Gentile Professoressa,
sono il papà un po’ attempato di Patrizia, una deliziosa sedicenne, nata dopo una lunga attesa, quando ormai non ci speravamo più. Forse perché è rimasta unica, noi genitori l’amiamo come più non si potrebbe. È la figlia ideale e, da quando è al mondo, ci ha dato solo soddisfazioni: è bella, sana, gentile, affettuosa e positiva. Mai un capriccio, mai una richiesta insistente, sempre «per favore» e «grazie». Capirà perché dall’autunno scorso siamo preoccupati vedendola triste, solitaria, taciturna, uno stato d’animo che solo le vacanze hanno parzialmente migliorato.Anche la scuola non è andata bene come gli altri anni: è stata promossa, è vero, ma con voti piuttosto scadenti. Pensavamo fosse la solita crisi dell’adolescenza ma qualche giorno fa abbiamo incontrato la mamma di un suo compagno di scuola che ci ha aperto gli occhi. Pare che Patrizia sia stata vittima di un pesante mobbing, in classe e fuori, da parte dei maschi ma soprattutto delle femmine. Perché? perché, pur essendo tutt’altro che grassa, ha un seno molto sviluppato. Soprannominata la «tettona», durante le ore di palestra viene accompagnata da un coro di «plop, plop». Ne abbiamo parlato con lei e finalmente ci ha rivelato di essere stressata e di non poterne più di quell’assurdo tormento. Ma quello che più ci preoccupa è che, dopo essere scoppiata a piangere, ci ha chiesto, anzi supplicato, di portarla da un chirurgo estetico perché le riduca il seno.Vedendola così decisa e così disperata non sappiamo cosa fare. Non ha mai preteso niente e non ci sembra giusto, la prima volta che domanda qualcosa, risponderle no. Ci aiuti, la prego. /Genitori in ansia
Cari genitori,
quando un figlio ha sedici anni, l’ansia è di casa. Per l’adolescente il corpo è uno sconosciuto, la vita un’incognita, i rapporti con i coetanei un problema. Le emozioni vengono ingigantite dall’immaturità del cervello dove a un’area cognitiva molto sviluppata corrisponde un’area emotiva piuttosto infantile. Questo divario esaspera le frustrazioni che, come reazione spontanea, vengono scaricate proiettandole sui compagni. Tutti soffrono per veri o presunti inestetismi e i più aggressivi trovano sollievo quando, di fronte all’umiliazione dell’altro, possono affermare: il problema è suo, non mio. Purtroppo questo meccanismo di difesa, suscitando il consenso della classe o del gruppo, provoca collaborazione e omertà. Col risultato che la vittima, rimasta isolata, colpevolizza se stessa e, invece di denunciare la persecuzione, se ne fa carico. Come vedete, il fisico di Patrizia è solo un pretesto per scaricare tensioni che, a quell’età, è difficile riconoscere, condividere ed elaborare senza l’aiuto degli educatori. Viviamo in una società, dominata dall’apparenza, che ha sostituito le colpe morali con quelle estetiche, dove il dovere di essere belli (conformi ai modelli pubblicitari) ha preso il posto del dovere di essere buoni (senza peccati). Ma i canoni proposti, anzi imposti, sono mutevoli. Negli anni Cinquanta un seno prosperoso era considerato il massimo della bellezza, come testimoniano i film dell’epoca e attrici quali Gina Lollobrigida e Sofia Loren. Ora, secondo i nuovi modelli, può diventare un’imputazione che gli adolescenti soffrono in modo particolare. Ma si tratta, credetemi, di una situazione temporanea, un passaggio di età. Tra non molto, con la valorizzazione della sessualità, le fattezze di Patrizia si dimostreranno un vantaggio nel gioco della seduzione. Resta comunque il problema di come aiutare qui e ora un’adolescente in crisi a uscire dal tunnel in cui si trova. Credo che, in questo momento, esaudire la richiesta di un consulto medico possa giovarle perché si sentirà compresa e accettata da voi mentre la voce competente e autorevole del chirurgo potrà rassicurarla sulla sua normalità. In tanti anni di consigli ai genitori, non ho mai incontrato un medico disposto a modificare, per motivi estetici, il corpo di una sedicenne. Anche quando esiste un problema obiettivo, l’intervento viene rinviato a più tardi, alla conclusione dello sviluppo.
Scegliete quindi una struttura sanitaria seria e un professionista riconosciuto, magari esponendogli il caso in un colloquio preliminare.Infine un suggerimento un po’ frivolo: una biancheria intima adeguata e abiti ben tagliati possono valorizzare la conformazione di Patrizia. Se la ragazzina riuscirà a modificare positivamente lo sguardo su se stessa, potrà cambiare anche quello degli altri sino a sentirsi orgogliosa per le sue fattezze, per come sono e per come saranno.
Spero di avervi persuaso che il problema è più psichico che fisico e che aiuterete Patrizia, non esaudendo la richiesta d’intervento chirurgico, ma sostenendola nell’affermazione della sua identità.
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