Meta obbligata di un recente mattino, il piano di Magadino. Devo cambiar auto e sto valutando offerte di occasioni: uno non può certo fare sogni in leasing quando, alla condizione di pensionato, deve aggiungere anche di essere vicino agli ottanta. Altro handicap: per le auto nuove ci sono attese lunghissime e il mercato dell’usato è alle stelle. Così, dovendo rottamare la fida e vecchissima Volvo, mi spingo sino a Contone per incontrare un giovane garagista sveglio (spero non troppo…), diverso da colleghi con camicia e cravatta avvistati in altri posti.
Il tragitto da Massagno mi coglie di sorpresa: non mi aspettavo un’autostrada così trafficata il lunedì mattina. Per questo a Rivera prima della galleria esco sulla cantonale. Subito mi imbatto nel cartello stradale «Passo del Ceneri – Aperto»: quasi una sfottitura dato che il solleone picchia già di brutto e ogni notte è lotta per rimediare un equilibrio fra caldo e sonno. Salendo verso il passo, appena si avvistano i richiami della stazione di servizio, i pensieri vanno sul grigioverde. Sulla destra c’è l’entrata della caserma e in fondo, sulla sinistra, il nuovo arsenale che ha ritrovato decenza architettonica e dimensioni tali da ricordare un avamposto militare, un po’ come i castelli dei Visconti che vedrò fra poco, scendendo il versante nord del passo. Con la coda dell’occhio scorgo anche il «Delle Alpi» e ricordo di aver letto, proprio prima di partire, sul «Corriere del Ticino» che «La sua luce (rossa) aveva brillato per qualche anno, insieme ad altri postriboli sulla strada del “Ceneri vecchio”, da Cadenazzo a Rivera.
Dalle ballerine alle modine, però, il passo è breve e ora il ristorante Delle Alpi di Monteceneri – o meglio, quel che ne resta – verrà battuto all’asta tra poco meno di due mesi». Ultimato il curvone, sulla destra compare un altro ritrovo con un passato «sperlusente»: il night ora è solo club, ma di giorno ha tutta l’aria di essere anch’esso in attesa di acquirenti più che di clienti. Semicurva a sinistra e trovo un cantiere stradale. Ero fermo al credito cantonale per il manto stradale del passo (di calcestruzzo, a ricordo dell’impresa che lo realizzò) da rifare e ora ho la prova che nel frattempo i lavori sono iniziati, in tre o quattro punti diversi, per consentire al traffico di non subire interruzioni.
Scendendo verso Cadenazzo ritrovo la litania: a destra e a sinistra altri immobili parenti del «Delle Alpi» fanno affiorare nella mia mente un aneddoto. Alcuni anni fa, incontrando un collega della televisione, con la scusa di rimediare qualche dritta «professionale» e ovviare alla mia assoluta ignoranza in materia di tecniche e tempi del giornalismo televisivo, mi ero spinto a interrogarlo sulla possibile realizzazione di una serie di servizi. Conservo ancora sia gli appunti di quella bozza di lavoro, sia la convinzione che quel progetto avrebbe suscitato un certo interesse. In breve: proponevo di raccontare l’evoluzione socio-economica del nostro cantone pellegrinando (non in auto, ma a piedi o magari, perché no?, «a caval d’una müla») lungo i cento chilometri del percorso autostradale cercando di analizzare quello che nel corso di mezzo secolo i ticinesi sono riusciti a costruire o a distruggere ai lati della vena giugulare che da Brogeda arriva sino al Gottardo.
In successione elencavo servizi e puntate da dedicare a nuove urbanizzazioni, a quartieri votati allo shopping, a selve di insediamenti industriali, a impianti sportivi a iosa, eccetera. E in quell’eccetera figurava anche un capitolo per i millanta ritrovi che, dal Mendrisiotto alla Leventina (con ovvie metastasi laterali), segnavano l’incredibile catena di postriboli lungo il tracciato della nostra autostrada. Naturalmente il mio progetto è rimasto tale e, di riflesso, anche il pellegrinaggio «a caval d’una müla» non è mai arrivato ai perché di quella diffusa offerta di «luci rosse». Andrà a finire che per sapere come mai c’erano così tanti… ritrovi pubblici lungo la A2 e in particolare lungo il «vecchio Ceneri» bisognerà attendere qualche secolo e qualche archeologo che scavi fra le rovine del 2000.
Pensieri sparsi valicando il Ceneri
/ 25.07.2022
di Ovidio Biffi
di Ovidio Biffi