Lezioni per il prossimo millennio. Sì, lezioni per gli anni Tremila. Potrebbe essere un nuovo libro di Italo Calvino a cent’anni dalla sua nascita. Provate ad andare su YouTube, digitate “calvino sinigaglia intervista” e troverete una sorpresa (6+++). Siamo nel maggio 1981, immagino nel salotto della casa romana di Calvino. A intervistarlo per la Rai è il giornalista Alberto Sinigaglia: Calvino lo vediamo tentennante, bofonchiante, è un uomo dalle lunghe pause, anti-televisivo, persino un po’ imbarazzante nei suoi impacciati silenzi (6), risponde sbattendo le ciglia di continuo, con tono incerto e però pacato. Immaginarlo oggi in un talk show sarebbe impossibile, travolto dalle voci, sovrastato dalle urla, annientato. Fatto sta che all’ultima domanda di Sinigaglia su quali sono i tre talismani per il duemila, sapete cosa risponde Calvino? Sbattendo le ciglia, muovendo gli occhi per qualche interminabile secondo, facendosi molto serio dopo aver accennato a un sorriso, risponde: «Mah! Imparare delle poesie a memoria, molte poesie a memoria, da bambini, da giovani, anche… anche da vecchi, perché le poesie fanno compagnia e uno se le ripete mentalmente, e poi lo sviluppo della memoria è molto importante». E qui il 6+++ si innalza fino al cielo di un 10 memorabile. Perché se la memoria è importante, bisognerà memorizzare anche questo primo consiglio di Calvino per affrontare il futuro: imparare molte poesie a memoria. E poi? «Anche fare dei calcoli a mano, delle divisioni, delle estrazioni di radice quadrata, fare delle cose anche molto complicate». Terzo? Terzo: combattere l’astrattezza del linguaggio che ci viene imposta ormai da tutte le parti. Infine, dopo tanti «ehm…» e tentennamenti, c’è un quarto punto: «Sapere che tutto quello che abbiamo ci può essere tolto da un momento all’altro… naturalmente goderlo, non dico mica di rinunciare a niente… anzi… però sapendo che da un momento all’altro tutto quello che abbiamo può sparire in una nuvola di fumo».
In un documentario girato a Parigi nel febbraio 1974 (anche questo visibile su YouTube e anche questo degno di un 6 con tre +), Calvino diceva di aver sempre sognato l’anonimato di chi scompare nella folla della metropolitana parigina. E anzi aggiungeva che l’invisibilità era il suo ideale: «Io quando mi trovo in un ambiente in cui mi posso illudere di essere invisibile mi trovo bene, proprio tutto il contrario di come mi sento in questo momento con la telepresa che mi inquadra, inchiodato alla mia fisicità, alla mia faccia. Credo che agli scrittori essere visti di persona non giova affatto (…). Del resto, di Shakespeare non abbiamo neanche un ritratto che ci faccia capire bene che faccia avesse e anche i dati biografici che abbiamo su di lui dicono ben poco. Invece ora lo scrittore ha occupato il campo e il mondo rappresentato si svuota». Ho ascoltato più volte, Calvino dice proprio «telepresa», una parola che non avevo mai sentito per «cinepresa». E rinuncia a usare il congiuntivo con il verbo credere («credo che… non giova affatto»). L’incertezza apparente del suo parlare contrasta con la limpidezza delle sue idee esattamente come l’assertività di tanti ospiti dei talk show nasconde la mancanza di idee.
«Tutto può sparire in una nuvola di fumo»… Pensate che prezioso talismano da portarsi nel prossimo millennio: «tutto può sparire…». Chissà se un genio come Elon Musk (1 di stima) conosce questa semplice e abbagliante verità. La Tesla può sparire in una nuvola di fumo. Twitter può sparire in una nuvola di fumo. Persino un patrimonio, come il suo, di 184.9 miliardi di dollari, può sparire in una nuvola di fumo. Anche i 122.7 miliardi di Jeff Bezos, i 106.6 di Bill Gates, i 64.4 di Mark Zuckerberg possono sparire in una nuvola di fumo. E anche questi miliardari in t-shirt possono sparire in una nuvola di fumo, anzi spariranno di sicuro in una nuvola di fumo del valore finanziario equivalente ai loro stratosferici patrimoni. Sempre che il genio di Elon Musk non inventi un marchingegno tecnologico che garantisca ai suoi compagni di classe (sociale) l’immortalità (4- all’immortalità), anche i tycoon pufff… spariranno in una nuvola di fumo (6+++ al pufff… e anche alle nuvole di fumo). Più difficile che sparisca un famoso verso di Eugenio Montale che dice: «Svanire è dunque la ventura delle venture». Da mandare a memoria per il prossimo millennio.