L'effetto medicinale dei premi

/ 04.11.2019
di Ermanno Cavazzoni

Un anno fa su per giù, sono stato finalista al premio Campiello, prestigioso premio letterario che si tiene a Venezia. Adesso a distanza di un anno devo dichiarare che l’ospitalità del Campiello è stata più che eccellente; devo anche dire che gli aperitivi, i banchetti, i brindisi sono stati una delizia, sempre. A Venezia il 27 giugno abbiamo cenato a Murano, pollo fritto e arancini fritti ripieni, non so cosa c’era dentro, una delizia; e mi sono servito forse anche esageratamente; la notte poi l’ho passata agitata e con un po’ di pesantezza; ma il giorno dopo, il 28, a Cornuda, pranzo e cena superbi, frittatine, frittelle, sarde fritte in saòr, un fritto misto di mare, buonissimo; anche il gelato fritto c’era, non l’avevo mai assaggiato. Per digerire bisogna berci dietro qualcosa, il vino, sì, amarone, prosecco, ma anche qualcosina di un po’ più forte, che faccia da stura lavandino. La notte il letto ondeggiava, credevo di essere in gondola, sognavo di bere un bicchierino di acido muriatico, che mi desse sollievo, anche se continuavo a lodare la cucina veneta, i bigoli col ragù d’anitra, il maiale al latte, il fegato con la cipolla, il tiramisù e il premio Campiello.

Il giorno dopo a Jesolo non so cos’è stato: un po’ il fritto protratto, un po’ lo stress da premio (che nuoce al duodeno), un po’ la vodka, un po’ qualche bicchierino supplementare di vodka, perché quando si fa baldoria, eccitati dalla premiazione, la vodka è un grande aiuto per parlare sensatamente, ma anche per digerire l’olio cotto del fritto; quindi succede che più mangi fritto, più devi bere vodka o l’equivalente (non so se vi succede?). Quando uno è sotto stress, vodka e fritto ti aiutano molto; anche se poi lo stress te lo senti pesare il giorno dopo sul fegato e sulla cistifellea. E infatti di questo passo dopo solo tre giorni ho avuto un blocco totale alla prostata, il 29 giugno; non dico che è stato il premio Campiello, però ha molto contribuito. Per cui ho interrotto il giro di presentazioni, e sono andato dal medico; il quale mi ha detto che non ero adatto ai premi, in particolare al premio Campiello, per via del trattamento alimentare eccellente, i fritti in Veneto sono un capolavoro, e la grappa – ha detto il medico – la grappa altrettanto: come si fa a resistere? Quindi mai più, – ha detto il medico – avrei potuto sottopormi ad un premio, con relativo stress, eccetera; e con l’eccetera alludeva al fritto, a cui la prostata è particolarmente sensibile. Ai premi sono più adatte le femmine – ha detto il medico – perché non hanno la prostata. E mi ha consigliato di operarmi, se volevo sperare ancora nel primo premio finale. Cosa che ho fatto immediatamente, in via privata, il 18 luglio.

Ora qui s’apre la vera questione; l’operazione è costata tredicimila euro, tutto è andato bene, anzi benissimo; ma all’origine di tutto devo dire c’è il premio Campiello, che non è salutare a prostata, reni e in generale agli organi interni; senza sua colpa, sia chiaro, il danno casomai è solo un effetto collaterale. Dunque dal premio ho avuto cinquemila euro, per essere stato nella cinquina vincente; se avessi vinto anche il premio finale, altri cinquemila; che fanno in totale diecimila euro. Mi scuso con gli altri candidati, tutti eccellenti, ma essendo stato io il principale martire, caduto sul campo, il premio supplementare mi spettava per puro senso di giustizia. Non dico un monumento, come ai caduti della prima guerra mondiale. Non so se gli altri candidati hanno avuto dei danni che possano legalmente accampare: episodi convulsivi, alitosi, foruncolosi, rigurgito acido, trombosi … ci sono stati casi di trombosi? arresti cardiaci?

Non mi è arrivata la notizia all’orecchio, nessuno ha esibito un attestato medico o il certificato del pronto soccorso. Quindi, tirando le somme, se avessi avuto i diecimila euro, avendone io spesi per l’operazione tredicimila, me ne toccavano ancora tremila. Ma non ho vinto, e quindi (tredicimila meno cinquemila) me ne toccherebbero ancora ottomila: cosa vogliamo fare? – ho scritto ai promotori del premio, cioè alla Confindustria Veneta. Me li potreste dare a rate, scalarli dal premio dei prossimi anni; magari vi faccio uno sconto, perché in effetti sto meglio di prima, e adesso posso mangiare e bere a volontà, anche grappa e grappini accompagnati da polenta e salsiccia. Quindi vedete voi – ho scritto, – è una questione di coscienza. Anche se da parte mia ringrazierò sempre Confindustria Veneta e Campiello per l’intervento riuscitissimo alla prostata … grazie! Ho scritto per posta elettronica. Non mi hanno risposto; non sono interessati. O mi credono sulla parola.

Quindi alla fine, va beh – ho detto – facciamo così: siamo pari. Voi ci guadagnate, ma anch’io ci ho guadagnato in salute. Arrivederci – ho scritto, – meglio però che non torni in gara una seconda volta; ci sono altri organi interni che possono restare compromessi. E comunque grazie, grazie di cuore.