L'olio d'oliva che brucia la gola

/ 14.05.2018
di Laura Botticelli

Gentile signora Botticelli,
leggo sempre con interesse la sua rubrica e un po’ mi imbarazza scriverle questa mia domanda, perché forse va un po’ fuori tema. Capita che quando io ingerisco olio di oliva (non sempre, dipende la quantità anche) mi viene un fastidio in gola come se ci fosse passata una carta vetrata. Mi capita la stessa cosa quando mangio la raclette e uso le patate giovani con la pelle; sempre le patate con la pelle mi fanno questo effetto anche se le faccio al forno. È una sorta di intolleranza? Non si gonfia niente, è solo un disagio come mangiare un cucchiaio di sabbia. Magari mi fa del male anche a livello di apparato digerente? Grazie se si prenderà il disturbo di darmi qualche spiegazione. Loredana

Gentile Signora Loredana,
la ringrazio per l’interesse e per avermi sottoposto la sua domanda che non è affatto fuori tema. Sinceramente mi sento più imbarazzata io nel risponderle perché l’intolleranza alimentare, che probabilmente riguarda il suo caso, è un tema molto spinoso per me dietista e non solo. Le spiego meglio il perché: se nelle allergie alimentari è coinvolto il sistema immunitario, che è quello che ci difende dagli agenti patogeni, e quindi basta andare a cercare gli anticorpi che lo stesso crea contro l’ipotetico allergene per poterla diagnosticare, nelle intolleranze invece non è coinvolto. Si conoscono ancora poco, si sa per esempio che l’intolleranza al lattosio è dovuta alla mancanza dell’enzima che lo degrada e questa mancanza porta poi ai sintomi, ma le altre sono ancora avvolte nel «mistero».

Non esistono purtroppo test diagnostici riconosciuti scientificamente e quindi ci si muove su un terreno più complicato fatto di raccolta dati, ipotesi, test di eliminazione, reintroduzione e se funziona… ottimo, se no si formula un’altra ipotesi e il ciclo riprende.

Fatta questa premessa mi sento un po’ più leggera e quindi proverò ad azzardarle la mia ipotesi basandomi su quanto mi riporta e rimpiangendo un po’ il fatto di non poterle porgere direttamente altre domande che potrebbero rafforzare magari di più questa supposizione.

L’olio di oliva e le patate giovani con la pelle possono avere in comune l’acido salicilico. L’acido salicilico e suoi sali, i salicilati, si trovano naturalmente, in quantità più o meno grandi, in tutte le piante e quindi nella frutta e nella verdura. Fanno parte del «sistema immunitario» della pianta, con cui si difende contro l’infestazione da funghi e altre malattie ed è pure prodotto in situazioni di stress (ad esempio, infestazione da parassiti, secchezza). Il contenuto quindi non dipende solo dalle specie, ma varia molto anche in base alla parte vegetale, al metodo di coltivazione, alle condizioni climatiche, allo stoccaggio, alla preparazione ecc. E questo può in parte spiegare il perché a volte l’olio le dà fastidio e altre no, oltre naturalmente alla dose consumata.

Di solito non è nocivo, ha delle proprietà positive sulla salute come anti-infiammatorio, abbassa il rischio di infarto, eccetera. Tuttavia, ci sono apparentemente persone che sono ipersensibili ai salicilati. Scientificamente, questa ipersensibilità non è stata dimostrata e il meccanismo non è stato ancora pienamente compreso. Tuttavia, non è l’unica e molti manifestano un marcato miglioramento dei loro sintomi evitando i salicilati.

I sintomi della sensibilità al salicilato sono variabili caso per caso. Spesso, possono coinvolgere sia le mucose della gola, come mi descrive, sia il tratto gastrointestinale, la pelle con irritazioni o la testa con emicrania, eccetera.

La diagnosi viene effettuata osservando attentamente quali prodotti causano quali sintomi e omettendo provvisoriamente i prodotti problematici. Un diario alimentare è molto utile. Test di laboratorio significativi purtroppo al momento sembrano non esserci.

Altri esempi di cibi particolarmente ricchi di salicilati: le spezie (peperoncino, curcuma, curry, anice, senape, cannella, zenzero, pepe nero), le erbe aromatiche (salvia, basilico, origano), i trifogli, le olive, l’olio d’oliva, i datteri, l’uva, l’uva passa, l’uva sultanina, i frutti di bosco (mirtilli, ribes, cassis , lampone, mirtillo), il tè nero, il tè verde, la menta piperita, i prodotti con menta piperita o il sapore di mentolo, l’albicocca, l’ananas, le arance e le zucchine e i cetrioli. Possono essere usati anche in creme da sole o autoabbronzanti, dentifrici, shampoo…

Se dovesse ritrovarsi in quanto descritto le consiglio di indagare ulteriormente con un medico o un dietista per capire quale alimento le dà più fastidio e in che dose e con che frequenza invece riesce a consumarlo senza effetti indesiderati.