Gentile Silvia,
è vero che nella vita i problemi non finiscono mai. Con l’emergenza Covid è stato per tutti un anno difficile e ora con i miei figli – mio marito ci raggiungerà più tardi – stiamo godendo una meritata vacanza in Italia, nella località di mare dove andiamo da quando ero bambina. Pensi che frequentiamo sempre lo stesso stabilimento balneare dove ci viene riservata ogni anno la medesima cabina. I nostri figli, Marina di nove anni e Andrea di quattordici, sono cresciuti tra coetanei ritrovandosi di stagione in stagione sempre più grandi e sempre più amici.
Giorni fa, mentre stavo chiacchierando con la vicina di sdraio, è venuta da me correndo quella sciocchina di Marina con una grande notizia: «dietro le cabine, Andrea si sta baciando con Tommaso», l’amico un po’ più grande di lui.
Sono rimasta di stucco, tanto più che la notizia è stata condivisa con la più pettegola della spiaggia. Sconvolta, non so che fare. Aggredire, appena a casa, Andrea con una scenataccia? Probabilmente non si rende conto di che cosa sta facendo. Parlarne con mio marito? Ma, conoscendo le sue idee, so che chiamerebbe subito il medico di famiglia. Far finta di niente? Mi dica lei.
Una sola cosa è certa: la mia vacanza è finita qui.
Grazie di cuore. / Enrica
PS: i nomi sono di fantasia.
Cara Enrica,
dimentichi l’amica pettegola, il problema non la riguarda. E pensi piuttosto ad Andrea che si trova in una fase della vita delicatissima. Non a caso, il libro che ho scritto con Anna Maria Battistin sui nuovi adolescenti, l’abbiamo intitolato L’età incerta. Incerta perché l’identità, attribuita dalla famiglia e confermata dalla scuola, comincia ad andar stretta e ragazzi e ragazze si pongono per la prima volta la domanda «chi sono io?», una domanda che si articola intorno al desiderio: «che cosa voglio?», «come sarò da grande?», «chi mi rende felice?». Naturalmente non c’è una risposta valida per sempre e per tutti e inizia così una ricerca vaga, confusa e contraddittoria.
La cosa peggiore è bloccare l’adolescente in un momento particolare del suo percorso. Probabilmente, baciando l’amico un po’ più grande, Andrea si sta mettendo alla prova e non è detto che non abbia già affrontato, o lo farà ben presto, la medesima esperienza con un’amica.
La sessualità, sollecitata anche da messaggi pubblicitari e da scorribande in Internet, sta diventando sempre più precoce ed è difficile per i genitori sapere a che punto si trovino i loro figli.
Non è certo il caso, come potrebbe fare suo marito, di intendere il comportamento di Andrea come una patologia e chiedere un intervento terapeutico. È semplicemente una possibilità e, come tale, non va né condannata né medicalizzata.
Si tratta di aspettare con discrezione: non facendo finta di niente, tanto più che anche la sorellina attende una spiegazione, ma affrontando con calma l’argomento senza drammatizzare.
Non chieda ad Andrea di giustificarsi ma lo ascolti cercando di comprendere senza giudicare. Tenga conto che ognuno, anche i bambini, possiede un ambito d’intimità e di segreto che rimane ignoto anche a se stesso.
Come sostiene Freud, tutti abbiamo componenti di entrambi i sessi, soltanto che una, salvo eccezioni, diviene dominante, mentre l’altra alimenta i rapporti di empatia e di amicizia con le persone dello stesso genere.
Andrea troverà prima o poi il suo equilibrio, più facilmente se non lo costringerete a giustificarsi e ad assumere un atteggiamento oppositivo.
Prosegua perciò la sua vacanza il più serenamente possibile, con la consapevolezza che anche l’educazione deve riconoscere i suoi limiti e disporsi pazientemente ad attendere.