La Terra appartiene al Grande Sole

/ 29.11.2021
di Cesare Poppi

Il novembre del 1729 non deve essere stato facile per il Consiglio degli Anziani e dei Capi Natchez, nell’allora colonia francese della Louisiana. I nodi di un lungo conflitto coi coloni francesi che assieme alle malattie importate dall’Europa aveva dimezzato la popolazione nativa riducendola a 3500 persone stavano venendo al pettine. L’ultimo atto di una progressiva appropriazione delle migliori terre da parte dei coloni era stata la richiesta di sgombero di una importante porzione di territorio attorno a Fort Rosalie, nel cuore del territorio Natchez, dove peraltro nativi e coloni avevano vissuto fin dalla metà del XVII secolo commerciando e financo raggiungendo una qualche misura di integrazione con frequenti scambi matrimoniali e partnership mercantili. Il nuovo Governatore della colonia, Étienne Perier, aveva nominato il Signore di Chépart a nuovo comandante del Forte. Fonti del tempo descrivono Chépart come persona arrogante, crudele e violenta, tanto nei confronti della guarnigione del forte tanto nei confronti dei coloni francesi e – tanto più – dei Natchez.

Chépart – come molti fra gli alti ranghi della colonia – considerava i Natchez buoni nemmeno per la schiavitù: morivano infatti come mosche al contrario degli schiavi africani che invece erano robusti e rendevano bene lavorando le piantagioni di tabacco. I Natchez avevano – dal canto loro – una forma di organizzazione sociale molto complessa, differente dal resto dei nativi americani e forse più simile a quella degli Aztechi del Messico. Divisi fra clan aristocratici e clan di sudditi subalterni, erano governati da un capo supremo col titolo di Grande Sole. Il sistema di discendenza matrilineare praticato dai Natchez assicurava che a succedere un Grande Sole era sempre e comunque il figlio della figlia di una Madre di Grande Sole. In quanto tale, il Grande Sole era il Signore assoluto della Terra che assegnava a ciascun suddito che avesse necessità di coltivarla. I Natchez, come Aztechi, Maya ed Inca, praticavano il sacrificio umano ai fini di mantenere i poteri sovrannaturali del Grande Sole. Alla morte di un Grande Sole, le persone più vicine a lui erano sacrificate per accompagnarlo nell’Aldilà. Grande onore era associato a tali sacrifici. Per esempio, alla morte di Serpente Tatuato nel 1725, due delle sue mogli, una delle sue sorelle (che i coloni francesi stessi celebravano come a La Glorieuse), il suo Capitano di Guerra, il suo medico, la sua balia, il suo Maggiordomo e la Moglie di questi – assieme ad un costruttore di mazze da guerra – tutti decisero volontariamente di morire col Grande Sole. Per una di quelle ironie che solo la Storia sa cucinare e servire al tavolo, il funzionario della colonia che aveva chiamato il suo Re «Re Sole» per inappellabile diritto divino nella persona di Luigi XIV – morto nel 1715 – solo dieci anni dopo considerava le pratiche Natchez roba da selvaggi senzadio. Quando il Governatore annunciò che di lì a poco tutte le terre Natchez sarebbero state espropriate e vendute per soddisfare la crescente domanda di tabacco, Chépart gli propose di entrare in partnership commerciale e ordinò che i Natchez sgomberassero le terre attorno a Fort Rosalie che sarebbero diventate una piantagione dell’erba da fumo e sniffo.

I Natchez erano esterrefatti. Nessuno poteva appropriarsi della Terra come fosse un fucile, uno schiavo – od altro bene mobile che si volesse. L’ordine era semplicemente irricevibile. Ne nacque allora una congiura per liberarsi una volta per tutte di Chépart. I capi del villaggio di Mela Bianca, insediamento Natchez accanto a Fort Rosalie, mandarono emissari per stringere patti con le tribù vicine. Per quanto allertato da voci insistenti, Chépart non solo fece orecchi da mercante, ma fece punire i responsabili dell’allarme. Il 29 novembre 1729, i Natchez guidati dal Grande Sole di turno attaccarono e distrussero Fort Rosalie. Un numero compreso fra 229 e 285 coloni furono uccisi, e 450 donne e bambini furono presi prigionieri. Gli schiavi africani furono liberati.

Di lì a poco, il Governatore Perier annunciava un piano per sterminare – così, verbatim – i Natchez. Oggi, i 6000 superstiti sono aggregati alla Nazione dei Muscogee e Cherokee, avendone sottoscritto la Costituzione del 2003. Si appartiene alla Nazione potendo dimostrare discendenza matrilineare – ovvero per via femminile – dalla tribù originaria.