Per viaggi più sostenibili

/ 26.06.2023
di Alessandro Zanoli

Grazie all’iniziativa della Fondazione Moebius e del suo presidente Alessio Petralli, è stata organizzata a Lugano negli scorsi giorni una presentazione pubblica del lavoro di Patrik Reali, ingegnere informatico in forza a Google Zurigo. Reali lavora per il colosso informatico da oltre un quindicennio. Ha visto l’azienda passare dai 30 impiegati dei primi anni Duemila ai 5000 dipendenti attuali (!). Scherzando ha annotato al proposito: «Con i miei colleghi eravamo stupiti dal tasso di crescita del personale. A un certo punto ci siamo messi a calcolare la curva esponenziale che stavano descrivendo le assunzioni stimando che, se la cosa fosse continuata a quel ritmo, l’azienda avrebbe raggiunto un numero di dipendenti pari a diversi miliardi di persone entro il 2022».

Scherzi a parte (e lo scherzo, comunque, pare di capire che sia una componente non indifferente nello stile di gestione dell’atmosfera sul lavoro a Google), seguire il racconto di Reali ci ha permesso di riflettere su molti aspetti interessanti dell’esperienza dell’ingegnere ticinese. Prima di tutto, naturalmente, sul fatto che un ragazzo cresciuto nel nostro cantone, maturato al Liceo 2 di Lugano, poi diplomato e addottorato al Poli di Zurigo, abbia avuto tutte le carte in regola per trovare una collocazione di prestigio in una delle più importanti aziende mondiali. Sarà un pensiero un po’ provinciale e campanilista ma fa tornare alla mente il destino di moltissimi altri amici e compagni di scuola che hanno seguito un analogo percorso e, alla fine di studi brillanti, sono rimasti «di là». È un pensiero scontato, mi scuso, ma davvero sentito. Che ricchezza, da ticinesi, abbiamo disseminato Oltralpe…

D’altro canto, sapere che Reali sta lavorando a un progetto destinato alla sostenibilità dei viaggi, e in particolare a una quantificazione oggettiva della produzione di CO2 dei principali vettori, ci piace molto. Si tratta di un impegno in cui la logica vocazione al profitto di un’azienda privata si coniuga e sovrappone a intenzioni etiche di ampio respiro (ed è proprio il caso di dirlo). Sarà pure un mostro della comunicazione, sarà un raccoglitore di dati di incommensurabile potenza, ma non si può dire che Google non fornisca a ognuno di noi dei servizi di grande utilità e praticità. A cominciare dall’offerta di un indirizzo gratuito di posta elettronica, di calendari automatici, di servizi di mappe dettagliatissime e indicazioni stradali, ognuno di noi ha trovato un’integrazione pratica nel proprio quotidiano di quest’offerta, di cui, occorre dire molti elementi sono stati sviluppati proprio a Zurigo. Grazie al nuovo servizio di cui Reali si sta occupando, nei prossimi mesi ci sarà possibile anche mettere parzialmente a tacere i sensi di colpa sull’impatto ecologico dei nostri comportamenti di viaggiatori. Grazie a Google Travel ci sarà possibile scegliere, tra tutte le opzioni di spostamento, quelle con un impatto minore in termini di emissioni di CO2 (per i voli e per gli alberghi è già possibile).

Durante la conferenza Reali ci ha spiegato a grandi linee come è stata affrontata la complessità della stima (occorre tener conto del tipo di mezzo, del consumo di carburante, del numero di passeggeri e di altri dati, la cui reperibilità non è scontata, anzi spesso è mantenuta sotto riservatezza), e quali saranno le necessarie evoluzioni dal punto di vista anche tecnologico per migliorare la situazione attuale. La tecnologia dovrà ad esempio sviluppare nuovi carburanti, e anche nuovi aeroplani. Ma è ancora più importante che ognuno di noi cominci a pensare seriamente al proprio personale impatto sulle emissioni. Le stime ufficiali indicano che se si vuole mantenere un comportamento neutro verso l’ambiente, occorre limitare la quantità delle proprie emissioni a una tonnellata di CO2 all’anno. Un volo Zurigo-San Francisco, per dare un esempio, ne emette per ogni singolo passeggero all’incirca 600 kg (nel migliore dei casi: a volte anche di più). Ecco che l’utilità del lavoro di Reali assume a questo punto un valore pratico e concreto per ognuno di noi. Dovremo imparare a renderci conto di quale sia il mezzo di trasporto più indicato per ogni necessità: un’ulteriore richiesta di responsabilizzazione a cui la tecnologia ci espone.