La via segreta di Momentum

/ 14.08.2017
di Paola Peduzzi

Studiate, prendete appunti, non fatevi troppo notare, ma indagate, hanno detto i leader del Partito conservatore inglese ai loro staff. Bisogna capire qual è il segreto di Momentum, il gruppo di attivisti che ha portato Jeremy Corbyn e il suo Labour a ottenere il 40 per cento di consensi all’ultima tornata elettorale britannica, e poi cercare di copiarlo. Nel mondo che si ribalta a ogni sospiro, i Tory che si sentivano fortissimi e destinati a guidare un Regno Unito tutto blu annientando l’opposizione laburista ora rincorrono modelli, segreti e app dei loro rivali con la speranza di riuscire a imitarli, e poi a batterli. Momentum non è soltanto una fissazione dei conservatori, è un esempio che viene studiato in molti partiti della sinistra occidentale, che pensano che il successo di Corbyn sia la dimostrazione che la strada della riconquista del potere sia quella. E chi ripete che inseguire Momentum significa ributtarsi indietro di qualche decennio, annullare il riformismo della terza via e dei suoi rivoli, ricercare una purezza socialista di generazioni passate, viene messo a tacere con un certo fastidio: siete voi moderati, voi della terza via, a essere vecchi e superati, c’è un altro «new» adesso, alternativa perfetta al neoliberismo.

Momentum è un gruppo «grassroot», sul campo, che conta oggi 23 mila attivisti e 150 gruppi a livello locale, ed è stato fondato nel 2015, qualche settimana dopo la vittoria di Jeremy Corbyn della leadership del Labour contro l’ala moderata del partito e contro tutti i riformatori (dettaglio: di recente, si è detto che a creare Corbyn è stato Tony Blair, ex premier inglese nonché ideatore della terza via. La notizia ha generato molte mani nei capelli e molti lamenti: quanto si fa male da sola la sinistra, nessuno. Ma l’intento di Blair, che non ha certo creato Corbyn ma non l’ha nemmeno combattuto, era quello di lasciare aperto il dibattito interno al partito, che come intento in sé non è del tutto sbagliato, anche se forse Blair non aveva considerato che quell’ala diventasse, fosse, maggioranza). Molti hanno paragonato Momentum a Militant, il gruppo trozkista che gravitava attorno al Labour negli anni Settanta e che fu poi espulso dal partito da Neil Kinnock – a dimostrazione che la lotta interna alle sinistre non è certo un vezzo moderno. Il fondatore di Momentum è il sessantenne Jon Lansman, vedovo da molti anni e famoso per le sue camicie colorate, nonché volto conosciuto all’interno del partito: nel 1981 era il coordinatore, a soli 24 anni, della campagna per la leadership del Labour di Tony Benn, che andò male, ma che ancora Lansman rivendica non tanto per come è andata a finire, ma per il progetto di una sinistra che facesse la sinistra, e non scimmiottasse la destra. Il suo riscatto è arrivato nel 2015, quando ha guidato in solitaria la campagna di Corbyn, con gli scommettitori che per lungo tempo hanno dato le chance di vittoria prossime allo zero. La sera della festa, Lansman ha tuittato: «Sono molto felice. L’unica cosa che mi dispiace è che ci sono voluti trent’anni». Lansman è convinto che l’anima della sinistra non sia affatto cambiata, sono cambiati i leader e le loro ambizioni, ma la base «non è mai stata a favore della guerra in Iraq, non è mai stata a favore della privatizzazione del sistema sanitario, ha votato Tony Blair perché dopo molti anni di governo conservatore voleva vincere, e sapeva che Blair aveva la capacità di vincere». Quella base è il target di Lansman e di Momentum, che è nato con l’unico obiettivo di mantenere Corbyn al potere e che ora è definito «un partito dentro al partito», con un’agenda fin troppo chiara: andare di nuovo al voto, prestissimo.

Tra gli appunti dei conservatori compare l’app My Nearest Marginal, nella quale basta inserire il proprio codice postale e scoprire qual è il seggio «marginale» (cioè in cui il parlamentare in carica ha ottenuto all’elezione precedente pochi voti di scarto rispetto al rivale) più vicino e precipitarsi lì. Ci si può andare insieme in automobile, il «carpooling» sponsorizzato da Momentum è molto richiesto, ed è un’occasione per organizzarsi e continuare l’offensiva politica, trainata come si sa soprattutto dai giovani. I Tory stanno studiando questi strumenti, ma partono svantaggiati, un po’ perché non hanno più presa sui giovani e un po’ perché le risorse sono dedicate alla gestione della Brexit. Paradossalmente questo è un punto a favore dei conservatori: è in corso una guerra latente per la leadership e per la gestione del negoziato con gli europei, ma per i molti che hanno votato il Labour sperando in una Brexit «soft» la sorpresa potrebbe essere grande: Corbyn non ha idee per ammorbidire la Brexit, e nemmeno Momentum.