Leonardo ibrido e Dante postdefinito

/ 20.03.2023
di Paolo Di Stefano

Le cattive sorprese non finiscono mai: pensate per un italiano sovranista la delusione nello scoprire che la madre di Leonardo da Vinci era una straniera, addirittura una schiava circassa venuta dal Caucaso. Il simbolo del Rinascimento italiano non è italiano a tutti gli effetti, ma di sangue misto. È stato lo studioso Carlo Vecce (6+ al fiuto di segugio) a trovare, nell’archivio di Stato di Firenze, l’atto di liberazione di Caterina, figlia di un certo Jacopo. Il documento fu firmato dal notaio del contado fiorentino Piero da Vinci e rogato il 2 novembre 1452, circa sei mesi dopo la nascita di Leonardo, su richiesta della proprietaria della schiava, una tale Ginevra d’Antonio Redditi, moglie di Donato di Filippo di Salvestro Nati, che con quel lungo nome a scatole cinesi era un avventuriero fiorentino. Caterina era stata rapita probabilmente dai tartari e rivenduta ai veneziani, ma questa è solo un’ipotesi, com’è mera ipotesi che la donna fosse in origine una principessa. Insomma, un guaio. Vecce deve essere un pericoloso filologo di sinistra, che utilizza (e legge) i documenti in chiave politica. Per prudenza, dopo aver saputo che Leonardo non era proprio italiano italiano, il ministero degli Interni sta discutendo sulla possibilità di buttare in mare l’Ultima cena, il Salvator Mundi, la Vergine delle Rocce, l’Uomo Vitruviano, La Dama con l’ermellino e l’ermellino.

Per fortuna, rimane assodato che Dante è il fondatore della destra italiana: non sappiamo ancora se della destra sociale o liberale o stragista, ma lo sapremo presto. Quest’anno il Dantedì sarà finalmente la giornata dell’orgoglio nazionale, se possibile nazionalista. E qui i 6 si sprecano: a Dante che ha scelto la parte giusta; alla Divina Commedia, manifesto della cultura di destra; al ministro dell’Istruzione e del Merito che contro l’egemonia della sinistra ha capito che Dante ha scelto la parte giusta; a tutti quelli che hanno capito che il ministro ha capito che Dante ha scelto la parte giusta. In questa nuova prospettiva, dopo approfonditi studi critici, il Ministero ci ha fatto sapere che Paolo Malatesta e Francesca da Rimini furono condannati all’Inferno in quanto comunisti. Comunisti furono anche Ulisse e il conte Ugolino, che infatti mangiava i bambini. Probabilmente anche Celestino V mangiava i bambini, ma nessun Vecce ha ancora trovato il documento che lo attesti. Beatrice è ovviamente di destra, come Sant’Anna, Apollo e la pelle di pollo, Cacciaguida, Carlo Magno e Carlo Martello, Marte, San Pietro, San Tommaso d’Aquino, Tarquinio Prisco, la Vergine Maria, mentre Virgilio è socialdemocratico come Cimabue, il celebre pittore che faceva una cosa e ne sbagliava due (voto 2).

Per avere conferma delle nuove direttive critiche ministeriali, ho fatto ricorso all’Intelligenza Artificiale di ChatGPT e ho inserito le parole «Cimabue socialdemocratico». La risposta (5+) è comparsa dopo un paio di secondi: «Non sono in grado di fornire una risposta precisa alla tua domanda, in quanto Cimabue è stato un pittore italiano del XIII secolo e quindi non ha avuto un’ideologia politica specifica, essendo vissuto in un’epoca in cui il concetto di socialdemocrazia non esisteva ancora». Allora mi è venuto un dubbio e ho digitato «Dante fondatore della destra», ottenendo in tre secondi una lunga risposta (5-) che cominciava così: «Questa affermazione non è corretta. Dante Alighieri, nato a Firenze nel 1265, è stato un poeta, scrittore e politico italiano. Tuttavia, Dante visse in un’epoca in cui non esistevano ancora i concetti di destra e sinistra politica, che emersero solo in seguito…». E dunque mi sono chiesto se per caso ChatGPT non sia un’intelligenza artificiale socialdemocratica che, come Cimabue, fa una cosa e ne sbaglia due. E appena ho digitato «ChatGPT socialdemocratica» è comparsa la risposta: «Come intelligenza artificiale, non ho una posizione politica o ideologica». Allora ho incalzato: «ChatGPT bugiarda» e neanche ho smesso di scrivere che è comparsa una dichiarazione netta: «Come intelligenza artificiale, non ho capacità di mentire in quanto sono un programma informatico che elabora e restituisce informazioni sulla base di dati e algoritmi predefiniti». Allora mi è venuto un altro dubbio: che l’intelligenza ministeriale a volte funzioni con algoritmi postdefiniti (voto 1 postdefinito).