Le banche saranno dei grandi app store?

/ 17.09.2018
di Natascha Fioretti

Qualche giorno fa ero in Germania e come sempre ad un certo punto mi sono ritrovata in libreria a curiosare tra i titoli delle ultime uscite. Uno – che poi è finito nella mia borsa insieme ad altri magnifici quattro – ha subito catturato la mia attenzione. Copertina rossa, scritta vintage e il titolo Die Welt der verschwundenen Berufe (Il mondo dei mestieri scomparsi). Sbirciando in questa curiosa opera di Rudi Palla, scrittore e filmmaker austriaco, sono finita a pagina 135 dove si parla dei Laternenanzünder, i lampionai, quegli omini vestiti di una blusa turchina con sopravveste e un berretto municipale in testa che a partire dalla fine del 18esimo secolo avevano l’incarico di accendere e spegnere i lampioni a gas e a olio delle strade cittadine. Oggi che le città sono illuminate a vista e abbiamo il problema dell’inquinamento luminoso, pensare alla figura del lampionaio che la mattina all’alba, quando tutti dormono, gira per la città a spegnere le luci sembra lo scherzo di un’allucinazione. La storia insomma ci insegna da tempo: tecnologia e progresso che arrivano, mestieri che se ne vanno o si trasformano. 

Sappiamo bene che si tratta di uno dei trending topic del nostro tempo e della quarta rivoluzione industriale, quella dell’automazione digitale. E tra tanti settori e professioni che si stanno radicalmente trasformando a suon di innovazione, uno tra tutti è quello bancario. E il collegamento con il libro di Rudi Palla e i lampionai non nasce per caso. Proprio in libreria incontro un vecchio amico di famiglia dei nonni. Una chiacchiera tira l’altra finiamo a fare conversazione davanti a un caffè e a parlare di banche. Emozionato e curioso all’alba dei suoi 75 anni mi dice di essere appena stato ad un incontro organizzato dalla banca del paese sul futuro del settore: «Ci hanno detto che pagheremo tutto con i nostri telefonini e in banca non ci saranno più gli sportelli con il personale ma un enorme spazio con tanti computer che daranno tutte le informazioni del caso». A sentire il suo racconto, le banche del futuro assomiglieranno a dei grandi app store dove non si faranno più lunghe code allo sportello per depositare o cambiare denaro e chiedere informazioni o consulenze ma in modalità self service ognuno gestirà i suoi business dialogando con una macchina addestrata per essere super gentile e super performante. E per tutto il resto ci saranno app e servizi che dal nostro smartphone ci permetteranno di fare tutto: pagamenti, trasferimenti, investimenti… 

Sfogliando la stampa è evidente che in Germania questo è un tema di grande attualità. In un’intervista alla «Frankfurter Neue Presse» il professore di economia politica e economia aziendale Andreas Buschmeier per quanto riguarda il settore bancario è molto chiaro e parla di una disruptive innovation, un’innovazione dirompente che da qui al 2030, a suo dire, in Germania cancellerà fino al 70 per cento dei posti di lavoro. E il trend non interesserà soltanto chi è agli sportelli ma anche il personale più altamente qualificato mentre a soffrirne meno sarà il top management. E nello scenario delle banche che cambiano sollecitate in particolare da cinque fattori – perdita di fiducia da parte dei risparmiatori dopo il crack del 2008, più elevate aspettative da parte della clientela, l’arrivo dei millennials, la diffusione di internet, nuove normative – nel gioco compaiono nuovi player interessanti e cioè terze parti tecnofinanziarie che offrono servizi sempre più attenti ai bisogni degli utenti. E, con l’estendersi di queste nuove proposte e una maggiore possibilità di scelta da parte delle persone ma anche una maggiore competizione, il sistema promette di diventare più democratico e accessibile con migliori condizioni per tutti.

Stando alla Banca Mondiale, negli ultimi anni, grazie a questi nuovi attori i clienti, nelle transazioni monetarie internazionali, hanno risparmiato oltre 60 miliardi di dollari. Tutto cambia, niente resta, è la legge del digitale e anche le banche, per fortuna o per sfortuna, non ne sono immuni.