La Sfida è dietro ogni angolo

/ 21.02.2022
di Cesare Poppi

Anche La Sfida, quella contemporanea che ancor oggi ci riguarda, fu inventata nel Regno Unito degli Anni 70/80. L’Altropologo c’era. Anche lui attore di quella globalizzazione antelitteram (in quegli anni quella «vera», attuale, si affacciava appena all’orizzonte) che aveva trasformato la culla dell’Impero in un incerto coacervo di etnie, usi e costumi, preferenze sessuali laddove complessità ovvero confusione diventavano (sono pronto a testimoniarlo) eleganti Teorie del Caos nella testa dei Filosofi, dei Sociologi ed Economisti intenti a dimostrare che anche nel caos c’è una sorta di ordine. Senza considerare che, essendo le stesse teorie una la smentita dell’altra (come sempre nella testa dei filosofi) il Caos, da benevola levatrice della complessità, restava comunque confusione. A mettere ordine ci avrebbe pensato ancora una volta quella protagonista della svolta liberista globale che fu la Lady di Ferro. Venne, vide e vinse. In pochi anni smantellò i pilastri dello Stato Sociale che avevano fatto del Regno Unito postbellico, assieme ai Beatles e alla minigonna, il Faro del Sol dell’Avvenire continentale. Giù tutto: i sindacati, i trasporti, l’Università e la sua etica, la Sanità… Cadevano come sugli alberi le foglie – o, meno poeticamente, come birilli: fate voi.

In un amen tutto ciò che fino ad allora era sembrato solido e consolidato, dunque intoccabile, diventò un problema. Le certezze dilemmi, le regole ostacoli da rimuovere, gli accordi «rinegoziabili» allalucedegliultimieventi. E, soprattutto, «a causa della Sfida del Presente». In quegli anni molto di quanto era fino ad allora problematico, ostico, controverso, discusso e discutibile – magari un potenziale problema che fosse ancora nebbioso, indefinito, indeciso perché forse indecidibile diventava una Sfida. Obiettiva, ineluttabile, inevitabile come un terremoto. E le sfide, ohibò, vanno accettate. Pena la codardia e la fellonia – stavolta non più contro Sua Maestà ma contro un Soggetto nebuloso e senza nome: «Almeno una volta aveva un nome e lo chiamavano il Diavolo» sostenne l’Altropologo in una seduta del Senato Accademico che gli costò il sedere in Senato stesso. Finita la lotta di classe (che almeno ci si guardava negli occhi e nei portafogli), impantanati in un relativismo che troppo spesso equivale ad un «me ne f…o basta che non succeda sul mio divano», pronti a scatenare l’Avvocato al guinzaglio ogni tre per quattro, ci confronta ora un Nemico Oscuro, un Avversario Accusatore (così l’etimo del semitico «Satana») che non si sa da dove venga e dove vada. Ma che dobbiamo comunque combattere «accettando le Sfide dei nostri tempi» pancia in dentro e petto in fuori, baldi, marziali. Innocenti gladiatori senza nemici particolari che altro non sia la vita cinica e bara. Un Pericolo cronico che sempre c’è e che aumenta esponenzialmente paure e insicurezze. Uno stare in guardia continuo. Sospetto nei confronti dell’Altro. Guardarsi le spalle. La Sfida è dietro ogni angolo.

Tutto ciò, altropologicamente parlando, ha i suoi riscontri nella cultura di massa postmoderna. Il Grande Fratello, sciagurata riconfigurazione della favola di un Orwell nella quale non si narra mai di Me, di Te e di Noi, ma del Potente nelle tenebre là fuori in possesso di una Razionalità che gli permette di ottenere tutto e il suo contrario sfidando ogni giorno il mio diritto alla libertà ovvero a fare quello che mi pare. Il Complotto dei Savi di Sion. Il Codice da Vinci, Il Gladiatore e Spiderman che ci vendicano come quando era tana per tutti a nascondino, i pipistrelli dei gourmand cinesi, SUV aggressivi e rap violenti senza cineforum – e poi l’italica Corsa al Colle, la Sfida per la Presidenza della Repubblica (ve li immaginate Berlusconi e Mattarella?), cosa sta tramando veramente Putin, e via di complotto in challenge (ah, l’inglese!) a botte di improbabili equazioni del cui prodest. E grazie al cielo è terminato lo spazio della Rubrica.

Si conclude qui allora (si rinfranchino i fedelissimi dell’Altropologo) l’indebita incursione in temi di stretta attualità che ha visto lo scivolone pandemico infettarsi poi con la Realtà ridotta a Narrativa. Oggi si chiude con le Sfide, certi che vincerà il peggiore. L’Altropologo tornerà ad interrogare, pur sempre in quella chiave di lettura, la Storia. La quale, per noi sopravvissuti, è almeno divertente.