Pandemia e correlazioni

/ 13.12.2021
di Angelo Rossi

La correlazione statistica è una relazione tra due, o più, grandezze i cui valori si sviluppano in modo simile. La correlazione è positiva quando al crescere dei valori di una di queste grandezze anche i valori delle altre crescono; è invece negativa se al crescere dei valori di una grandezza i valori delle altre diminuiscono. Il tasso di correlazione misura il grado di connessione delle grandezze coinvolte. La correlazione è minima quando il tasso di correlazione è vicino a 0; è massima invece se i suoi valori si avvicinano a 1 o a – 1. La correlazione fu scoperta, verso la metà del XIX secolo dal fisico francese Bravais ed elaborata in seguito dallo statistico americano Pearson. Da allora ha riempito le pagine di molti giornali scientifici in particolare di quelli delle scienze sociali. Scoprire che due grandezze sono correlate – come, per esempio, una cinquantina di anni fa ancora lo erano la quota di voti del PPD e la quota della popolazione cattolica di un Cantone (ad eccezione del Ticino ovviamente) – è una constatazione che può aiutare a costruire una spiegazione per un determinato fenomeno sociale o politico.

Ancora però non è una teoria. In particolare non bisogna pensare che se esiste correlazione tra due grandezze, tra le stesse esista anche una relazione di causa ad effetto. Si può comunque cominciare a pensarci su. Deve essere questa conclusione che ha spinto i giornalisti della NZZ un paio di settimane fa a pubblicare due grafici nei quali la frequenza dei contagi di Covid nei Cantoni, nel corso della seconda quindicina del mese di novembre, veniva messa in correlazione con la quota di persone vaccinate a metà novembre, nel primo, e con la quota di elettori che avevano votato per l’UDC in occasione delle ultime votazioni federali, nel secondo grafico. I risultati sono abbastanza significativi. Il tasso di correlazione è uguale a –0,6 per la correlazione tra la quota di vaccinati e la frequenza dei contagi nella seconda metà di novembre. In altre parole più alta era la quota di vaccinati a metà novembre e più bassa è stato il numero di contagiati per 100’000 persone nelle due settimane seguenti. La correlazione tra nuovi contagi e quota di vaccinati è quindi negativa e statisticamente significativa. Ancora più significativa però è la correlazione, questa volta positiva, tra la quota di nuovi contagi e la quota di voti UDC. Il tasso di correlazione è in questo caso positivo e pari addirittura a 0,79. Come dire che, in mancanza di statistiche sui contagi, per sapere dove il Covid sta imperversando in questa sua quarta ondata, basterebbe conoscere la quota dei voti UDC nelle votazioni federali più recenti. La quota di nuovi contagi più elevata era quella del Canton Appenzello esterno, un Cantone nel quale la quota degli elettori UDC, nelle elezioni federali del 2019, si è avvicinata al 50%. La quota di nuovi contagi era invece al suo valore più basso in Ticino dove la quota di voti UDC era, sempre nel 2019, appena superiore al 10%.

Ora, correndo un po’ troppo facilmente alle conclusioni, si potrebbe dedurre che se A si comporta come B e C si comporta come B, anche C dovrebbe comportarsi come A. Per essere più chiari si potrebbe concludere che se due grandezze sono correlate con la medesima terza grandezza, le stesse sono anche correlate tra di loro. Nel nostro caso potremmo dunque argomentare che la quota di vaccinati è negativamente correlata con la quota di voti UDC. Più alta è la quota di voti UDC e minore è la quota di persone vaccinate. Ovviamente questa conclusione varrebbe unicamente per il periodo a cui si riferiscono i dati, ossia la seconda metà di novembre del 2021. Fino ad allora i dati dei grafici provano che i non vaccinati si trovavano soprattutto nelle file dell’UDC. Ma non è detto che in futuro le cose non cambino. Stando ai commenti che hanno seguito le votazioni del 28 novembre è infatti probabile che questa correlazione non valga più in futuro. Sembra infatti che i no-vax nostrani siano notevolmente delusi del contributo dell’UDC alla loro campagna referendaria contro la legge sul Covid. E ancora più delusi del fatto che una parte del partito di Blocher si sia pronunciata contro il loro referendum. Essi intenderebbero perciò costituirsi, nel prossimo futuro, come movimento politico indipendente. Né a destra, né a sinistra, ma certamente fuori dall’UDC, affermano. Per chi ci crede!