La quarantena come ridurla

/ 01.06.2020
di Ermanno Cavazzoni

Il vero problema del virus e delle epidemie infettive in generale, è che abbiamo un corpo. Se non l’avessimo non ci sarebbe infezione né trasmissione. Il corpo purtroppo non si può abolire. Però le misure prese in quasi tutti i paesi hanno tentato di farlo; innanzitutto riducendo quanto più possibile i movimenti, in modo da non spargere il virus e in modo da non contrarlo. La gente chiusa in casa: se così fosse stato fatto immediatamente e radicalmente, il virus si sarebbe spento. Niente ricoveri ospedalieri, che sono la strada maestra del contagio; un respiratore lo si può costruire facilmente a casa, in fondo è un soffietto, e chi abbia un camino ha sempre un soffietto; per chi non l’avesse si potevano fornire via radio e TV, o via telefonino, le istruzioni per il fai da te; una maschera da sub e una pompa da bicicletta leggermente modificata.

Poi c’è il problema del cibo. Sul cibo i governi non sono stati radicali, perché hanno permesso le file davanti ai supermercati, la prossimità dei clienti all’interno, il passaggio continuo davanti al fiato di commessi e cassiere con scambio di micro goccioline vaporizzate. Mangiare però è necessario. Cosa si poteva fare? È semplice, le soluzioni erano tante. Prima di tutto chi abbia un cane o un gatto (e cani e gatti in ogni paese sono milioni), lo alimenta con le crocchette o coi bocconcini, che sono un pasto completo con carboidrati, proteine e vitamine in quantità bilanciata e sufficiente, perfettamente commestibili anche dall’uomo. Le riserve di questo alimento sono ingenti. Poteva essere spedito a casa di tutti un sacco da trenta chili, che basta e avanza per uno o due mesi. Il sacco poteva essere lasciato davanti al portone; e così non ci sarebbero più state scuse per uscire di casa; anzi, per uscire dalla propria stanza, perché l’infezione spesso passa da un membro della famiglia all’altro; per essere radicali davvero, ognuno in una stanza.

È una stanza anche il bagno; ma in caso di piccoli appartamenti con famiglia numerosa, sono stanze anche gli armadi; i figli minori dentro gli armadi! In fondo sono solo 15 giorni; se in 15 giorni nessuno in famiglia manifesta la malattia significa che nessuno aveva il virus e che gli asintomatici l’avevano già debellato. Per 15 giorni un bambino può stare in un armadio, col suo pacchetto di crocchette per gatti e una tanica da 15 litri di acqua. Nella storia si è visto di peggio. L’armadio lo si può illuminare, rendere allegro, e dentro lasciare al bambino perché ci giochi i cubetti di legno, che sono utili per abituarlo alle figure geometriche, la plastilina perché si eserciti a modellare figure, poi carta e pennarelli colorati perché disegni il virus e si sbizzarrisca a trafiggerlo, questo piace molto ai bambini e può tenerli occupati anche 10 ore di seguito, per altre 10 ore dorme, e il giorno dopo costruisce un virus col Lego, e con una spada dai super poteri si esercita a debellarlo. Pipì e cacca nel vaso, come si faceva d’altronde una volta, e come è consigliabile facciano anche gli adulti, per avere il bagno libero come stanza supplementare, per la nonna o la zia.

In un mese, perché con questi metodi la pandemia scompare in un mese, si producono tre chili di escrementi (il cibo per cani ha pochi scarti) che sono contenuti in un vaso normale o in una pentola per il lesso o in una comune pesciera; e 15 litri di urina; si consigliano quindi due taniche d’acqua da 15 litri ciascuna, e una tanica da 7 litri per l’urina; quando questa è piena si userà una delle taniche d’acqua che intanto si sarà svuotata.

Un buon governo deve aiutare i cittadini anche nei conteggi particolari. Se il corpo è in quiete i consumi saranno minori. Pattume in linea di massima non ce ne sarà. Il riscaldamento può essere spento, con grande risparmio nazionale sull’esportazione di capitali per l’acquisto di idrocarburi; una coperta di lana sarà sufficiente, e nell’armadio il bambino produce calore sufficiente dalla trasformazione delle crocchette in energia dissipata

E intanto le persone chiuse in camera cosa possono fare? Niente, aspettano. Se si tolgono dieci ore di sonno, quattro ore per i pasti (le crocchette assorbono molta saliva e vanno masticate a lungo), due ore per i bisogni (si tende ad essere stitici), due ore al telefono, due ore di televisione, avanzano quattro ore in cui si aspetta, che sono equivalenti alle quotidiane attese del bus, o alla cassa del supermercato, dal dentista, in banca, in qualche ufficio ecc. Anzi nella vita normale la media giornaliera d’attesa sono circa sei ore; non ci facciamo più caso, ma passiamo larga parte del tempo ad aspettare; quindi ci sarebbe un vantaggio, fate i conti, 60 ore d’attesa in meno al mese, il che significa un tenore di vita più dinamico. La vita è più attiva e interessante se si sta chiusi in un armadio. Questo lo slogan che suggerirei ai governi, anche se hanno preso solo mezze misure credendo di fare il nostro bene.