Pensavo fosse uno scherzo. Dieci anni fa Umberto Eco pubblicava un librino su verità e finzione, nel quale, tra le altre cose, dimostrava come nel Medioevo invero non si credesse che la Terra fosse piatta, e proprio per questa convinzione Cristoforo Colombo arrivò alle isole caraibiche – che per fortuna divennero la meta del suo viaggio, mai le tre caravelle sarebbero giunte in India, come ben sapevano i saggi della corte di Isabella d’Aragona. Invece, per quella che noi oggi chiamiamo serendipità, ovvero il trovare quello che non si cerca, navigando verso le Indie Colombo trovò l’America. Tutto torna, andando verso ovest si troverà l’India, perché la terra è tonda.
Ebbene, oggi, sembra uno scherzo, non poche persone ritengono la terra piatta come un vassoio. Magari hanno elevati valori di protesta, ma che cosa li porta a dichiarare «siamo Terrapiattisti, ambasciatori diplomatici fuori da ogni giurisdizione planetaria»? Poi, naturalmente, c’è anche un risvolto economico (a che servirebbero le idee, se no?). Con queste parole – più verso il serio che il faceto – quattro passeggeri tra i 26 e i 43 anni si sono rifiutati di consegnare i documenti ai carabinieri che erano saliti sull’Intercity chiamati dal capotreno. I quattro non avevano il biglietto e si sono rifiutati di farsi identificare. Anche perché non avevano le carte d’identità.
Non una sbadataggine, ma una dimenticanza consapevole. Per via del prolungarsi dei controlli e della discussione, il Milano-Ventimiglia è rimasto fermo alla stazione di Pavia per quasi un’ora. Il comportamento delle quattro persone è valso la denuncia per interruzione di pubblico servizio e rifiuto di fornire le generalità. Meglio chiarirlo subito: secondo l’Arma, il gruppetto – tutti senza precedenti penali – era perfettamente in grado di intendere e volere. E di ciò che hanno rivendicato durante quello che è stato un vero e proprio interrogatorio, prima bonario sul treno e poi verbalizzato in caserma, erano assolutamente consapevoli. Terrapiattisti convinti, insomma. Disposti a sfidare la legge pur di ribadire il loro credo contrario a scienza, evidenza e logica.
Alla stazione di Pavia, il controllore ha chiesto il biglietto. I quattro individui hanno esibito un foglio plastificato definito autodeterminazione, affermando di essere «soggetti di diritto internazionale pregiuridico, ambasciatori diplomatici fuori da ogni giurisdizione planetaria», nonché «stati di se stessi». Si sono definiti cittadini del mondo che avevano diritto di viaggiare gratis. Anche se non è chiara la connessione tra le loro idee e il non pagare il biglietto.
A questo punto il capotreno – visto che i quattro non avevano alcuna intenzione di pagare il dovuto – ha avvisato la polizia di Pavia. La chiamata è stata passata ai carabinieri che hanno inviato in stazione un equipaggio del nucleo radiomobile. L’Intercity nel frattempo si è fermato per attendere l’esito della verifica a bordo. I carabinieri hanno chiesto i documenti ai «terrapiattisti». Ma sono rimasti sorpresi quando si sono visti consegnare il foglio plastificato dell’autodeterminazione. Sguardi privi di dubbi, quelli dei «terrapiattisti» che sono stati accompagnati in caserma dove sono stati identificati e denunciati. Si sono allontanati a piedi, diretti chissà dove.
Questa è un’ulteriore conferma di come i videogiochi possano influenzare il comportamento e i processi mentali dei bambini, Flat Earth Convention 2018, l’annuale raduno dei teorici della Terra Piatta che si è appena chiuso a Birmingham, nelle West Midlands inglesi. L’organizzatore e alcuni speaker intervenuti, che negli anni 80 erano adolescenti, devono aver giocato parecchio a Pac Man, sul loro Commodore 64 e alle macchinette dei bar, per vedere nel celeberrimo videogame nientemeno che la riproduzione in scala del mondo reale. La nuova e rivoluzionaria acquisizione delle teorie cosiddette «terrapiattiste» supera l’eterno problema per chi si trova a un’estremità della mappa. Chi entra da una parte, si ritrova direttamente dall’altro capo del pianeta. Esattamente come se passasse attraverso le porte bidimensionali di un quadro del videogioco.
Darren Nesbit, autore dell’intuizione, sostiene di essersi basato su prove scientifiche. Per le quali però occorre un atto di fede. Dicono: basta uscire di casa per accorgersi che la terra chiaramente non è in movimento inoltre «non importa dove vivi in questa presunta palla, sembra sempre che tu stia sulla sommità, mentre qualcuno dovrebbe vivere di fianco, e altri a testa in giù» queste le schiaccianti argomentazioni del conferenziere, che superano le noiose e vetuste nozioni galileiane sulla forza di gravità e l’osservazione astronomica.
La Flat Earth Society, la più antica organizzazione terrapiattista, conta circa 600 membri; e un recente sondaggio della compagnia statunitense YouGov su oltre 8200 americani ha trovato che il 2% del campione ha sempre creduto che la Terra sia piatta, mentre un 5% crede che sia tonda ma ha comunque dei dubbi. Ma, ragazzi, dove vivete?