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La moglie imperfetta del figlio perfetto

/ 13.01.2020
di Silvia Vegetti Finzi

Cara Silvia, 
la prego mi aiuti a chiarire una questione familiare che da sola non so capire. Forse lei, che ha più esperienza di me (sono laureata in chimica), mi potrà aiutare.
L’altro ieri incontro un’amica che mi affronta in modo inconsueto. Di solito è timida e riservata. «Scusa se te lo dico, comincia, ma mi chiedo perché tuo figlio Filippo, che conosco dalla nascita, si è messo con quella donna. E non me lo chiedo solo io ma tutti i nostri amici». «Quella donna» è mia nuora, che viene così descritta: «è sgarbata, supponente, aggressiva. Fosse almeno bella ma è più vecchia di lui e brutta come il diavolo. Che cosa ci trova Filippo, non lo so». 
Anche per me è un mistero, tanto più che mio figlio (che ha appena compiuto 50 anni) è un ragazzo straordinario. In seguito alla separazione da mio marito, avvenuta poco dopo la sua nascita, Filippo è vissuto sempre e solo con me. E dal primo momento l’ho messo al centro della mente e del cuore vivendo con lui e per lui. Ricambiata però da risultati eccezionali: successo negli studi e poi nella professione, ottimi traguardi sportivi, simpatico e popolare, aspetto gradevole per non dire bello… e ora? Che delusione! Ma come è possibile che si formi una coppia così squilibrata? Che cosa li unisce nonostante tutto e tutti? 
Aspetto con ansia la sua risposta e la ringrazio comunque, qualsiasi cosa mi dirà. / Sandra

Cara Sandra, 
le tue ultime parole mi fanno capire che si è già messa sulla difensiva. Probabilmente conosce le mie preoccupazioni per l’eccesso d’amore materno, molto più adesivo e passionale di quello paterno. La mossa di porre il figlio al posto del coniuge svanito e di dedicargli la vita intera è molto frequente nelle separazioni familiari, ma non per questo giusta. Non pensa che, senza volerlo, lei ha chiesto a Filippo una dedizione totale, impedendogli di essere se stesso, di cercare la sua strada, di costruire la sua identità, di aprirsi a nuove relazioni? La dedizione materna è generosa e sublime ma può diventare una prigione. Filippo ha cercato di essere Come tu mi vuoi, per usare il titolo di un dramma di Pirandello, ma tanta disponibilità deve essergli costata cara, soprattutto dopo l’infanzia. Di solito, con l’adolescenza, ai ragazzi si pone il compito fisiologico di allontanarsi dai genitori ridimensionando la loro immagine, relativizzandone i meriti, trasgredendo le pur legittime richieste. A questo scopo utilizzano l’aggressività che, moderata dall’affetto, serve a prendere le distanze dall’attaccamento iniziale.

Nei casi in cui la relazione familiare non sia però triangolare (padre-madre-figlio) ma duale (madre-figlio) risulta particolarmente difficile per i ragazzi trovare motivi di contrasto che giustifichino la voglia di indipendenza e di autonomia, col rischio di rimanere figli ideali, ma adulti mancati. Spesso l’evoluzione del figlio perfetto si ferma nella posizione filiale senza procedere verso la maturità, senza aprirsi alla genitorialità. Filippo, da quanto lei racconta, era andato a vivere da tempo in un appartamento ricavato dalla divisione del suo. Ma solo recentemente si è messo in coppia ed è da quel momento che gli appartamenti sono diventati di fatto due e che lei si è sentita chiusa fuori dalla porta, esclusa da una relazione che non riesce a comprendere e accettare. Ed eccoci giunti al quesito iniziale. 

Premesso che in questi casi non ci sono risposte ma soltanto ipotesi, suppongo che la strega brutta e cattiva sia stata scelta come partner proprio per svolgere la difficile missione di interrompere il legame di reciproca dipendenza che avvince lei e Filippo. L’incarico che suo figlio le ha implicitamente assegnato è quello di ministro degli esteri cui spetta stabilire rapporti diplomatici, dichiarare la guerra, chiedere la pace, fissare le frontiere dello stato, concordare patti di convivenza, anche utilizzando la forza. Grazie a questa delega, Filippo evita di attivare emozioni negative, di sottoporre a critica la vostra relazione, di utilizzare l’aggressività nei confronti di una persona che ama. Finché la cattiva rimane l’altra, lui può continuare a essere il figlio perfetto, il ragazzo bravo, buono e bello che tutti conoscono. Risulta, sempre dalla lettera che sto leggendo, che dopo tre giorni in cui la coppia era ospite nella sua casa di vacanza, l’ingrata ha indotto Filippo a rifare le valigie e andarsene insieme, senza lasciare neppure un recapito. Ma è sicura che questa decisione non sia stata concordata? O almeno tacitamente auspicata anche da suo figlio? In fondo sta avvenendo quello che, in modo più moderato, avrebbe dovuto accadere molto tempo fa. Non è mai troppo tardi per diventare grandi! Ora siete in fase di belligeranza ma è possibile, se lei comprende il processo che sta avvenendo, che sopravvenga una tregua e che troviate il modo di stabilire la giusta distanza: né troppo vicino né troppo lontano, evitando il paradosso dei porcospini che, se stanno troppo vicini si pungono, se stanno troppo lontani hanno freddo.