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Olio di cocco oppure olio d’oliva?

/ 16.03.2020
di Laura Botticelli

Buongiorno Laura,
mi sono appassionato all’olio di cocco, lo metto un po’ ovunque nelle mie ricette perché dà loro quel tocco esotico in più che mi piace tanto. So che è grasso e quindi cerco di evitare l’uso di olio di oliva o panna o burro. Però io mi sono accorto di essermi preoccupato solo delle calorie e non della qualità dell’olio di cocco. È buono? Fa bene alla salute? Faccio bene a sostituirlo all’olio di oliva o è meglio se faccio attenzione? A mesi avrei un controllo del sangue e non vorrei avere spiacevoli sorprese.
/ Filippo


Caro Filippo,
chissà che buoni manicaretti prepara. Parto subito dai valori nutritivi: 100 g di olio di cocco contengono circa 99 g di grassi totali, di cui 85,9 g di grassi saturi. L’olio di oliva 90 g di grassi totali di cui 10,7 g di grassi saturi. Il burro ha 82,2 g di grassi totali di cui 49 g di grassi saturi e la panna 50 g di grassi totali di cui 30 g saturi. Come sicuramente saprà, troppi grassi saturi nella dieta non sono salutari perché aumentano i livelli di colesterolo «cattivo» LDL, che a sua volta può aumentare il rischio di malattie cardiache.

Avrà quindi spiacevoli sorprese nelle prossime analisi del sangue? Questo purtroppo non posso dirglielo con certezza: dipende da troppi fattori, ma le posso rispondere che nonostante la grande presenza di grassi saturi nel cocco, la maggior parte di quelli presenti sono a catena media (anche chiamati acido laurico), e, a differenza dei grassi saturi animali, non forniscono colesterolo ma aumentano significativamente i livelli di colesterolo HDL, quello «buono». Però aggiungo anche che gli studi effettuati finora sono limitati e non si sa davvero come l’olio di cocco possa influenzare (nel bene o nel male) le malattie cardiache. Inoltre, gli oli vegetali non sono solo grassi, contengono molti antiossidanti e altre sostanze, quindi i loro effetti generali sulla salute non possono essere previsti solo dai cambiamenti in LDL e HDL. Se vuole fare una scelta più salutare, le consiglio quindi di tornare a usare più frequentemente l’olio di oliva poiché è composto principalmente da grassi insaturi che quindi riducono l’LDL e aumentano l’HDL, ed è pure una buona fonte di vitamina E e composti polifenolici - antiossidanti che possono abbassare i livelli di infiammazione sistemica. Mentre l’olio di cocco, per quanto sia per lei più piacevole al palato, ne è privo.

Il cocco ha sicuramente un sapore notevole e non c’è quindi nessun problema a usarlo di tanto in tanto. Essendo solido a temperatura ambiente e avendo un punto di fumo (la temperatura massima raggiungibile da un olio prima che questo inizi a bruciare e a decomporsi creando sostanze tossiche) maggiore rispetto all’olio di oliva lo può utilizzare al posto del burro o della margarina o degli oli vegetali nei prodotti da forno (crostate, eccetera) oppure nei piatti tailandesi, mentre per cucinare verdure o carni a basse temperature le consiglio di alternare l’olio di oliva a quello di cocco e di mantenere l’olio extravergine di oliva per condire a crudo le pietanze, così da lasciare inalterati i valori della vitamina E dei composti polifenolici.

La ringrazio per lo spunto di riflessione, e invito tutti i cari lettori, se lo desiderano, a provare quest’olio così particolare. Per i più curiosi, mi permetto di specificare che l’olio di cocco è solido solo sotto i venti gradi… da qui la particolarità di trovarlo spesso in un barattolo anziché in una bottiglia!