La velocità della luce

/ 01.11.2021
di Ermanno Cavazzoni

L’universo è ben congegnato, sono d’accordo, ammirevole questo immenso ruotare dei corpi l’uno attorno all’altro, mette in soggezione, che ci sia ancora tanta spinta dopo 15 miliardi di anni e tutto funzioni impeccabilmente dentro questa sfera gravitazionale, che dicono si stia espandendo, va bene, tanto non ce ne accorgiamo; e anche delle supernove alla fine sono contento, hanno prodotto gli elementi pesanti, il ferro, l’oro, l’argento; anche il piombo, che entra nella composizione del cristallo; senza le supernove niente lampadari o bicchieri. Anche i buchi neri, per quanto mi riguarda vanno bene, sono come scarichi di lavandino, che ruotano e inghiottono tutto, poi non se ne sa più niente, se c’è una fogna universale, vasche di depurazione, in ogni caso non ci riguarda, è l’idraulica dell’universo, che non ha ricadute sul sistema solare e sul nostro pianeta.

Semmai trovo l’universo un po’ esagerato, ad esempio le distanze: se il sole fosse a Milano e fosse grande come un’arancia, la stella più vicina, Proxima Centauri, sarebbe a Reggio Calabria. È impressionante. E in mezzo niente o quasi niente, uno spazio enorme sprecato. Ma la questione più grave è questa: la luce impiega quattro anni per arrivarci. Immaginiamo che la luce sia un treno, la distanza Milano-Reggio Calabria è mille chilometri, arrotondando; quindi in un anno farebbe 250 chilometri, cioè 20 Km al mese, che sono 330 metri al giorno. Ora immaginando anche tutti i disservizi possibili, scioperi, smottamento della massicciata, gente lungo i binari, caduta della tensione elettrica, la locomotiva in avaria, il pilota in narcolessia, guasti negli scambi, cos’altro? una pazza a bordo che tira continuamente l’allarme, io dico che 330 metri al giorno, cioè 13 metri all’ora è come dire che il treno è fermo, forse quella che tira l’allarme lo fa per sollecitare, perché di sicuro a piedi si farebbe prima, anche se il passeggero fosse rimpicciolito in proporzione. Quindi, o la luce è troppo lenta, o le distanze sono esagerate; se si vogliono organizzare servizi di trasporto per un territorio così vasto bisogna modernizzare.

E però dicono che la luce più di così non va; la luce ha tanti pregi, ma ha un limite eccessivo di velocità, non so se è colpa del costruttore o è una legge. Con un mezzo così scadente ci si dovrebbe limitare ad un comprensorio non più grande del sistema solare: terra-luna in un secondo e tre decimi, questo sì è un buon servizio. Considerando il sole come la stazione centrale, da lì si raggiunge attualmente Mercurio in tre minuti, Venere in sei, la terra in otto, sempre alla velocità della luce, che in rapporto a quest’area è adeguata, una rete metropolitana modernissima; Nettuno quattro ore, ma è molto decentrato, come certi paesini di montagna difficili da raggiungere, lassù il giorno è breve, sedici ore, poco soleggiato, molta ammoniaca e metano ghiacciato, se uno non ci va per sciare trova poco da fare, e tira un vento che arriva a duemila all’ora, come stazione sciistica non lo consiglio.

Dunque il servizio luce nel sistema solare è ottimo, se fosse un treno nessuno si lamenterebbe, meno che mai i pendolari. Ma lo stesso convoglio per percorrere da un capo all’altro la Galassia, che in un certo senso è la nostra metropoli, impiega centomila anni, il che è ridicolo, impossibile. Non dovrebbero le galassie espandersi tanto, avendo al giorno d’oggi mezzi di comunicazione inadeguati. Ma non c’è niente da fare, l’universo si espande, tutto si espande, irresponsabilmente, senza adeguare i mezzi, neppure il più veloce, la luce; la gente finirà per stancarsi, protestare, ci sarà una disaffezione alle urne; chi regola tutto, chi permette questa espansione selvaggia e non investe nella velocità, prima o poi sarà estromesso, a meno che sia la solita lobby affaristica.

Le estreme regioni della Galassia arriveranno presto al degrado, tagliate fuori, poco servite; e la loro popolazione di extraterrestri, che è fitta, di questo sono sicuro, che è ovunque, sempre più impossibilitata a comunicare, scivolerà nella piccola delinquenza, nel vandalismo fine a sé stesso, se non confluirà per pura ignoranza nelle organizzazioni di terroristi. Quindi, è un appello, non mettiamo più limiti alla velocità della luce, almeno nei tragitti a lunga percorrenza.