Gentile Laura, sono certa di non essere intollerante al lattosio perché ho fatto il test, eppure ho un problema di, come dire, gonfiori di pancia, non mi pare di mangiare pesante, non mangio nemmeno cose tipo fagioli o altre cose che si sa che fanno aria. Quali sono i cibi che «gonfiano la pancia» che potrei eliminare? / Pierina
Gentile Pierina, mi dispiace molto per i suoi disturbi e per non aver «risolto» attraverso una risposta positiva del test sull’intolleranza al lattosio; forse non è un male, tuttavia: un pensiero in meno. Le anticipo, infatti, che sono tanti gli alimenti che potrebbero causarle gonfiori. Oltre al lattosio, invero, esistono altri carboidrati, chiamati con l’acronimo di FODMAP (Fermentable, Oligo-, Di-, Mono-saccharides And Polyols), presenti naturalmente in cibi di consumo quotidiano come frutta, verdura, cereali, legumi e latticini che possono causare gonfiori perché scarsamente assorbiti dall’intestino tenue. Queste sostanze si ritrovano quindi nell’intestino crasso, richiamano acqua e vengono fermentate dai batteri che, lì, ci vivono. Il risultato? Gonfiore addominale ma anche dolore, feci alternate tra molli e dure, borborigmi, meteorismo e via elencando.
Purtroppo, non esistono ancora test per scoprirli e si deve quindi procedere alla «vecchia» maniera con diete di eliminazione. Per essere più precisa, la dieta FODMAP prevede tre fasi: la prima è quella di eliminazione, dove si tolgono la maggior parte degli alimenti che contengono queste sostanze per un periodo di durata variabile, minimo due settimane fino a due mesi, con lo scopo di far passare la sintomatologia. La seconda fase è quella della reintroduzione, con lo scopo di capire quali alimenti scatenano i disturbi. Si potranno quindi consumare di nuovo gli alimenti inizialmente eliminati dalla nostra dieta, ma solo uno alla volta, distanziandoli di almeno tre giorni l’uno dall’altro. Se non compare il sintomo dopo aver ingerito il cibo, vien da sé che lo si può considerare sicuro, se invece torna è meglio limitarlo o evitarlo.
Questa fase è più impegnativa e la durata varia veramente da persona a persona. Infine, la terza fase sarà quella in cui si cercherà di trovare un equilibrio alimentare tra i cibi «innocui» per il suo intestino e quelli che invece le hanno dato fastidio. Sarà un gioco anche di frequenze e quantità personalizzate.
Come avrà intuito, non posso quindi dare una risposta alla sua precisa situazione, dovrei stilare una lunghissima lista di alimenti singoli tipo cipolla, aglio, mela, fichi, latte, pasta e molti altri, ma non avrebbe senso. Con questo articolo, spero comunque di essere riuscita a spiegare a grandi linee la teoria e come potrebbe essere indicato muoversi rivolgendosi a uno specialista.
La dieta FODMAP è stata ideata, elaborata e inizialmente applicata grazie ad alcuni ricercatori dell’Università Monash a Melbourne (Australia); basandomi sulla mia esperienza le posso assicurare che la gran parte dei pazienti che ho seguito ha ritrovato il benessere perso.
Poiché si tratta di un percorso complesso e gli alimenti potenzialmente «nocivi» sarebbero molti, sconsiglio in ogni caso il «fai da te», anzi le suggerisco di prendere dal vivo un appuntamento con una Dietista che la saprà aiutare al meglio a trovare il suo percorso e la sua alimentazione personalizzata «intestino friendly».