Da Pensieri spettinati di Stanislaw Jerzy Lec: «Ci saranno sempre degli esquimesi pronti a dettare le norme su come devono comportarsi gli abitanti del Congo durante la calura». Quanti «esquimesi» conoscete voi? Sono quelli che vogliono fare proseliti. Hanno scoperto quant’è bello e divertente giocare a golf? Niente di male se non fosse che iniziano immediatamente un lavoro ai fianchi per costringerti a imitarli. Iniziano coll’esaltare gli incontri interessanti e utili che si possono fare sul green, che sarebbe un prato con dei buchi. «Non hai idea di quanti affari si combinano tra una buca e l’altra». «Ma io non sono un uomo d’affari, sono un pensionato». «Appunto. Non sai quanti chirurghi e ortopedici frequentano il nostro golf club». Come a dire: prima o poi ti romperai un femore e quelle conoscenze ti verranno utili. La mossa successiva sarà, alla prima occasione, il regalo di una mazza da golf che finirà sul tetto di un armadio. Una buona mazza da golf costa non meno di 800 euro. Per ricambiare il gesto dovrete mettervi in cerca di un regalo di valore equivalente.
Ci sono poi «quelli che organizzano le gite». Nessun altro nel giro di famiglie amiche ha voglia di navigare notti intere per scovare le tariffe più convenienti, prenotare alberghi, ristoranti, rifugi o traghetti. Si fermassero qui sarebbero dei benemeriti ma loro sono lanciati: decidono i chilometri da percorrere ogni giorno, dove sostare e cosa vale la pena di vedere. Se durante un’escursione uno dei gitanti non ce la fa più, non esitano un istante a mollarlo: «Fermati qui, al ritorno ti passiamo a prendere» Sottinteso: se sei ancora vivo. Se lo spostamento avviene in auto e le macchine sono più di una, i telefoni cellulari a bordo squilleranno in continuazione per trasmettere i suoi ordini e le varianti al percorso: lui ha un navigatore ultimo modello che, visto l’aumento del costo del carburante, segnala il percorso più breve. Per risparmiare duecento metri il corteo di auto attraversa vigneti, passando tra un filare e l’altro. Nessuno osa dissociarsi e imboccare il percorso alternativo a quello deciso del tiranno. Ti rassegni pensando: «Almeno quando saremo al ristorante portò fare di testa mia e mangiare quello che piace a me». Nossignore: «Per fare prima e non sprecare tempo prezioso ho ordinato un menù unico per tutti. Se qualcosa non vi garba potete sempre chiedere in sostituzione un piatto di insalata». Alla seconda famiglia di esquimesi appartengono «quelli che si mettono nei tuoi panni». Senza che tu ti sia mai sognato di chiederglielo. La loro frase d’esordio è sempre: «Io al posto tuo farei così». Loro lo ignorano ma sono degli sceneggiatori mancati, se lavorassero nel settore delle fiction farebbero scintille, poiché arrivano a immaginare le battute del tuo interlocutore, anche senza mai averlo conosciuto. Ti sei lasciato andare a un piccolo sfogo contro il tuo capo, che sembra avercela con te e ti affida sempre gli incarichi più rognosi? E lui, senza esitare, parte in quarta: «Io al posto tuo farei così. Entro nel suo ufficio senza chiedere permesso, mi siedo davanti alla sua scrivania e gli faccio: “Dica alla sua segretaria che per mezz’ora non c’è per nessuno perché io e lei dobbiamo chiarire alcune cosette e non ci piace essere disturbati. Okkei?”». Con certi tipi funzionano solo le maniere forti. Lui allora ti dirà: «Prego, si accomodi, stavo giusto per mandarla a chiamare per dissipare ogni malinteso, perché io ho la massima stima di lei e del suo lavoro».
Devi decidere se sottoporti o no a un difficile intervento chirurgico? Lo confidi al tuo amico, e lui: «Io al posto tuo mi farei operare. Senza esitazione. Via, via, tagliare, tagliare». Hai un contenzioso con un vicino di casa in campagna circa un albero che dal suo terreno getta ombra sulle tue finestre? Ne parli al tuo amico, e lui: «Una bella raccomandata dall’avvocato, ecco quello che farei se fossi al posto tuo. E se insiste a non sentire ragioni, una notte, mentre lui è fuori casa, entri nel suo giardino e gli seghi l’albero, lasciando solo un pezzetto di tronco attaccato, in modo che alla prima folata di vento la pianta venga giù». Non c’è che dire, colui che si mette volentieri nei nostri panni è una bella e coraggiosa figura di decisionista. Quando è nei nostri panni. Quando è nei suoi lo vediamo strisciare come un verme per non farsi appioppare una multa e stendersi davanti al suo principale come un tappetino da preghiera.