Swisscom si aggiunge ad altre leggende che i due colori blu e rosso continuano ad alimentare in tutta la Svizzera a livelli assai più alti di quelli dello sport. Questi tributi, come si insegnava un tempo nelle lezioni di storia, risalgono a un certo Napoleone Bonaparte e più precisamente ai nostri avi che due secoli fa ritenevano giusto e appropriato onorare la Francia e il suo imperatore, per un lascito di cui ancora oggi anche le nostre costituzioni conservano importanti orientamenti e passaggi. Non potendo «copiare» il tricolore francese (nello spot Swisscom lo si fa, evocando anche il bianco della neve) ci si limitava ai colori dominanti del vessillo della capitale francese. Per questo l’origine dei colori di alcune bandiere, anche quella del nostro Cantone, è facilmente collegabile con quell’omaggio; e qualche città (come Soletta) si spingeva oltre, addirittura orientando le sue statue in modo che i volti fossero rivolti verso nord-ovest. L’abbinamento del rosso con il blu lo si ritrova poi anche in altri ambiti, ad esempio tra i club sportivi. E a pensarci bene anche alla Rsi, se non proprio un amore, perdura perlomeno una predilezione per rosso e blu (facile riandare alla scenografia di InfoNotte come esempio), forse in omaggio alla regola non scritta che suggerisce colori forti per l’informazione e il contrario, colori neutri o sbiaditi (stavo per scrivere vegani...) per l’intrattenimento. Ultima confessione: seguendo in tv un marcatissimo slalom in notturna mi è sorto il sospetto che (marketing dettando) fra qualche anno potremo avere piste tutte blu da cima a fondo, con in bianco solo il tracciato per gli atleti.
Pubblicità in cerca di leggende
/ 24.01.2022
di Ovidio Biffi
di Ovidio Biffi