Che dopo il brutto arriva il bello, lo sosteneva già Bertoldo, anche se, con i capricci climatici sempre più frequenti, improvvisi e devastanti, non ne siamo più tanto sicuri. Un discorso analogo vale per l’andamento economico. La storia insegna che dopo l’evento traumatico (guerre, terremoti, carestie, pandemie), l’economia riprende velocemente, per poi ricadere alla prossima catastrofe. Ma un tempo la macchina statale, come l’intendiamo oggi, era debole e priva di mezzi; oggi non è più così, le politiche economiche d’ispirazione keynesiana sono pronte ad iniettare denaro liquido ogniqualvolta intervengono gravi inceppamenti.
Il programma varato dall’Unione europea sotto il nome di NextGenerationEU prevede investimenti dell’ordine di ottocento miliardi. Non sarà, come si è spiegato mille volte, una semplice cambiale in bianco. Bruxelles si aspetta dagli Stati membri un rigoroso piano d’investimento guidato da filosofie «green». Quindi un impegno vincolante ad investire in energie rinnovabili, a beneficio delle prossime generazioni. Non solo: ogni progetto sarà sottoposto a verifica periodica. Se le opere non procederanno, o si disperderanno in rivoli insondabili, la Commissione interromperà le sovvenzioni. Troppe volte, in passato, i contributi europei sono svaniti nelle nebbie della burocrazia, degli sprechi e del ladrocinio.
Della ripresa dell’economia continentale trarrà vantaggio anche la Svizzera. I dati diffusi finora sono incoraggianti. L’anno peggiore, il 2020, è alle spalle. La contrazione elvetica del Prodotto interno lordo (Pil) è stata tutto sommato contenuta, e comunque inferiore a quella registrata nell’eurozona (–2,7% rispetto a –6,7%). Nel 2022 le agenzie prevedono non solo un pieno recupero, ma un incremento; anche le cifre riguardanti la disoccupazione dovrebbero riallinearsi con il periodo pre-pandemico, e nei cantoni tradizionalmente più virtuosi – come per esempio nei Grigioni – sfiorare il pieno impiego.
Il Ticino segue a ruota. Sappiamo che per le ragioni ben note, il nostro cantone non ha mai raggiunto i vertici delle graduatorie nazionali per tasso di produttività e capacità di innovazione. Tuttavia negli ultimi decenni la rincorsa ha dato buoni frutti, specie nella formazione post-liceale e nei settori tecnologicamente più avanzati, tra cui spicca la biomedicina. Il Dipartimento delle finanze e dell’economia (Dfe) ha recentemente illustrato cinque aree tematiche in cui concentrare le forze: imprenditorialità, competitività, interconnessione, digitalizzazione e sostenibilità. Per ogni area, gli esperti presenti al Tavolo di lavoro (istituito nel 2015) hanno identificato gli strumenti che dovranno attivare e orientare la transizione, partendo dalla ricerca, dalla formazione (ad ogni livello, compresa quella permanente), dalla modernizzazione delle amministrazioni pubbliche e dalla responsabilità sociale delle imprese.
Il piano allestito dal Dfe è senz’altro condivisibile nel suo impianto generale. Per conseguire gli obiettivi auspicati dovrà però costruire collaborazioni e sinergie con gli altri dipartimenti, senza temere contaminazioni ed eventuali «eresie» di pensiero. L’idea di rendere «smart», ossia intelligenti attraverso una diffusione capillare della banda larga, non solo gli agglomerati urbani ma anche i villaggi delle terre alte, non camminerà da sola. Se si considera – giustamente – la formazione d’importanza strategica per il futuro del paese, sarà inevitabile coinvolgere il Dipartimento dell’educazione, nonché gli istituti superiori, a partire dall’Usi e dalla Supsi. Anche da loro ci si aspetta un contributo non formale al rilancio dell’economia cantonale. Ma tutti i ceti riflessivi (urbanisti, sociologi, geografi, demografi, antropologi) sono invitati a recare il loro personale mattone, piccolo o grande, alla riedificazione e all’ammodernamento della casa comune. Un processo che il prof. Mauro Baranzini definisce «resilienza». Da intendersi non come semplice «resistenza» agli urti della vita (che comunque è già gran cosa, per non precipitare nella depressione), ma come forza reattiva e propositiva, come capacità di individuare vie nuove e soluzioni originali.
Ora e sempre resilienza
/ 02.08.2021
di Orazio Martinetti
di Orazio Martinetti