L’umanità si divide in due fazioni: quelli che odiano i regolamenti e quelli che li amano. Io mi schiero fra i favorevoli perché penso che se vogliamo che le cose funzionino devono essere governate da regole rigide e indiscutibili. Anche per questo motivo Torino è la mia città ideale. I nostri Savoia erano una dinastia militare, fino alla fine del ’700 la città era una grande caserma e quel modello ha improntato l’edificazione della città fabbrica e la nascita della Fiat. I regolamenti scritti come si deve hanno un fascino impagabile, le scuole di scrittura creativa dovrebbero prevedere un corso specializzato per i regolamenti e già che ci sono farne un altro per i bugiardini delle medicine. Dai lontani anni in cui ho usufruito della mensa del centro di produzione della sede Rai di Torino la ricordo inquadrata in un capolavoro di regolamento. Pagando un prezzo politico indivisibile convenuto con i sindacati, hai diritto a un primo, a un secondo e a un contorno. Il resto, pane, bevande, dolci, frutta, è a parte. Puoi scegliere fra quattro primi, quattro secondi e quattro contorni. Nessuno dei quattro primi nel menù di quel giorno ti garba? Nessun problema: al posto del primo puoi prendere un altro contorno.
Facciamo qualche esempio: si può prendere un contorno di patate arrosto e uno di pomodori, oppure costine e fagioli, oppure ceci e insalata verde. Naturalmente uno è libero di prendere due volte lo stesso contorno ma gli anziani Rai, che la sanno lunga, sconsigliano questa pratica per tre fondamentali motivi. Primo: è bene variare. Secondo: le signore addette al servizio mensa tendono a metterne di meno nel piatto che in quel caso è lo stesso. In altre parole il doppio contorno non è mai come la somma di due contorni separati, non so se è chiaro. Terzo: è anche una questione d’immagine, di look. Uno che a mensa si spara in vena due contorni uguali fa un po’ la figura di un lavandino. All’ufficio del personale sulla scheda di valutazione di ogni dipendente c’è anche la colonna dedicata alle caratteristiche negative. Sulla quale non è raro purtroppo leggere: «è stato visto più volte a mensa mentre raddoppiava lo stesso contorno». Passiamo ai secondi che, abbiamo detto, sono quattro. Ci sono i cosiddetti secondi indivisibili: il bollito, l’arrosto, la bistecca ai ferri, la braciola di maiale, la milanese e così via. Ci sono però i secondi congegnati in modo tale che si può prenderne solo metà. È il caso delle polpette dette affettuosamente «le misteriose», conosciute anche come «le polpette antiuomo». Tre sono nel mondo i misteri ancora insoluti: cosa c’è nella Nutella, cosa c’è nella Coca Cola, cosa c’è nelle polpette della mensa Rai di Torino.
C’era anche un altro mistero, quello conosciuto in tutto il mondo come il Terzo Segreto di Fatima, ma che per il nostro regolamento è schedato come il Quarto. Un bel giorno si è dissolto. È successo quando alla mensa è venuto in visita l’arcivescovo di Torino. Era venuto per registrare un’intervista al telegiornale regionale, poi ha espresso il desiderio di visitare gli altri ambienti del palazzo. Quando Sua Eminenza è entrata nel salone della mensa Rai, scoccavano le dodici e trenta. Il nostro amato direttore del centro: «Eminenza, ci farebbe un grande onore se accettasse il nostro invito a consumare il pranzo». Quel sant’uomo: «Grazie, perché no? Cos’hanno preparato di buono le nostre cuoche?» Purtroppo quel giorno il menù prevedeva anche le «polpette antiuomo». «Belle quelle polpette, mi ricordano quelle della nonna. Posso prenderle?» Per fortuna, mentre stava per mettere in bocca la prima polpetta gli è apparsa la Madonna di Fatima e l’ha dissuaso. Torniamo al nostro regolamento. Se un commensale opta a suo rischio per le polpette gliene spettano due. Ma già una non è un azzardo da poco. Vuoi sfidare il rischio? Prendine una sola, l’equivalente di mezzo secondo. La casella del mezzo secondo rimasto libero si può riempire con un altro contorno che diventa perciò il terzo. La logica ci insegna che, se il primo mezzo secondo vale un contorno, anche il secondo mezzo secondo vale a sua volta un altro contorno. Che perciò diventa il quarto. Riassumiamo: il primo contorno, o contorno istituzionale, va col secondo, il secondo contorno va al posto del primo, il terzo contorno sostituisce il primo mezzo secondo, il quarto contorno è al posto del secondo mezzo secondo. Tutto chiaro o devo ripetere?