Scrivevo qualche settimana fa su queste pagine quanto sia importante un giornalismo che onori l’intelligenza dei lettori e coltivi ogni giorno – in ogni sua azione e iniziativa editoriale – il rapporto con loro. Questo significa anche domandarsi di che cosa i lettori hanno bisogno, cosa cercano, quali notizie sono di loro interesse in una società che vive di cambiamento, di costanti sollecitazioni in un continuo rimescolamento delle carte. Che un giornale sia cartaceo, digitale, o entrambi, non fa differenza, questi principi dovrebbero valere per ogni testata, direttore e redattore ed essere per ognuno i punti cardini del mestiere.
Vi racconto un esempio che mi ha colpita, ve ne racconterò altri nelle prossime puntate. Si tratta di Smarter Living – Vivere in modo più intelligente – del «New York Times», una rubrica che esiste già da qualche tempo e ho scoperto per caso in una delle mie peregrinazioni virtuali. Il titolo così semplice, così attuale mi ha conquistata subito. L’idea di Tim Herrera, ex giornalista del «Washington Post», esperto di cultura digitale consiste nel pubblicare e curare storie che aiutano i lettori a vivere meglio, a condurre una vita realizzata e appagante. Se siete interessati a questo link www.nytimes.com/by/tim-herrera trovate tutti i contenuti finora pubblicati e così come ho fatto io potrete iscrivervi alla Newsletter settimanale che arriva nella vostra casella ogni lunedì. Trovate di tutto, dalle conversazioni semiserie sui benefici di un pisolino sul posto di lavoro senza dovervi vergognare ai consigli pratici su come risparmiare e fare attenzione ai vostri soldi a quelli più intimi ed esistenziali del tipo: investite le vostre energie nelle relazioni umane che vi stanno a cuore.
Oggi è lunedì e mentre scrivo ricevo una nuova edizione. Il tema è perfetto «Non state prestando attenzione e invece dovreste». Penserete alla solita litania per cui essere più attenti e concentrati fa il paio con essere disconnessi. Non è così, o meglio, non è questo il punto. Il punto è come riuscire a stare attenti, dare il giusto peso alle cose importanti quando siamo in Rete perché pensare di farne a meno è ormai impossibile o, meglio, equivale a perdere una fetta di conversazione che accade, esiste e va in onda ogni giorno. È importante saper stare in Rete nel modo giusto, far sì che la nostra presenza sia in qualche modo virtuosa per noi e per gli altri. Ed ecco che la rubrica di Tim Herrera ci dà una serie di consigli e di strategie che si possono applicare per fare attenzione e, al tempo stesso, lasciarci sorprendere da ciò che incontriamo rallentando i nostri ritmi anche online e dandoci la possibilità di osservare cose, contenuti che non avremmo mai pensato di trovare, contenuti ai quali nessun altro prima aveva prestato attenzione. Un po’ come dovremmo fare nella vita reale che invece è sempre più programmata e compressa e il tempo per rallentare, il momento della sorpresa, sono ormai una rarità (ma ci si può sempre provare). Detto in altre parole, in un mondo nel quale ogni volta che abbiamo un momento libero qualcuno sembra volerselo accaparrare, per sopravvivere è fondamentale apprendere l’arte dell’attenzione verso ciò che è importante per noi, il nostro modo di essere, di pensare e di vivere sia on che offline.
Ogni volta che ricevo Smarter Living, complici anche i titoli e le immagini che definiscono ogni pezzo, sono curiosa di cosa leggerò. E preservare, mantenere viva la curiosità nei propri lettori è vitale. Sono sempre più convinta che il tempo in cui viviamo, questa società connessa che definiamo, nella quale abitiamo e per la quale non abbiamo ancora trovato le ottimali regole di convivenza e sopravvivenza, ci dia la possibilità di essere ciò che preferiamo scegliendo tra innumerevoli possibilità. Informarsi non è mai stato così bello. Che sia sul digitale o sul cartaceo è secondario, ciò che conta è la possibilità di scelta unita alla consapevolezza del valore e dell’autorevolezza delle fonti alle quali attingo e al loro sforzo di venire incontro alle mie esigenze mantenendo viva, appunto, la mia curiosità. Perché alla curiosità si accompagna la mia disponibilità a leggere, capire, confrontarmi e, più concretamente, ad acquistare un contenuto o un intero giornale.