Una delle politiche che più ha fatto discutere nel corso dell’ultimo decennio è certamente quella energetica. Per una serie di eventi e di coincidenze sui quali non è necessario soffermarsi è nato , in Svizzera come in altri paesi europei, il convincimento, condiviso dalla maggioranza degli elettorati, che in campo energetico sia necessario effettuare una svolta, abbandonando vettori inquinanti come il petrolio o il carbone e vettori a rischio come la produzione di energia elettrica delle centrali nucleari. Questi vettori dovranno essere sostituiti con fonti di energia riproducibile.
Così gli enti pubblici di tutti i livelli sono andati promovendo, in questi anni, politiche energetiche verdi ottenendo, occorre ammetterlo, più di un miglioramento della situazione ambientale. Quando però si considerano le finalità della svolta energetica ci si accorge che il percorso che resta da fare è ancora lungo e anche molto incerto. Oggi come oggi nessuno è in grado di dire se gli obiettivi della nostra politica nazionale, come, ad esempio, l’abbandono del nucleare entro il 2050, potranno essere effettivamente raggiunti. In un loro interessante contributo nella rivista «Dati» Linda Soma, Nerio Cereghetti, Ulrich Joss e Marco Andretta precisano che questa incertezza è dovuta, non da ultimo, al fatto che la pianificazione del settore energetico è una politica nuova che richiede, per essere gestita bene, di avere a disposizione una grande quantità di informazioni.
Da questo punto di vista è certamente positivo che oggi si disponga, anche per il Ticino, di un bilancio energetico che consente ai responsabili di «stilare un quadro aggiornato della produzione e dei consumi energetici cantonali» consentendo loro di monitorarne l’andamento in funzione degli obiettivi delineati nei documenti di realizzazione del piano energetico cantonale per gli anni 2020/2035/2050. In materia di pianificazione energetica il monitoraggio sembra essere la parola-chiave perché, come ammettono anche gli autori dell’articolo che commentiamo «non esistono risposte certe su come agire per raggiungere degli obiettivi futuri».
È questo il dilemma davanti al quale si trova qualunque istituzione che intende pianificare: dalla famiglia, passando per l’azienda e su, su, fino alle entità politiche territoriali, Comune, Cantone e Confederazione. È come se – per riprendere la metafora di un grande esperto del management – dal nebbione che copre il percorso da fare emergessero solo due vette. La prima è data dalla situazione attuale, che conosciamo, mentre la seconda è l’obiettivo al quale vogliamo arrivare. Senza carte e strumenti di orientamento come la bussola è difficile scendere dalla prima vetta e trovare, nella nebbia, il percorso giusto per raggiungere la seconda.
Il bilancio energetico, che regolarmente ci informa sull’evoluzione di produzione e consumi energetici, è uno degli strumenti che consentono ai pianificatori dell’energia di orientarsi, insomma di trovare col tempo la strada che dovrebbe portare alla meta e, nel caso in cui della stessa si fosse persa la traccia, di correggere la direzione di marcia per ritrovarla. Che il monitoraggio in materia di produzione e consumi di energia non sia un esercizio facile lo dimostra, per limitarci ad un esempio, l’evoluzione in corso nel settore del riscaldamento delle abitazioni.
La tendenza positiva è che con l’estensione della rete del gas, l’aumento delle pompe di calore installate e la diffusione delle reti di teleriscaldamento nel corso dell’ultimo decennio il consumo di olio combustibile nel riscaldamento degli edifici è diminuito. Parallelamente, però, si stima che i consumi di elettricità per il riscaldamento delle abitazioni siano aumentati anche perché un numero crescente di economie domestiche sta scegliendo di sostituire l’olio con la pompa di calore. In conclusione, il messaggio che ci trasmettono gli specialisti del bilancio energetico è che la svolta energetica è un obiettivo chiaro per raggiungere il quale bisogna però essere in grado di controllare, in continuità, con le informazioni del bilancio energetico, se stiamo seguendo la strada giusta.