Le sfumature del multilinguismo elvetico

/ 20.04.2020
di Angelo Rossi

La conoscenza delle lingue da parte della popolazione varia molto da un paese all’altro. Vi sono nazioni, come l’Inghilterra e gli Stati Uniti dove la lingua nazionale è predominante, nonostante i flussi immigratori dal resto del mondo siano importanti. A proposito degli Stati Uniti e della prevalenza dell’inglese come lingua parlata (attenzione però perché lo spagnolo sta facendo passi in avanti da gigante) si parla anche di «melting pot» per indicare come forte sia la tendenza ad assimilare i nuovi venuti e ad integrarli, nel giro di una generazione al massimo, nella popolazione americana di lingua inglese. 

Dal profilo della conoscenza delle lingue, la Svizzera sta all’altro estremo dell’asse che misura le competenze linguistiche, ossia in una zona nella quale prevale il multilinguismo. Fino a data recente, i nostri statistici misuravano questo fenomeno con la nozione di lingua principale. C’erano insomma, da un lato, gli svizzeri che parlavano una sola lingua principale e c’era, dall’altro lato, una proporzione piccola ma significativa di svizzeri che ne possedeva perfettamente due o più di due. A partire dal 2014 l’inchiesta che si occupa di determinare le conoscenze linguistiche della nostra popolazione ha introdotto, accanto alla nozione di lingua principale, quella di lingua secondaria. La lingua principale è, di solito, quella materna, ed è quella che noi sappiamo parlare e scrivere, se non perfettamente, almeno con precisione e facilità di espressione. La lingua secondaria è invece una lingua che non si conosce perfettamente. 

La definizione statistica di lingua secondaria ha poche pretese. Basterebbe in un certo senso che la persona interrogata capisse la lingua straniera in questione, anche se non è capace di esprimersi nella stessa in modo eccellente per essere ammesso nel novero degli svizzeri che possiedono oltre alla loro lingua principale anche una, o più lingue secondarie. 

Vediamo dapprima qual è la portata di questo fenomeno che, come si è già ricordato, fino a data recente non era conosciuto. Le nostre informazioni sono tratte dall’articolo dedicato alle lingue secondarie che Maria Chiara Janner, Matteo Casoni e Danilo Bruno hanno pubblicato nel numero più recente della rivista «Dati» dell’USTAT. Stando alle inchieste dell’Ufficio federale di statistica, solo due quinti degli svizzeri parlano più di una lingua principale (bilingui e multilingui). Per contro se si considerano tutti i livelli di competenza linguistica nove persone su dieci dichiarano in Svizzera di possedere almeno una lingua secondaria nel loro repertorio. 

Ma quali sono le lingue secondarie degli svizzeri? L’inglese è certamente la più importante, in quanto due terzi degli intervistati dichiarano di conoscerlo. La metà circa degli intervistati dichiara poi di conoscere il francese e un po’ meno della metà il tedesco. Per l’italiano la percentuale di diffusione come lingua secondaria è un po’ meno importante. Solo il 33% degli intervistati dichiarano di possedere nozioni di questa lingua. 

Se dal livello nazionale scendiamo a quello delle singole regioni linguistiche ci accorgiamo che l’importanza delle lingue secondarie varia da una regione all’altra. Nella regione di lingua tedesca la lingua secondaria più importante è l’inglese, seguita dal francese e dallo spagnolo. L’italiano viene invece solo al quarto posto. Anche in Romandia la lingua secondaria più importante è l’inglese mentre al secondo posto figura il tedesco. Viene poi, di nuovo lo spagnolo, e al quarto posto l’italiano. Solo nella regione di lingua italiana il tedesco e il francese, lingue nazionali, occupano (in questo ordine) i primi due posti della classifica delle lingue secondarie. Al terzo posto viene poi l’inglese e al quarto lo spagnolo. Osserviamo da ultimo che l’ultimo posto della classifica (il quinto) è occupato, nelle tre regioni linguistiche dal portoghese. 

Ovviamente ci sarebbe molto da dire su queste differenze tra la regione italofona e le altre regioni linguistiche del paese in merito alle conoscenze di lingue secondarie. Limitiamoci a constatare che se nel repertorio linguistico dei Confederati l’italiano viene oggi dopo la loro lingua, l’inglese e lo spagnolo, non possiamo attenderci molta comprensione quando, come minoranza linguistica, lanciamo appelli per proteggere la nostra lingua.