Queste sono le ultime settimane dell’annuale battaglia per i posti di apprendista. I problemi sono sempre i medesimi. Mentre nell’insieme, a fine campagna, restano sempre posti di apprendista che non vengono occupati, vi sono aziende che vengono quasi prese d’assalto dai giovani tirocinanti e che quindi si trovano confrontate con il problema di scegliere, tra i molti candidati, quelli che promettono di riuscire meglio. Il problema è forse più sentito oltre S. Gottardo, perché da noi sono poche le aziende che offrono decine di posti di apprendistato e che quindi si trovano a dover operare scelte del genere. Quest’anno, oltre S. Gottardo, ha suscitato molte discussioni la notizia stando alla quale i candidati all’apprendistato di Swisscom della Svizzera tedesca non dovranno più presentare, con la loro richiesta, la pagella con le note ottenute alla fine del loro iter scolastico. Nel processo di scelta dei migliori candidati Swisscom rinuncia oramai a consultare non solo la loro pagella ma anche il dossier personale da loro presentato perché sembra dicano poco sulla loro personalità, le loro conoscenze e le loro possibilità di riuscita. Le note sembrerebbero inficiate dalle differenze nei criteri di valutazione che si rilevano tra una scuola e un’altra ma anche tra un insegnante e un altro. Il dossier personale verrebbe invece trascurato perché raramente viene composto senza aiuto esterno, in particolare senza il sostegno dei genitori. I giovani che desiderano diventare apprendisti presso Swisscom dovranno invece rispondere alle domande di un «video-tool». Sulla base delle loro risposte Swisscom sceglierà i candidati da invitare per il seguente turno di selezione presso l’azienda.
Fermo restando che Swisscom è libera di fissare la procedura di scelta dei suoi apprendisti come vuole, la sua decisione di rinunciare a consultare le note ha aperto un dibattito nel quale viene discusso se la procedura sia estendibile ad altre aziende, se esista o no una relazione tra le note scolastiche e i risultati conseguiti nel periodo dell’apprendistato e, per finire, se le note scolastiche possano servire per accertare se i candidati posseggano certe doti che oggi appaiono indispensabili per affrontare con successo una carriera professionale. Alla domanda se questa procedura di scelta sia estendibile ad altre aziende la risposta è negativa. Un processo di selezione dei candidati analogo a quello della Swisscom può essere applicato solo da grandi aziende che assumono decine e decine di apprendisti e quindi si trovano a dover scegliere tra centinaia di candidati. In generale le aziende svizzere sono di piccole dimensioni e quindi non sono confrontate a problemi di scelta su grande scala.
Sulla relazione tra le note scolastiche e il successo nell’apprendistato non esistono molti studi. Quelli che ci sono, poi, non giungono a conclusioni univoche. Sembra assodata, tuttavia, l’esistenza di una correlazione tra cattive pagelle e insuccesso nell’apprendistato (misurato in diversi modi). Le note scolastiche permetterebbero quindi di prevedere il futuro degli apprendisti solo se sono cattive. Nel qual caso si può anticipare che i candidati avranno problemi. Non esiste invece una relazione unica tra buone note scolastiche e grado di successo nell’apprendistato. La terza questione è più delicata in quanto mette in discussione non solo il significato delle note scolastiche, ma addirittura i contenuti della formazione nella scuola dell’obbligo. Ai responsabili delle risorse umane delle aziende che devono selezionare i nuovi apprendisti le note scolastiche non servirebbero, perché tanto le stesse non dicono loro niente su attitudini e conoscenze come «competenze sociali, spirito di iniziativa, creatività» che sono rilevanti per una carriera professionale.
A questa critica si risponde dapprima che non è forse compito della scuola dell’obbligo quello di sviluppare simili attitudini e conoscenze. In seguito, che le note scolastiche consentono comunque di farsi un’idea di come siano sviluppate nei candidati altre doti e conoscenze, come la diligenza, la capacità di resistenza e quella di analisi, che pure sono importanti qualunque sia la professione scelta. Un mio collega di Politecnico, con il quale, per anni, ho intervistato candidati a corsi di master professionali, sosteneva che i migliori candidati erano quelli che avevano pagelle con un profilo frastagliato con tanti cinque, ma anche con qualche tre. Glielo suggeriva la sua trentennale esperienza di selezionatore di candidati. Per finire, però, anche l’esperienza è un dato soggettivo.
Le note non sono più necessarie?
/ 22.08.2022
di Angelo Rossi
di Angelo Rossi