Abbiamo sempre sospettato che la radio fosse stata inventata per permettere a Massimo Cirri di farla, prima dai microfoni di Radio Popolare e poi di Radio 2 con Caterpillar. Ora la visuale si allarga, come dimostrano le sue Sette tesi sulla magia della radio, piccolo magistrale libro. È strutturato a onde concentriche, come quelle disegnate sulla copertina, dalla grande storia man mano a stringere sulle esperienze personali mentre il mezzo radiofonico, dato ogni volta per morto, rinasce smaterializzandosi, dai monumentali apparecchi a cinque valvole fino al digitale. Nel prologo l’autore rievoca la sua «prima volta» da ascoltatore e ogni lettore è invogliato a ricordare la sua; per me è stato l’annuncio, il 4 maggio del ’49, che era morto il grande Torino. La prima delle sette tesi, «Il disperato appello», inizia rievocando la storia di David Sarnoff, il giovane marconista di ventun anni che dall’ultimo piano di un grande magazzino di Manhattan, nella notte tra il 14 e il 15 aprile 1912 ascolta i messaggi in arrivo dal Titanic e li rilancia.
La radio, come la intendiamo noi, nasce in quella notte. È un racconto teso, incalzante, magnifico; che Massimo Cirri possedesse le doti del narratore di razza lo sapevamo già, da Un’altra parte del mondo, la biografia del figlio di Palmiro Togliatti, e questo libro è una conferma. «Se fai un appello alla radio succede sempre qualcosa», sostiene l’autore e passa in rassegna i più efficaci, da quello di De Gaulle ai microfoni di Radio Londra a quello di Danilo Dolci che parla per 27 ore prima che arrivi la polizia postale a sequestrare gli impianti di una emittente che all’epoca era illegale. La seconda tesi, «Poligamia», rievoca l’arrivo dei transistor e delle batterie quando ogni ascoltatore pensa che il messaggio sia rivolto a lui e solo a lui che va a passeggio la domenica pomeriggio con la fidanzata ma tiene il transistor all’orecchio per ascoltare Tutto il calcio minuto per minuto. Ricordo un pomeriggio a Roma, in piazza di Spagna, alla festa della Polizia, mentre gli agenti motociclisti si esibivano in spericolate acrobazie, dagli spettatori arrivavano a ondate rumorose manifestazioni di sorpresa perché in quell’ultima convulsa giornata di campionato cambiò tre volte il nome della squadra vincitrice dello scudetto.
La tesi numero 3 è dedicata alla «Porosità»: «è la vita a essere porosa, la nostra vita». La radio diventa interattiva, il 7 gennaio 1969, alle 10.40 quando nasce Chiamate Roma 3131, con le telefonate degli ascoltatori. Avvicinandosi il 2 novembre fecero una puntata sul tema della cremazione; non potendo dare voce a tutti gli esperti messi in preavviso, il conduttore si scusò dicendo: «Abbiamo messo troppa carne al fuoco». La quarta tesi, «Sintonia» è un altro racconto da antologia, dove si rievoca un celebre episodio di negoziazione a New York, il 6 ottobre 1975, fra un sequestratore, Ray «Cat» Olsen e il capitano della polizia Franck Bolz con la triangolazione determinante di Scott Muni, celebre conduttore radiofonico. La storia va avanti, a onde successive, arrivano le radio private, i «lupi solitari» che tengono compagnia tutta la notte. C’è anche il chiacchiericcio, alternato alla musica, il nulla in onda. Come c’è «il grado zero della scrittura» teorizzato da Roland Barthes, esiste anche il grado zero della radio e anche questo ha i suoi estimatori, si veda il successo di Fabio Volo che andava in diretta la mattina ancora assonnato dichiarando che non aveva niente da dire e gli ascoltatori lo assecondavano.
Nel mese di novembre del 1996 inizia l’avventura di Caterpillar quando il direttore della seconda rete di Radio Rai Bruno Voglino ingaggia Massimo Cirri e Sergio Ferrentino prendendoli da Radio Popolare, e qui troviamo un resoconto irresistibile sulla battaglia vinta per ottenere il permesso di mettere in onda le telefonate senza richiamare l’ascoltatore, come succede tuttora in tutti gli altri programmi per cautelarsi da eventuali cause di diffamazione. Fino a quella data per la radio Rai vigeva la separazione rigorosa fra programmi di intrattenimento e quelli di informazione. L’attualità era prerogativa dei giornalisti. Con l’arrivo di Caterpillar saltano le paratie: il programma si interrompe per fare spazio a Onda Verde, con le notizie sul traffico e quando riprendono ad andare in onda i conduttori trovano naturale invitare gli ascoltatori che si trovassero invischiati negli ingorghi a telefonare diventando inviati sul campo.
Da lì la deriva è inarrestabile. Ci sono storie, fatti, retroscena in queste sette tesi, attraversate da riflessioni teoriche. Una su tante: la funzione connettiva della radio. Edward Foster mette come epigrafe a Casa Howard: «Solo connettere». Queste sette tesi lo dimostrano: nessun altro medium è in grado di connettere altrettanto bene come la magica radio.