Pedala, pedala, è il mio nuovo motto, non importa se piove o fa freddo, copriti e parti. Una domenica mattina nel Parco del Piano di Magadino pedalo tra pascoli e cavalli placidi intenti a mangiare il fieno sotto l’acqua. Io coperta di strati per non bagnarmi. Pare facile, invece scopri che basta uno strato in più o un tessuto sbagliato e all’improvviso muori di caldo. Non solo, continuo a litigare con la mia nuovissima giacchetta rossa col cappuccio antivento, antipioggia, antitutto, che non mi dà pace. Ogni cinque minuti mi devo fermare per regolare il cappuccio che non vuole stare fermo sopra la mia testa. Tiro una, due, tre volte i fantastici laccini, alla fine ci riesco.
Certo se piove con insistenza la pioggia sulla faccia non te la risparmi ma quant’è bello sentire sulle guance rosse di calore il fresco della pioggia? Intanto pedalo, saluto i miei amici quadrupedi e la mia mente pesca nei ricordi. Mi rivedo pedalare a sei anni in Germania sulla bicicletta rossa regalatami dai nonni lungo il fiume Nahe in mezzo a tutti quegli orti pieni di fiori che d’estate diventavano oasi di libertà e svago per la gente del paese. I genitori della mia amica Eva ne avevano uno bellissimo, molto grande con una casetta di legno e una veranda. Aveva persino la classica porta d’ingresso con il cuore intagliato. Ci si stava bene anche le domeniche pomeriggio d’inverno a bere la cioccolata calda davanti alla stufetta accesa. D’estate ci si godeva il fresco dell’acqua del fiume che riempiva la vasca in sasso in mezzo ai fiori. Nei miei giri in bici però la meta era Flicka, un pony sauro parcheggiato tutto solo in un grande prato. Quando mi vedeva arrivava trotterellando tutta contenta perché sapeva che in tasca avevo gli zuccherini.
Quasi quattro decenni dopo non è cambiato molto. Pedalando di cavalli ne incontro davvero molti, ci sono le mucche, gli scoiattoli che in questi giorni scendono dagli alberi a fare scorta di cibo e in sottofondo ti accompagnano la luce smeralda e il rumore del fiume. Ascolto, guardo e intanto pedalo felice alimentando il mio ritmo interiore, quel ritmo che tendiamo a dimenticare soffocato sotto strati di ansie, impegni, frenesie e distrazioni inutili. Quando riaffiora e ci pervade d’improvviso ci riscopriamo esseri armonici in sintonia con ciò che ci circonda. Sono momenti di serendipità in cui tutto torna a posto, gli incontri, le esperienze dei giorni passati ti scorrono davanti come una moviola e riesci a trarne l’essenza. Ripenso alla serata di premiazione ATG, all’atmosfera di festa, al piacere ritrovato di incontrarsi e scambiare due chiacchiere tra colleghi. Una comunità che solitamente è in contatto via social o via mail che finalmente ha l’occasione di rincontrarsi dal vivo. Ripenso a Dario Olivero qualche settimana fa al LAC quando diceva che «Robinson» intercetta e spiega lo spirito del tempo. Pedalo, ci penso, ma non riesco a metterlo a fuoco lo spirito del tempo. Penso alle notizie che arrivano dal COP26 a Glasgow, l’impegno contro la deforestazione, l’impegno per la riduzione delle emissioni di metano, le parole del Premio Nobel Giorgio Parisi sul «Corriere della Sera» «Dai grandi solo parole un vero piano non c’è» mentre Greta Thunberg e i giovani attivisti gridano «Stop al tradimento climatico».
Sui giornali si parla di risalita dei contagi e terza dose. Si discute dei rider che ci consegnano il sushi a domicilio per 35 centesimi al minuto o della Lugano alternativa che ormai è sparita. La NZZ parla del ritorno di Trump per le presidenziali del 2024. La pandemia aggrava la situazione economica dei media, ci dice lo studio di Zurigo. Arriva la salita, devo concentrarmi (non penserete che ho la bici elettrica!). Giunta dall’altra parte prendo un bel respiro. Mi viene in mente l’intervista dell’altro giorno a Thomas Hürlimann, ospite questa settimana degli Eventi Letterari. Penso alle sue passeggiate serali col gatto, quel gatto che gli ha insegnato a guardare il mondo con occhi diversi. Penso alle sue malattie, a quante volte, proprio come i gatti, si è salvato. Non so dirvi quale sia lo spirito del tempo di oggi, cerco anch’io di scoprirlo ogni giorno mentre coltivo il mio giardino e pedalo.