Lavoro a tempo parziale, vantaggi e svantaggi

/ 31.10.2016
di Angelo Rossi

Dei molti cambiamenti manifestatisi nel mondo del lavoro durante gli ultimi cinquant’anni, l’aumento dei lavoratori a tempo parziale è stato certamente uno dei più significativi. Cinquant’anni fa, infatti la manodopera occupata lavorava, quasi senza eccezioni, a tempo pieno, vale a dire almeno otto ore al giorno, almeno cinque giorni per settimana. Poi, a partire dal 1980 circa, la quota dei lavoratori a tempo parziale non ha cessato di aumentare, nel cantone come a livello nazionale. Nel 1985, essa rappresentava appena il 6.5% dell’occupazione totale. Dieci anni dopo era già salita al 17%. Ancora dieci anni più tardi, nel 2005, i lavoratori a tempo parziale rappresentavano il 23.8% dell’occupazione totale. Nel 2015, la loro quota aveva superato oramai il 30%. In quell’anno, infatti, i lavoratori a tempo parziale rappresentavano, in Ticino, il 32.2 per cento dell’effettivo di lavoratori occupati. Se la quota dei lavoratori a tempo parziale dovesse continuare ad aumentare a questo ritmo, tra 50 anni, ossia nel 2065, tutti i lavoratori occupati nell’economia ticinese lavoreranno a tempo parziale.

Contrariamente alle molte remore avanzate, soprattutto all’inizio, dai datori di lavoro, questo tipo di occupazione ha avuto un grande successo. In attesa di ricerche che precisino le ragioni di questa riuscita possiamo cercare di identificarne qualcuna, così un poco a naso. La più importante è forse la possibilità per le donne che hanno una famiglia a carico di esercitare anche un’attività di lavoro remunerata. Il lavoro a tempo parziale ha consentito al tasso di attività femminile di aumentare.

Non è una sorpresa quindi constatare che, nel 2015, in Ticino, praticamente i tre quarti dei lavoratori a tempo parziale erano donne. Vi sono naturalmente cerchie di benpensanti che reputano che la donna con famiglia a carico non dovrebbe lavorare. Siccome però queste persone sono anche quelle che ritengono che l’economia cantonale dovrebbe ricorrere meno ai lavoratori stranieri di quanto fa, farà comunque loro piacere venire a sapere che, l’aumento del tasso di attività femminile è una delle poche possibilità che il Ticino ha oggi per aumentare l’offerta di manodopera indigena e contenere quindi l’immigrazione di lavoratori dall’estero. Questi sono gli aspetti positivi del lavoro a tempo parziale. Non possiamo però nascondere che questo tipo di attività ha contribuito a fragilizzare il mercato del lavoro, indebolendo la posizione del lavoratore nella contrattazione, specie in quei rami del terziario, come il commercio, la ristorazione, l’albergheria, la salute e il sociale, dove è relativamente facile far posto a un’attività a tempo parziale.

Il datore di lavoro, poi, in generale ci guadagna, perché un lavoratore a tempo parziale gli assicura una produttività per posto di lavoro superiore. Da ultimo osserviamo che l’effetto fragilizzante del lavoro a tempo parziale viene confermato dal fatto che una parte crescente di coloro che lavorano secondo questa modalità vorrebbero poter lavorare più a lungo. In uno studio appena uscito su Dati, statistiche e società, Oscar Gonzalez si è occupato in particolare di questo aspetto, analizzando i dati dell’inchiesta RIFOS che viene svolta solo sulla popolazione residente. L’inchiesta in questione suddivide i lavoratori a tempo parziale in due gruppi: i soddisfatti e quelli che non lo sono. Quelli che non lo sono reputano di essere sotto-occupati e vorrebbero lavorare più a lungo. Ora, tra il 2004 e il 2015, mentre i lavoratori a tempo parziale sono aumentati del 38%, il gruppo dei lavoratori a tempo parziale insoddisfatti è aumentato del 56%.

Ancora due precisazioni. La prima per ricordare che la quota dei lavoratori a tempo parziale insoddisfatti è, in Ticino, quasi tre volte maggiore che a livello svizzero. La seconda per osservare che non tutti coloro che non sono soddisfatti del lavoro a tempo parziale vorrebbero lavorare a tempo pieno. Ma la quota di coloro che vorrebbero lavorare a tempo pieno continua ad aumentare. Nel 2015, i due terzi dei lavoratori a tempo parziale residenti in Ticino avrebbero desiderato un’occupazione a tempo pieno. Cari datori di lavoro, se cercate manodopera pronta a lavorare di più, ora sapete dove potete trovarla.